{"title":"Anestetici alogenati","authors":"D. Vandroux MD, PhD , N. Nathan MD, PhD","doi":"10.1016/S1283-0771(25)50357-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(25)50357-2","url":null,"abstract":"<div><div>La classe terapeutica degli agenti alogenati utilizzati in anestesia comprende alotano, enflurano, isoflurano, sevoflurano e desflurano. Il desflurano e il sevoflurano, meno solubili nei tessuti, con cinetica più rapida, migliore maneggevolezza e tollerati meglio dal sistema cardiovascolare, sono i composti alogenati attualmente utilizzati in Francia. Il sevoflurano, meno acre, può essere utilizzato per l’induzione con maschera. Le differenze farmacodinamiche tra questi due agenti sono modeste e la loro tossicità può essere considerata quasi nulla, anche per il sevoflurano, nonostante la sua degradazione in composto A da parte delle basi forti contenute nella calce sodata. Gli alogenati sono stati tuttavia implicati in disturbi delle acquisizioni cognitive nel bambino. Questi agenti hanno un impatto ambientale forte, ma apparentemente paragonabile a quello degli anestetici per via endovenosa. Questo impatto ambientale è maggiore con il desflurano, cosa che ne limita l’uso da parte della comunità degli anestesisti-rianimatori. Gli agenti alogenati devono pertanto essere utilizzati prioritariamente in circuito chiuso con il minor flusso possibile di gas fresco. Le attuali stazioni di anestesia controllano la somministrazione degli alogenati a obiettivo di concentrazione, consentendo di ridurre il carico di lavoro e il consumo di agenti alogenati.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 2","pages":"Pages 1-21"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-04-11","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143816477","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
D. Pateron , P.-C. Thiebaud , N. Carbonell , X. Dray
{"title":"Emorragie digestive non traumatiche dell’adulto","authors":"D. Pateron , P.-C. Thiebaud , N. Carbonell , X. Dray","doi":"10.1016/S1283-0771(25)50358-4","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(25)50358-4","url":null,"abstract":"<div><div>L’emorragia digestiva acuta non traumatica dell’adulto è una delle principali urgenze digestive che hanno beneficiato di significativi progressi diagnostici e terapeutici, con una gestione codificata regolarmente aggiornata. Dal punto di vista anatomico si distinguono le emorragie digestive superiori e inferiori a seconda che abbiano origine a monte o a valle dell’angolo di Treitz. L’emorragia digestiva è un sintomo, motivo di accesso al Pronto Soccorso, che è collegato a numerose patologie. L’uso crescente degli antinfiammatori non steroidei e l’invecchiamento della popolazione spiegano il persistere di un’incidenza elevata e il lento miglioramento della prognosi. Le principali patologie alla base delle emorragie digestive superiori sono le ulcere e le ulcerazioni e le varici e le lesioni vascolari dovute all’ipertensione portale. Le principali patologie alla base delle emorragie inferiori sono i diverticoli, le angiodisplasie e le coliti ischemiche, nonché le cause proctologiche, più frequenti ma meno gravi. La natura presuntiva dell’origine dell’emorragia superiore o inferiore determina la gestione diagnostica iniziale. Una valutazione precoce consente di individuare le situazioni più gravi e, se necessario, di avviare misure d’urgenza mirate alla causa identificata o presunta e di realizzare gli esami endoscopici necessari. Punteggi di gravità permettono di guidare l’orientamento dei pazienti dopo il loro passaggio in Pronto Soccorso.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 2","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-04-11","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143816479","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
R. El Jawiche (Médecin anesthésiste réanimateur) , L. Bordenave (Médecin anesthésiste réanimateur)
