P.A. Willems , C. Detrembleur , B. Schepens , A.H. Dewolf
{"title":"Cinematica della deambulazione normale","authors":"P.A. Willems , C. Detrembleur , B. Schepens , A.H. Dewolf","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49614-4","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(24)49614-4","url":null,"abstract":"<div><div>La deambulazione umana è un’attività complessa durante la quale il peso del corpo è alternativamente trasferito da un piede all’altro. Molte patologie perturbano questa funzione, causando una diminuzione delle capacità funzionali e, di conseguenza, della qualità di vita del paziente. Questo è il motivo per cui la rieducazione alla deambulazione, allo scopo di ripristinare la mobilità, è oggetto di un’attenzione particolare da parte del kinesiterapista. Per progettare e realizzare il proprio trattamento, quest’ultimo deve avere una buona conoscenza dei movimenti realizzati durante la deambulazione. Nella presente esposizione analizzeremo la cinematica della deambulazione. La cinematica descrive i movimenti dei segmenti corporei senza tenere conto delle forze impiegate per realizzare tali movimenti. L’analisi cinematica della deambulazione, basata sul solo esame visivo, è limitata. In effetti, la deambulazione è un’attività troppo complessa e troppo rapida per poter essere analizzata in dettaglio senza l’assistenza di sistemi di cattura del movimento. La maggior parte dei dati che qui presentiamo proviene dai nostri laboratori. Dal momento che la velocità di progressione modifica le caratteristiche della deambulazione, è importante che il kinesiterapista possa distinguere le modificazioni della cinematica legate a una modificazione della velocità da quelle legate alla patologia. Questo è il motivo per cui sarà presentata l’influenza della velocità di deambulazione su ciascuno dei parametri analizzati. Dopo aver definito le fasi del ciclo del passo, descriveremo i movimenti dei segmenti corporei, principalmente a livello dell’arto inferiore. Termineremo analizzando la coordinazione tra i movimenti dei diversi segmenti dell’arto inferiore. Questo articolo è il primo di una serie di tre dedicati alla deambulazione normale. Nel secondo articolo, studieremo l’attività dei principali gruppi muscolari a livello dell’arto inferiore. L’ultimo articolo sarà dedicato alla meccanica e all’energetica della deambulazione normale.</div></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 4","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-11-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142706242","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Spasticità e iper-resistenza: stato attuale e prospettive","authors":"C. Boulard Masseur-kinésithérapeute, PhD","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49617-X","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(24)49617-X","url":null,"abstract":"<div><div>Nonostante la frequenza di insorgenza della spasticità in seguito a una lesione del sistema nervoso centrale, l’uso plurale del termine “spasticità” sul piano scientifico o nella pratica clinica quotidiana porta ancora oggi a confusione. Ormai, la spasticità è considerata uno dei versanti neurologici del concetto più globale di iper-resistenza, definendo la resistenza di origine neuromuscolare all’allungamento del muscolo paretico. La valutazione clinica, ampiamente utilizzata nel quotidiano, presenta debolezze psicometriche che possono essere almeno parzialmente compensate dall’emergere di numerosi metodi strumentali. Tuttavia, questi ultimi restano ancora di difficile accesso. La spasticità si esprime in modo eterogeneo sia sul piano clinico che su quello funzionale, in funzione in particolare dell’eziologia. Solo una valutazione pluridisciplinare globale del paziente può consentire di scegliere una strategia terapeutica adeguata. Questa potrà evolvere per tutta la vita del paziente, mescolando trattamenti fisici, farmacologici o chirurgici.</div></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 4","pages":"Pages 1-16"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-11-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142706245","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Interesse del lavoro eccentrico in rieducazione","authors":"L. Hubert","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49383-8","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(24)49383-8","url":null,"abstract":"<div><p>Benché la fisiologia del lavoro eccentrico sia complessa, è riconosciuto che esistono effetti specifici durante il rinforzo muscolare eccentrico. Pertanto, la produzione di forza è maggiore di quella osservata durante gli altri regimi di contrazione. Si osserva che, a parità di tensione, la contrazione eccentrica richiede meno attività elettrica rispetto agli altri tipi di contrazione e quindi le unità motorie reclutate producono ciascuna una forza maggiore. Le fibre sono quindi utilizzate più intensamente che negli altri regimi. Una migliore conoscenza del danno transitorio indotto dall’esercizio eccentrico e dei successivi adattamenti a livello meccanico può aiutare a comprendere meglio i cicli di degenerazione/rigenerazione nel muscolo