G. Christe (Physiothérapeute, Maître d’enseignement HES, MSc), A. Vaswani (Physiothérapeute, assistante HES), P. Balthazard (Physiothérapeute, Maître d’enseignement HES, MSc)
{"title":"Valutazione clinica e funzionale dell’anca","authors":"G. Christe (Physiothérapeute, Maître d’enseignement HES, MSc), A. Vaswani (Physiothérapeute, assistante HES), P. Balthazard (Physiothérapeute, Maître d’enseignement HES, MSc)","doi":"10.1016/S1283-078X(18)91457-4","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(18)91457-4","url":null,"abstract":"<div><p>Il dolore all’anca è un motivo frequente di consulto dal medico o dal fisioterapista. I sintomi di questo dolore possono provenire da un’ampia varietà di strutture locali o a distanza. Pertanto, una combinazione di informazioni provenienti dall’anamnesi e dall’esame obiettivo consente, attraverso il processo di ragionamento clinico, la formulazione della diagnosi medica e fisioterapica. I test diagnostici e la conoscenza della loro validità facilitano la formulazione di ipotesi precise. Il clinico deve essere attento al coinvolgimento della colonna vertebrale lombare e alla presenza di possibili bandiere rosse nelle problematiche del paziente. L’esame obiettivo deve identificare anche i fattori che contribuiscono al problema del paziente, tra cui la mobilità articolare, l’estensibilità muscolare o la forza muscolare.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"25 3","pages":"Pages 1-6"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"80160076","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Valutazione del dolore: aspetti metodologici e utilizzo clinico","authors":"C. Decruynaere PT, PhD, D. Bragard PT, PhD","doi":"10.1016/S1283-078X(18)41437-X","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(18)41437-X","url":null,"abstract":"<div><p>Il dolore è associato all’interpretazione del cervello di una situazione pericolosa per il corpo. Questa interpretazione sarà basata su un’analisi multidimensionale della situazione e porterà a una risposta nel paziente. Questa risposta include le espressioni verbali del soggetto riguardo al suo dolore, le sue reazioni comportamentali e i correlati fisiologici dello stress costituito dall’esperienza del dolore. Il dolore, come variabile latente, può essere valutato solo attraverso queste diverse classi di risposte. Quando possibile, l’autovalutazione da parte del paziente è sempre preferita, perché è più valida. Quando l’autovalutazione non è possibile, viene eseguita una valutazione diversa (eterovalutazione) tramite l’osservazione comportamentale o viene realizzata la misurazione degli indicatori fisiologici associati al dolore. Dopo aver definito il dolore e analizzato il suo approccio di valutazione, questo articolo presenta diversi strumenti per valutare le diverse dimensioni dell’esperienza del dolore, le loro proprietà metrologiche e il loro quadro applicativo. Gli strumenti selezionati esplorano sia l’autovalutazione che l’eterovalutazione e si concentrano sulle diverse dimensioni dell’esperienza del dolore: l’aspetto sensoriale, affettivo e cognitivo, insieme alla ripercussione funzionale e al rischio di cronicizzazione. Infine, vengono proposti una serie di insidie e suggerimenti per aiutare il professionista nel suo processo di valutazione.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"25 4","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"87857830","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
J.-C. Ferrandez (Masseur-kinésithérapeute) , P.-H. Ganchou (Masseur-kinésithérapeute, enseignant à l’ENKRE) , S. Theys (Docteur en kinésithérapie, professeur à la Haute École de Louvain-en-Hainaut)
{"title":"Drenaggio manuale: una tecnica basata sui fatti","authors":"J.-C. Ferrandez (Masseur-kinésithérapeute) , P.-H. Ganchou (Masseur-kinésithérapeute, enseignant à l’ENKRE) , S. Theys (Docteur en kinésithérapie, professeur à la Haute École de Louvain-en-Hainaut)","doi":"10.1016/S1283-078X(18)91458-6","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(18)91458-6","url":null,"abstract":"<div><p>Agire fisicamente su un edema cronico vuol dire esercitare una modalità di pressoterapia intermittente. Applicando una pressione discontinua, il massaggio può, dunque, esserne un componente. Le sue tecniche sono molte e varie. Per un edema cronico, la scelta è una mescolanza di geometria variabile, chiamata drenaggio manuale. L’insieme combina sballottamenti, srotolamenti, sfioramenti, stiramenti cutanei, manipolazioni con i polpastrelli, frammentazioni, manovre vibratorie e palpazioni-srotolamenti, a seconda della natura dell’edema. La geometria è variabile a seconda del tipo, della natura e dell’evoluzione dell’edema, del paziente e delle quattro fasi di trattamento: prevenzione, decongestionamento, consolidamento e conservazione. Nella prevenzione, il massaggio viene principalmente utilizzato per evitare o limitare qualsiasi distensione dei tessuti postoperatoria o post-traumatica. Altrimenti, può intervenire nella preparazione fisica e/o nel recupero dopo uno sforzo fisico. Lascia il posto centrale a una ripresa in mano e a una ricostruzione individuale. Con lo sviluppo di un edema cronico, serve a sbloccare le zone di resistenza e a rifinire il lavoro di decongestionamento ottenuto dagli altri componenti. Quindi, occupa il posto centrale, insieme alle fasce o calze/maniche, quando il protocollo cerca di consolidare e conservare il beneficio.