{"title":"Ruolo dell’ipnosi in anestesia","authors":"R. El Jawiche (Médecin anesthésiste réanimateur) , L. Bordenave (Médecin anesthésiste réanimateur)","doi":"10.1016/S1283-0771(25)50360-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(25)50360-2","url":null,"abstract":"<div><div>L’ipnosi medica sta trovando un posto sempre più importante nel mondo dell’anestesia e nell’universo del blocco operatorio. La ricerca che si sta costruendo sempre più solidamente e specificatamente attorno a questa pratica contribuisce alla sua diffusione. L’evoluzione delle tecnologie di neurodiagnostica per immagini funzionale ha permesso di definirla meglio e di chiarirne i meccanismi, in particolare nella sua azione sul dolore. Ciò le ha fatto guadagnare la fiducia dei professionisti sanitari e del pubblico, la sua validità scientifica e l’ampliamento delle sue applicazioni. In tutte le sue forme, dalla semplice comunicazione terapeutica all’ipnosi formale, i suoi benefici sono riscontrabili in tutte le fasi della gestione perioperatoria. Essa rinforza la qualità della relazione curante-paziente fin dalla fase preoperatoria e calma l’ansia propria di questa fase. Stupisce il personale del blocco operatorio con l’atmosfera di calma che riesce a creare. Aiuta adulti e bambini a tollerare piccoli interventi chirurgici senza provare dolore. Previene la nausea e il vomito postoperatori, contribuisce all’analgesia e all’ansiolisi e consente una migliore riabilitazione postinterventistica e una migliore esperienza per il paziente come “attore” della propria cura. Non presenta effetti indesiderati degni di nota, ma presenta delle limitazioni che ne assicurano un’applicazione corretta ed etica e che ne garantiscono un maggiore successo. L’ipnosi resta un approccio complementare che si aggiunge all’arsenale terapeutico dell’anestesista. Ogni professionista sanitario apporta una lettura dell’ipnosi guidata dalla propria formazione e dalla propria esperienza, secondo un approccio che completa la propria pratica. Una formazione universitaria qualificata, una supervisione didattica e un’esperienza pratica sono imprescindibili per un’applicazione corretta e sicura dell’ipnosi terapeutica, nel contesto della gestione peri-interventistica globale dei pazienti.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 2","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-04-11","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143816478","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Ecografia pleuropolmonare in anestesia-rianimazione","authors":"P.-R. Delmotte , H. Brisson , A. Monsel","doi":"10.1016/S1283-0771(25)50359-6","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(25)50359-6","url":null,"abstract":"<div><div>La crescente disponibilità dell’ecografia in terapia intensiva ha permesso di sviluppare nuovi approcci rapidi, dinamici, non invasivi e riproducibili per esplorare la pleura e il polmone. Si è così diffusa la <em>point of care testing ultrasonography</em> (POCUS) e l’appropriazione di queste tecniche non è da tempo un dominio esclusivo dei soli specialisti in radiologia. Al contrario, sia in anestesia che in rianimazione, esse devono ormai essere padroneggiate da ogni medico, il che le rende uno strumento utilizzabile nell’attività quotidiana che permette a volte di dimezzare il ricorso alle altre modalità di diagnostica per immagini. Arricchendo con l’ecografia pleuropolmonare l’iter diagnostico abituale del medico, è peraltro possibile abbreviare significativamente l’orientamento e la gestione dei pazienti. Il suo utilizzo è ormai oggetto di raccomandazioni. Questo articolo svilupperà i principi dell’ecografia pleuropolmonare, la semeiologia propria di questa tecnica nonché la sua applicazione in anestesia e rianimazione nell’adulto.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 2","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-04-11","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143816480","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
N. Wirth (Praticien hospitalier) , D. Benhamou (Professeur) , I. Berlin (Médecin, maître de conférence des Universités-praticien hospitalier, docteur de l’Université, habilitation à diriger des recherches) , Y. Martinet (Président CNCT, professeur émérite) , T. Villevieille (Docteur, praticien des Centres de lutte contre le cancer)