scheletrico sano e a identificare anomalie di questi processi in condizioni patologiche come nelle malattie neuromuscolari. Il lavoro eccentrico è stato a lungo sottoutilizzato a causa di questi effetti iatrogeni e in particolare delle lesioni muscolari profonde: ispessimento, ondulazione o rottura della stria Z, necrosi di un gran numero di fibre (di tipo II principalmente), distruzione significativa delle miofibrille, danno al tessuto connettivo, rimaneggiamento a livello delle proteine di legame e DOMS (<em>delayed onset muscle soreness</em>) più importanti e prolungati rispetto agli altri regimi di lavoro. In molti trattamenti si ritrova l’utilizzo di questa modalità di contrazione in protocolli precisi per evitare tutti questi effetti deleteri sulle articolazioni fragili come nel caso delle artropatie del ginocchio.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 3","pages":"Pages 1-16"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142040851","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Frail’BESTest (EquiMoG): valutazione sistemica delle capacità motorie nell’anziano. Quale utilizzo e quale diffusione nel 2023?","authors":"A. Kubicki , M. Brika , S. Bazin , F. Mourey","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49382-6","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(24)49382-6","url":null,"abstract":"<div><p>La scala EquiMoG (equilibrio e motricità in geriatria) nasce da una riflessione sul ragionamento clinico geriatrico. Noi l’abbiamo ribattezzata Frail’BESTest per analogia con il BESTest (Balance Evaluation Systems Test) sviluppato dall’equipe di Fay Horak nel 2010. La prima parte di questo articolo richiama il contesto della rieducazione geriatrica e l’obiettivo di questa valutazione. Il Frail’BESTest è stato progettato per misurare elementi clinici pertinenti in pazienti anziani, in particolare nella popolazione fragile, ma non esclusivamente. Si tratta di uno strumento di prioritizzazione terapeutica. La valutazione dei sottosistemi consente di individuare molto rapidamente le priorità di rieducazione da implementare. L’utilizzo pratico del test è discusso nella seconda parte di questo articolo al fine di fornire le chiavi per il suo utilizzo in rieducazione. Gli elementi precisi di valutazione (linee guida, criteri di valutazione) sono già stati pubblicati nel 2015 nell’<em>Enciclopedia medicochirurgica</em>. La terza parte riporta i risultati di due studi pubblicati sulle proprietà metrologiche del test. L’ultima parte presenta i risultati di uno studio riguardante la distribuzione del test tra i professionisti. L’utilizzo del Frail’BESTest è attualmente molto marginale; sarà interessante misurare l’evoluzione della sua diffusione tra qualche anno.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 3","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142040852","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Rieducazione dei pazienti affetti da spondiloartrite","authors":"T. Davergne , G. Marnas , A. Baillet","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49384-X","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(24)49384-X","url":null,"abstract":"<div><p>La spondiloartrite è una malattia infiammatoria cronica invalidante che richiede un trattamento farmacologico e rieducativo. La rieducazione permette di migliorare le capacità funzionali e la qualità della vita. Permette di agire su parametri non affrontati dai farmaci, come il rischio di anchilosi, i cambiamenti di comportamento o gli atteggiamenti di evitamento. Gli esercizi terapeutici e l’educazione del paziente costituiscono i pilastri centrali dell’approccio rieducativo. Gli esercizi traggono vantaggio dall’essere eseguiti quotidianamente e comprendono esercizi aerobici, di rinforzo muscolare, di stretching e di allenamento neuromotorio. Anche l’educazione alla malattia è ampiamente consigliata per rendere il soggetto attore della propria malattia e autonomo nella sua gestione quotidiana e per guidare eventuali cambiamenti nei comportamenti come l’attività fisica, il consumo di tabacco, lo stress e il sonno. Il lavoro posturale può essere associato agli esercizi terapeutici. Altri metodi di rieducazione sono oggi dibattuti, come le terapie passive, compresa la terapia manuale, le terapie mediante l’elettricità, la luce e gli ultrasuoni e l’uso della balneoterapia. Altri trattamenti non sono più raccomandati, come la terapia con il calore o la massoterapia. Infine, la recente evoluzione del percorso assistenziale in formato ibrido, che comprende appuntamenti in presenza e sedute a distanza, accompagnati da una rieducazione autonoma tramite strumenti tecnologici, offre una maggiore libertà di cura per i pazienti senza aumentare il carico di lavoro dei professionisti sanitari.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 3","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142040166","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
P. Balthazard Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc, G. Christe Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc, PhD, A. Vaswani Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc