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"25 3","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"78971601","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Fisiologia dell’invecchiamento","authors":"C. de Jaeger","doi":"10.1016/S1283-078X(18)89772-3","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-078X(18)89772-3","url":null,"abstract":"<div><p>L’invecchiamento è un fenomeno fisiologico e la comprensione dei suoi meccanismi è diventata un fenomeno di attualità con l’aumento della durata della vita della popolazione. Il concetto di invecchiamento “normale” è stato sostituito da quello di un invecchiamento senza patologie o invecchiamento ottimale. In effetti, anche se è inevitabile, l’invecchiamento è influenzabile. La ricerca medica attuale si basa sulla comprensione degli elementi che permettono di invecchiare con una disabilità minima. Le teorie dell’invecchiamento sono molteplici e i meccanismi sono multifattoriali. Oltre ai meccanismi intrinseci dell’invecchiamento (fattori genetici, telomerasi, stress ossidativo, ecc.), il ruolo dei fattori estrinseci, in particolare dello stile di vita e dei fattori ambientali, appare sempre più importante. Tutti i sistemi fisiologici sono soggetti a invecchiamento a un ritmo e con conseguenze variabili e con caratteristiche particolari, secondo l’organo incriminato. Questo invecchiamento fisiologico può essere ritardato da misure igienicodietetiche spesso semplici, ma, talvolta, restrittive. La gestione precoce delle malattie acute o croniche, più frequentemente negli anziani, permette di aumentare la durata di vita senza disabilità e di prolungare, così, la vita in buona salute.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"25 2","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-078X(18)89772-3","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"91693853","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Riabilitazione delle protesi di spalla","authors":"S. Gain, P. Collin","doi":"10.1016/S1283-078X(18)89773-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-078X(18)89773-5","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"21 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"75024361","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Neurofisiologia del movimento. Oscillazioni neuronali e apprendimento motorio","authors":"G. Chéron","doi":"10.1016/S1283-078X(18)89762-0","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-078X(18)89762-0","url":null,"abstract":"<div><p>La neurofisiologia del movimento e dell’apprendimento motorio occupa un ampio campo scientifico. Le basi fondamentali dell’elaborazione centrale del movimento si inseriscono in strutture cerebrali molto specifiche sul piano anatomico e funzionale, ma anche riccamente interconnesse, formando insiemi neuronali gerarchici e dinamici. L’obiettivo principale di questo articolo è di introdurre le basi generali dell’apprendimento motorio, ottenute attraverso esperimenti a partire da modelli animali elementari, per integrarle progressivamente a comportamenti motori più complessi. Le basi delle oscillazioni neuronali e dell’apprendimento motorio, che coinvolgono il potenziamento e la depressione a lungo termine, e i meccanismi che risiedono nella membrana dei neuroni così come quelli che attivano il materiale genetico neuronale sono considerati nel loro contesto sperimentale iniziale, prima di essere descritti in comportamenti motori più complessi negli esseri umani. Si propone una visione aggiornata dei diversi sistemi corticali e subcorticali alla base della neurofisiologia del movimento e della sua plasticità. La struttura dinamica proposta incorpora le aree corticali coinvolte nell’organizzazione del movimento volontario e dell’orientamento sensoriale, così come il ruolo dei gangli della base e del cervelletto. Infine, la descrizione dei neuroni specchio e del modello interno dovrebbe permettere di capire meglio la dinamica generale dell’apprendimento del gesto motorio portato dall’attività oscillatoria del cervello.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"25 2","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"90019388","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Concetti di base nella metodologia di ricerca clinica nel campo della fisioterapia","authors":"A.