{"title":"Tabagismo perioperatorio","authors":"N. Wirth (Praticien hospitalier) , D. Benhamou (Professeur) , I. Berlin (Médecin, maître de conférence des Universités-praticien hospitalier, docteur de l’Université, habilitation à diriger des recherches) , Y. Martinet (Président CNCT, professeur émérite) , T. Villevieille (Docteur, praticien des Centres de lutte contre le cancer)","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49996-9","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49996-9","url":null,"abstract":"<div><div>Il tabagismo attivo è accompagnato da una morbilità perioperatoria, principalmente respiratoria e cardiovascolare, che è ben nota e quantificata. Allo stesso tempo, le complicanze chirurgiche e infettive sono più frequenti tra i fumatori. Smettere di fumare prima dell’intervento permette di prevenire in gran parte tutte queste complicanze. Il medico curante, il chirurgo e l’anestesista devono quindi informare il paziente sui rischi associati al proseguimento del consumo di tabacco. Inoltre, il ricovero ospedaliero, anche brevissimo, costituisce un momento favorevole per smettere di fumare. I trattamenti per la dipendenza dal tabacco stanno diventando sempre più efficaci, malgrado la potenza della dipendenza dalla nicotina. L’anestesista deve quindi essere in grado di iniziare la gestione del trattamento della dipendenza dal tabacco, continuata dal medico curante e/o da uno specialista in tabaccologia.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 1","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143102537","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
M. Garnier (Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"Sindrome da distress respiratorio acuto","authors":"M. Garnier (Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49997-0","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49997-0","url":null,"abstract":"<div><div>La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è caratterizzata da un edema polmonare infiammatorio responsabile di ipossiemia. I criteri diagnostici della definizione di Berlino, aggiornati nel 2023 nella <em>global definition</em>, associano un edema polmonare bilaterale alla diagnostica per immagini, che compare entro i 7 giorni successivi a una causa di aggressione alveolare, non del tutto attribuibile a una causa cardiogena e responsabile di ipossiemia, la cui profondità determina la gravità dell’ARDS. Le cause più frequenti sono infettive, polmonari (60% dei casi) o extrapolmonari (15% dei casi), seguite da cause più rare come pancreatite acuta grave, inalazione di liquidi gastrici, inalazione di sostanze tossiche e così via. Essa colpisce tra i 10 e gli 80 pazienti ogni 100 000 abitanti all’anno e la mortalità ospedaliera resta elevata, dal 30% per le forme minori al 45% per le forme gravi. La terapia associa ogni volta che sia possibile una gestione eziologica, soprattutto in caso di causa infettiva, e misure sintomatiche. La pietra angolare del trattamento sintomatico è l’applicazione di una ventilazione meccanica protettiva focalizzata sulla limitazione del volume corrente e delle pressioni delle vie aeree. In alcuni pazienti potrebbe essere utile una strategia volta a massimizzare il reclutamento alveolare applicando un’elevata pressione espiratoria positiva ed eventualmente manovre di reclutamento alveolare. Il posizionamento precoce e prolungato in decubito ventrale e la terapia corticosteroidea precoce sono gli unici altri interventi che fino a oggi hanno dimostrato una riduzione della mortalità in una popolazione non selezionata di ARDS da moderata a grave. La strategia di fenotipizzazione, che consiste nel definire sottogruppi più omogenei di pazienti in base a caratteristiche cliniche, laboratoristiche, radiologiche o fisiopatologiche, consentirà molto probabilmente a breve termine di dimostrare l’efficacia di alcune misure terapeutiche quando saranno limitate alle sottopopolazioni di ARDS e di ottenere così una gestione personalizzata del paziente.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 1","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143102538","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Y. Benitha (Interne DES médecine intensive réanimation Paris) , A. Bleibtreu (Praticien hospitalier, référent anti-infectieux, responsable infectiologie transversale)