{"title":"Esame clinico delle articolazioni sacroiliache","authors":"P. Balthazard Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc, G. Christe Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc, PhD, A. Vaswani Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49381-4","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(24)49381-4","url":null,"abstract":"<div><p>L’articolazione sacroiliaca è causa dei dolori lombari nel 16-35% dei casi. Innanzitutto, occorre stabilire che proprio questa articolazione è all’origine dei sintomi, in relazione alla regione lombare, alle anche e agli organi del bacino. Quindi, l’esatta natura deve essere ricercata e determinata. Un dolore sacroiliaco specifico è associato a una patologia precisa e diagnosticabile mediante test medici; richiede un intervento immediato e specifico. Il dolore sacroiliaco aspecifico ha un’origine difficile da identificare e la sua gestione richiede una valutazione approfondita. La valutazione clinica costituisce la pietra angolare per ricercare i fattori correlati al dolore idiopatico dell’articolazione sacroiliaca. Essa si inserisce in un approccio globale tenendo conto del contesto bio-psico-sociale del paziente. L’esame soggettivo permette di constatare la localizzazione del dolore, spesso situato nella regione glutea. Questo dolore si manifesta soprattutto nelle donne in gravidanza, quando praticano sport con forti sollecitazioni asimmetriche sugli arti inferiori, in caso di differenza di lunghezza dell’arto inferiore o di fusione di un segmento lombare. La valutazione del rischio di cronicizzazione e dei fattori psicosociali si esegue utilizzando questionari adattati, valutando la kinesiofobia, i meccanismi di paura-evitamento, la disabilità funzionale e la depressione. Durante l’esame fisico, l’osservazione della postura e dell’andatura, la valutazione dei movimenti del tronco nonché test dei movimenti funzionali e di controllo motorio consentono di evidenziare delle strategie di compenso e dei deficit sensorimotori. I test di provocazione del dolore confermano l’origine del dolore nell’articolazione sacroiliaca. I movimenti accessori e la mobilità passiva degli ili valutano la resistenza al movimento e la riproduzione dei sintomi del paziente. Infine, la palpazione consente l’identificazione delle strutture legamentose o muscolari dolorose.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 3","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142040850","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Analisi strumentali del movimento","authors":"D. Pradon PhD, HDR biomécanique","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49380-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(24)49380-2","url":null,"abstract":"<div><p>I sistemi che consentono la quantificazione del movimento possono essere raggruppati in due categorie: i sistemi cosiddetti “fissi” e i sistemi cosiddetti “imbarcati”. Benché questi sistemi siano utilizzati per caratterizzare il movimento, la divisione storica dell’analisi strumentale del movimento in condizioni di laboratorio da parte dei sistemi fissi e in condizioni ecologiche da parte dei sistemi imbarcati è sempre meno marcata. In effetti, l’avvento dell’intelligenza artificiale, consentendo il riconoscimento e la classificazione dei segnali provenienti dalla registrazione del movimento (video, accelerometri), ha reso l’utilizzo dei sistemi più semplice ma anche più diversificato per il clinico. Questa facilità d’uso conferisce al medico una responsabilità ancora maggiore nella comprensione del funzionamento e dei limiti di utilizzo del dispositivo che egli usa.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 3","pages":"Pages 1-7"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142040849","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Principi dello stretching muscolare","authors":"S. Abellaneda , E. Dubuisson , N. Guissard","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49155-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-078X(24)49155-4","url":null,"abstract":"<div><p>La pratica dello stretching si è ampiamente sviluppata, ed è comunemente utilizzata, sia in ambito rieducativo e riabilitativo che in ambito sportivo. Attualmente le metodiche utilizzabili sono numerose, ma la scelta ragionata di una di esse deve essere fatta in funzione di un obiettivo preciso per il paziente o l’atleta. Qualunque sia il metodo di stretching utilizzato, si basa su realtà fisiologiche e meccaniche che non possono essere ignorate. Per essere efficace e sicuro, lo stretching deve soddisfare un certo numero di principi fondamentali da rispettare. Il posizionamento, la precisione di esecuzione e la sensazione dell’atleta, del paziente, del bambino e dell’anziano sono elementi fondamentali per ottenere un effetto ottimale. La conoscenza degli adattamenti della struttura muscolotendinea e del controllo nervoso è essenziale per ottimizzare l’uso delle tecniche di stretching. Numerose pubblicazioni hanno rimesso in discussione la pertinenza della pratica dello stretching in ambito sportivo, mettendo in dubbio il suo effettivo contributo sia nel miglioramento delle prestazioni che nella prevenzione degli infortuni. Questo articolo documenta la ricerca scientifica svolta nel campo dello stretching muscolare e costituisce l’occasione per precisare gli effetti delle metodiche di stretching attualmente più utilizzate, con l’obiettivo di proporre un consenso ragionato e oggettivo per la pratica di queste ultime.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 2","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-05-27","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141156395","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
