Q. Soulier-Zaninka, M. Bouhlal, C. Alloir, C. Viart, S. Malaquin, H. Dupont
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Abstract
Lo sviluppo di un’infezione in un paziente in rianimazione è un elemento di gravità associato a un aumento della mortalità. Il ritardo nella somministrazione di un trattamento antibiotico efficace è un elemento di prognosi infausta. Un quadro di infezione con rapido deterioramento clinico, una minaccia a breve termine per la vita, i terreni a particolare rischio, determinati siti infettivi o l’insorgenza di un’insufficienza multiorgano sono indicazioni per un trattamento antibiotico probabilistico in urgenza. La terapia antibiotica probabilistica deve tenere conto dei batteri abituali e dell’ecologia delle resistenze locali. Il trattamento deve essere rapidamente attivo, poiché una terapia antibiotica probabilistica inadeguata o ritardata è associata a un eccesso di mortalità. La scelta terapeutica è guidata dall’esame diretto dei campioni batteriologici. Gli elementi legati al paziente e al suo ambiente permettono di mirare la terapia antibiotica probabilistica contro una flora batterica di tipo comunitario o associata alle cure. Il rischio di batteri multiresistenti aumenta notevolmente in caso di infezione associata alle cure. Il vantaggio di un’associazione di antibiotici è essenzialmente l’ampliamento dello spettro antibatterico. La farmacocinetica degli antibiotici nei pazienti in rianimazione è molto alterata, giustificando l’uso di dosi elevate per ottenere concentrazioni efficaci nel sito infettivo e un monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche di antibiotici. Dopo aver ricevuto i risultati microbiologici, è indispensabile un ritorno alla terapia antibiotica efficace più semplice possibile. Sono così presentate le recenti raccomandazioni per le infezioni più frequenti in rianimazione.