{"title":"Candidemie e candidosi invasive","authors":"Y. Benitha (Interne DES médecine intensive réanimation Paris) , A. Bleibtreu (Praticien hospitalier, référent anti-infectieux, responsable infectiologie transversale)","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49999-4","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49999-4","url":null,"abstract":"<div><div>Le candidosi invasive (CI) sono infezioni gravi, il più delle volte nosocomiali e riscontrate principalmente in gruppi di pazienti a rischio e portatori di comorbilità. Esse riuniscono le candidemie e le candidosi profonde (con lesione d’organo associata). Di gran lunga le infezioni fungine invasive (IFI) più comuni, le CI presentano un aumento dell’incidenza. A causa della loro frequenza e della loro gravità e dell’identificazione dei fattori di rischio associati alla loro insorgenza, sono emerse diverse strategie di trattamento profilattico, preventivo o empirico. Queste strategie sono giustificate dalla difficoltà e dal ritardo diagnostico imposti da una clinica povera e da esami di laboratorio imperfetti. Alcune raccomandazioni, aiutate dai progressi delle tecniche diagnostiche e dall’emergere di biomarcatori come il β-D-glucano (BDG), hanno tentato di standardizzare la diagnosi e la gestione di queste infezioni. La scelta del trattamento di prima intenzione delle CI si è evoluta negli ultimi decenni a causa dei cambiamenti di epidemiologia micologica della <em>Candida</em> e della mutazione dello stock di antifungini. Le echinocandine e, in primo luogo, la caspofungina sono divenute il trattamento di riferimento, anche se potrebbero venire alla luce alcune ottimizzazioni posologiche. La gestione associa il trattamento antinfettivo alla ricerca delle porte d’ingresso e delle lesioni secondarie, in particolare nel contesto di una candidemia. Le candidosi profonde possono essere sottoposte a una gestione specifica a seconda dell’organo interessato. Nonostante i recenti cambiamenti, la mortalità legata alle CI (vicina al 47%) rimane una vera sfida diagnostica e terapeutica. La standardizzazione della gestione, le strategie di trattamento, i progressi diagnostici nonché lo sviluppo di nuovi antifungini lasciano intravedere un margine di miglioramento nella prognosi delle CI, che va controbilanciato con l’emergere di specie resistenti.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 1","pages":"Pages 1-15"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143102004","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Besnard MD , L. Abdennour MD , A.-M. Korinek MD , B. Mathon MD, PhD , E. Shotar MD , M. Doirado MD , C. Tabillon MD , A. Jacquens MD PhD , A. Bleibtreu MD , V. Degos MD, PhD
{"title":"Meningoencefaliti infettive e suppurazioni intracraniche dell’adulto","authors":"A. Besnard MD , L. Abdennour MD , A.-M. Korinek MD , B. Mathon MD, PhD , E. Shotar MD , M. Doirado MD , C. Tabillon MD , A. Jacquens MD PhD , A. Bleibtreu MD , V. Degos MD, PhD","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49998-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49998-2","url":null,"abstract":"<div><div>Le infezioni neuromeningee rappresentano un’urgenza terapeutica. Potenzialmente fatali e causa di pesanti sequele neurologiche, queste patologie devono essere sospettate di fronte a qualsiasi sintomatologia suggestiva. La diagnosi di meningoencefalite, proprio come quella di suppurazione intracranica (ascesso o empiema), si basa su argomenti clinici, radiologici e microbiologici (analisi del liquido cerebrospinale o di campioni intraoperatori). La ricerca di una sieropositività per il virus dell’immunodeficienza umana deve essere sistematica e, se necessario, portare ad ampliare il bilancio eziologico ai patogeni opportunisti. Le encefaliti infettive sono principalmente virali e le suppurazioni principalmente batteriche. Davanti a un’encefalite, vanno sistematicamente sospettati herpes, listeriosi e tubercolosi. Un trattamento empirico che copra herpes, listeriosi e, in presenza di fattori di rischio, tubercolosi deve essere introdotto il prima possibile. Il ritardo nell’introduzione dell’aciclovir determina la prognosi delle meningoencefaliti erpetiche e rappresenta un’urgenza assoluta. Di fronte a una suppurazione intracranica, la ricerca della porta d’ingresso e la sua eradicazione sono parte integrante dell’iter diagnostico. Dopo la realizzazione dei prelievi microbiologici, va introdotta una terapia antibiotica probabilistica ad ampio spettro, guidata dai microrganismi che si sospettano. Le infezioni neuromeningee possono essere complicate da edema cerebrale, effetto massa, accidenti vascolari cerebrali (tromboflebiti, vasculiti), idrocefalo, fistolizzazione ventricolare ed epilessia. Ogni modificazione della sintomatologia deve portare a sospettare tali complicanze e condurre al loro screening e alla loro gestione specifica. La collaborazione multidisciplinare (neurologo, neurochirurgo, radiologo, rianimatore, infettivologo) è centrale nella gestione di queste patologie. Questo articolo tratta le meningoencefaliti acute di origine infettiva e le suppurazioni intracraniche dell’adulto, concentrandosi sulle cause più frequenti in Francia e su quelle che richiedono un trattamento specifico. Le meningiti batteriche senza coinvolgimento encefalitico non saranno trattate in questa sede.