-V. Bruyneel (PhD, Pt, Professeure assistante, filière physiothérapie)","doi":"10.1016/S1283-078X(18)91456-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-078X(18)91456-2","url":null,"abstract":"<div><p>La ricerca clinica fornisce un contributo molto importante per preservare la salute dei pazienti e per l’evoluzione delle professioni mediche e paramediche attraverso l’emergere di nuove conoscenze. Il processo scientifico consiste nel fare osservazioni che generano ipotesi, che vengono, poi, testate con un metodo valido e riproducibile. In fisioterapia vengono principalmente affrontate tre tipologie di ricerca: la valutazione della qualità di uno strumento o di un test, l’osservazione di soggetti o di pazienti per comprenderne le caratteristiche e, infine, la valutazione di un intervento non farmacologico. Secondo questi obiettivi, l’implementazione del metodo di ricerca soddisferà diversi criteri. Quindi, la valutazione di uno strumento richiede di confrontarlo con un altro strumento di riferimento e di studiare l’affidabilità. Osservando i soggetti, i parametri studiati vengono confrontati con i parametri di una popolazione di riferimento. Infine, il metodo associato alla valutazione degli effetti (benefici e rischi) di un intervento non farmacologico include la costituzione casuale di due gruppi omogenei all’inizio dello studio. Un gruppo riceve, quindi, l’intervento testato e l’altro gruppo riceve la condizione di controllo. I risultati dei due gruppi vengono confrontati per tutta la durata del follow-up. La realizzazione completa di uno studio comprende, in successione, la costruzione del problema, la stesura del protocollo e del registro di osservazione, le fasi amministrative ed etiche (nonché le procedure di finanziamento), la sperimentazione e la raccolta dei dati, l’elaborazione dei dati e la comunicazione dei risultati. Questo processo strutturato favorisce studi rigorosi, la cui metodologia è ben argomentata, una fase sperimentale nel rispetto del paziente e un nuovo contributo alle conoscenze scientifiche già sviluppate. L’intero processo pratico di ricerca è progettato per rispondere al problema iniziale, anticipando i rischi di deviazione al fine di ottenere risultati il più possibile vicini alla realtà. La conoscenza delle specificità della ricerca clinica è un prerequisito per partecipare a progetti di ricerca, ma anche per avere un’analisi critica efficace durante la lettura di articoli scientifici.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"25 3","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"75395470","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
S. Gain (Kinésithérapeute, Secrétaire de la Société française de rééducation de l’épaule), P. Collin (Chirurgien orthopédiste)
{"title":"Riabilitazione delle protesi di spalla","authors":"S. Gain (Kinésithérapeute, Secrétaire de la Société française de rééducation de l’épaule), P. Collin (Chirurgien orthopédiste)","doi":"10.1016/S1283-078X(18)89773-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-078X(18)89773-5","url":null,"abstract":"<div><p>Nel 2014, la Haute Autorité de Santé (HAS) ha censito 12 500 procedure per protesi di spalla in Francia. I progressi nella chirurgia e nella riabilitazione permettono ai pazienti di riacquistare una spalla funzionale. Le protesi di spalla possono essere classificate in due grandi categorie: le protesi anatomiche e le protesi totali inverse (PTI). Queste ultime hanno visto le loro indicazioni aumentare negli ultimi anni e ora costituiscono quasi la metà delle protesi di spalla. In termini di riabilitazione, non si tratta solo di prendere in carico la neoarticolazione gleno-omerale, ma di estenderla a tutto il complesso articolare della spalla, senza dimenticare la colonna cervicotoracica. Diversi studi hanno dimostrato l’importanza della mobilità scapolotoracica per le protesi, ancora più per le PTI che per le protesi anatomiche. Un altro principio è quello di recuperare la maggior parte della mobilità passiva prima di iniziare la riabilitazione attiva. Il recupero di quest’ultima favorisce il lavoro in posizione alta, come descritto originariamente da Saha. I muscoli bersaglio sono principalmente il dentato anteriore, il trapezio inferiore, i muscoli della cuffia, quando presenti, e il deltoide. Quest’ultimo è essenziale per la PTI, perché è l’unico motore della gleno-omerale con un ruolo importante anche per la stabilità. Sul piano neuromotorio si deve sottolineare il ruolo essenziale della visione e della mano. Si tratta, in qualche modo, di usare la mano per riabilitare la spalla. Una collaborazione ottimale tra il chirurgo e il fisioterapista è essenziale per la cura del paziente, continuando il monitoraggio durante tutta la riabilitazione. Fin dalla fase preoperatoria, l’educazione del paziente con suggerimenti per la vita quotidiana e l’autoriabilitazione guidata grazie all’apprendimento di esercizi realizzati tra le sedute contribuiscono al suo coinvolgimento nel trattamento. Oggi, la riabilitazione delle protesi di spalla deve essere ambiziosa e mirata a ottenere il miglior funzionamento possibile per i pazienti.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"25 2","pages":"Pages 1-15"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-078X(18)89773-5","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"91693852","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}