F. Bonnet-Diméglio Masseur-Kinésithérapeute DE, responsable de l’unité des déformations du pied du nouveau-né , M. Delpont Chirurgien orthopédiste pédiatre, MD, PHP , K. Patte Médecin de médecine physique et réadaptation, chef de service
{"title":"Trattamento conservativo precoce del piede torto equinovaro idiopatico: tra consensi e disaccordi","authors":"F. Bonnet-Diméglio Masseur-Kinésithérapeute DE, responsable de l’unité des déformations du pied du nouveau-né , M. Delpont Chirurgien orthopédiste pédiatre, MD, PHP , K. Patte Médecin de médecine physique et réadaptation, chef de service","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49156-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-078X(24)49156-6","url":null,"abstract":"<div><p>Il trattamento conservativo del piede torto equinovaro è riconosciuto da tutte le equipe ortopediche pediatriche come una necessità immediata, urgente e imprescindibile. Questa gestione, tuttavia, copre realtà molto diverse: ogni equipe ha i propri principi, spesso molto diversi o addirittura contraddittori, soprattutto in termini di contenzioni. Il metodo funzionale, il metodo mediante gessi successivi e il metodo misto mediante mobilizzazioni e tutori hanno tuttavia gli stessi obiettivi fondamentali: fare in modo che venga operato il minor numero possibile di piedi torti e, se è necessario un intervento chirurgico, fare in modo che questo sia limitato. Per le equipe che dispongono di kinesiterapisti specializzati, le mobilizzazioni e le contenzioni rappresentano un’urgenza fin dalla nascita. Ma, per la giovane generazione di ortopedici pediatrici, di fronte ai problemi legati alla creazione di una nuova equipe poco esperta e alla mancanza di risultati soddisfacenti, la tendenza è mettere gradualmente in disparte un metodo funzionale con un know-how pienamente riconosciuto ma che richiede molto tempo per cedere il posto a un metodo più facilmente riproducibile, meno costoso e largamente apprezzato da Ponseti e dai suoi seguaci: il metodo mediante gessi successivi. Questo articolo tenta di appianare i dibattiti noiosi o accesi che persistono tra le diverse equipe coinvolte nel trattamento del piede torto, dimostrando che tra tutte queste tecniche è interessante riuscire a individuare chiaramente più consensi che disaccordi.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 2","pages":"Pages 1-16"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-05-27","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141156393","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
J. Soulard , S. Nadeau , N. Vuillerme , N.C. Duclos
{"title":"Valutazione della deambulazione: dalla clinica al mondo reale","authors":"J. Soulard , S. Nadeau , N. Vuillerme , N.C. Duclos","doi":"10.1016/S1283-078X(24)49154-2","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-078X(24)49154-2","url":null,"abstract":"<div><p>La deambulazione è un’attività importante per la partecipazione sociale e la salute. La sua valutazione fa parte del bilancio diagnostico del medico. I disturbi della deambulazione sono dapprima oggettivati e poi collegati a carenze strutturali e a menomazioni funzionali, in modo da agire sui fattori problematici. Sono disponibili diverse valutazioni della deambulazione validate e accurate. La scelta si basa sugli obiettivi dell’intervento terapeutico. Alcune sono svolte in uno spazio clinico sotto la supervisione di un valutatore (terapista, ricercatore...). Esse includono misurazioni cronometrate e quantificazione della cadenza, della velocità di deambulazione e dell’equilibrio. Sono utilizzati anche strumenti tecnologici per quantificare, per esempio, i movimenti dei segmenti, la lunghezza e l’ampiezza del passo, la posizione del baricentro e il livello di deambulazione. Tra questi strumenti, i sensori inerziali sono posizionati sulla persona e sono leggeri e non intrusivi. Spesso sono utilizzati per valutare la deambulazione in un ambiente reale (per esempio al domicilio della persona), il che è ritenuto più ecologico e rappresentativo del funzionamento quotidiano. Per il terapista, la valutazione della deambulazione realizzata in ambito clinico o a domicilio è informativa anche per il monitoraggio dello stato di salute della persona, per identificare il piano di intervento ottimale per mantenere o migliorare le sue capacità fisiche e per prevedere il suo stato fisico e funzionale.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"31 2","pages":"Pages 1-7"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-05-27","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141156394","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}