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 1","pages":"Pages 1-18"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2025-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"143102539","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
D. Mitanchez , I. de Montgolfier , L. Foix L’Hélias
{"title":"Questioni etiche nel periodo neonatale","authors":"D. Mitanchez , I. de Montgolfier , L. Foix L’Hélias","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49598-4","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49598-4","url":null,"abstract":"<div><div>Le questioni etiche in medicina neonatale sono quasi contemporanee allo sviluppo di questa specialità, basate sulla nozione di beneficio e di “non nocere”. Tuttavia, nell’ultimo decennio, la pratica prevalente fino ad allora (rianimazione di attesa che potrebbe comportare la fine della vita a seguito dell’evoluzione) si è evoluta notevolmente, in particolare sotto l’influenza dei progressi legislativi francesi. La legge del 22 aprile 2005 stabilisce che un gesto medico sproporzionato o non necessario non è legittimo e costituisce un accanimento irragionevole, ma esclude ogni pratica di eutanasia attiva. Declinato nelle diverse situazioni riscontrate in medicina perinatale, l’attuale atteggiamento decisionale nel quadro di una limitazione dei trattamenti attivi risponde al rispetto della dignità e dell’interesse superiore del bambino, alla collegialità e alla comunicazione leale con i genitori. In questo contesto, le cure palliative hanno assunto un posto particolare nel periodo neonatale. Nonostante i numerosi progressi in questo approccio, in determinate situazioni le equipe mediche si trovano ancora ad affrontare un dilemma etico.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 4","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-10-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142533008","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Ecografia e anestesie perimidollari: realizzazione pratica, interesse e indicazioni","authors":"G. de Rocquigny, F. Belot, C. Dubost","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49596-0","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49596-0","url":null,"abstract":"<div><div>Le anestesie perimidollari sono oggi ampiamente diffuse e costituiscono la tecnica di riferimento dell’analgesia ostetrica e dell’anestesia o analgesia per numerose chirurgie, in particolare ginecologica, urologica e digestiva. Tuttavia, la morbilità secondaria all’anestesia perimidollare non è trascurabile. L’avvento dell’ecografia ha rivoluzionato la pratica dell’anestesia locoregionale consentendo la visualizzazione dei nervi e dei plessi nervosi. L’ecografia è oggi poco utilizzata per la realizzazione di vari gesti perimidollari, tanto per l’anestesia che per la diagnosi (puntura lombare), mentre è suscettibile di apportare informazioni utili per il medico. Negli ultimi anni numerosi studi hanno precisato il suo interesse in diverse situazioni cliniche. L’ecografia perimidollare permette di individuare con precisione il livello di puntura e l’orientamento da conferire all’ago e di misurare la distanza tra la cute e il legamento giallo. Tali informazioni sono incontestabilmente in grado di migliorare la realizzazione e quindi probabilmente di aumentare la sicurezza dei gesti perimidollari. L’obiettivo di questo articolo è descrivere la realizzazione pratica dell’ecografia perimidollare e di esporne i principali interessi. Questa tecnica è particolarmente utile nelle due situazioni cliniche costituite dall’obesità e dalla scoliosi.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 4","pages":"Pages 1-5"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-10-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142533007","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}