{"title":"Insufficienza epatica acuta","authors":"M. Lamamri , E. Weiss","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49599-6","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49599-6","url":null,"abstract":"<div><div>L’insufficienza epatica acuta (IEA) si definisce come un episodio acuto di disfunzione epatica sotto l’effetto di agenti tossici o infettivi che si verifica in assenza di un’epatopatia sottostante. Si tratta di una patologia rara ma che mette a rischio la prognosi vitale. Per gestire in modo precoce e ottimale i pazienti che soffrono di insufficienza epatica acuta, è necessaria una conoscenza specifica delle sue eziologie, della sua fisiopatologia e delle sue conseguenze. In Francia, le eziologie dell’insufficienza epatica acuta sono dominate dalle cause tossiche, in particolare il paracetamolo. Le eziologie virali, mentre occupano il primo posto nei paesi in via di sviluppo, sono relegate in terza posizione, dopo le cause sconosciute. La prognosi spontanea dell’insufficienza epatica acuta è grave. Varia tuttavia secondo la causa di questa patologia. L’insufficienza epatica acuta genera una sindrome infiammatoria sistemica intensa e insufficienze multiorgano che colpiscono, fra gli altri, i reni, i polmoni, il sistema cardiovascolare e il cervello. Queste insufficienze sono ampiamente responsabili della prognosi. La comparsa di un edema cerebrale con un’ipertensione intracranica può essere in primo piano e portare al decesso per ernia cerebrale. In questo contesto, la sua ricerca meticolosa deve essere regolare e sistematica. Il trapianto di fegato in urgenza ha trasformato la prognosi di questa patologia. La sopravvivenza a 1 anno dopo un trapianto per insufficienza epatica acuta è attualmente superiore al 70%. Dopo aver stabilito una diagnosi positiva, la gestione dell’IEA richiederà di documentare rapidamente la causa dell’insufficienza epatica, per somministrare un eventuale trattamento specifico e determinare la prognosi spontanea. Le insufficienze d’organo sono gestite secondo le raccomandazioni abituali di rianimazione e neurorianimazione. Il ricorso al trapianto di fegato è guidato dall’utilizzo di punteggi prognostici specifici e richiede una consulenza specialistica presso centri esperti dotati di un’unità di trapianto epatico.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 4","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-10-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142533005","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Diskaliemie dell’adulto","authors":"C. Ichai (Professeur d’anesthésie réanimation)","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49600-X","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49600-X","url":null,"abstract":"<div><div>Il potassio è il catione scambiabile intracellulare più abbondante dell’organismo. Esso svolge un ruolo in numerose funzioni cellulari, in particolare nel mantenimento del potenziale di membrana a riposo e quindi dell’eccitabilità neuromuscolare. Le diskaliemie sono tra i disturbi elettrolitici più frequenti nei pazienti ricoverati. La loro gravità è costituita dai disturbi del ritmo e della conduttività cardiaca. La regolazione della kaliemia e dell’emostasi del potassio si basa su meccanismi complessi e molteplici. Il controllo dei trasferimenti transcellulari, chiamato equilibrio interno, è rapido ma transitorio. La regolazione dell’equilibrio esterno (omeostasi del potassio) avviene attraverso il controllo dell’escrezione renale di potassio mediata da vie di feedback ormonali e paracrine attivate dalle variazioni della kaliemia. Le iperkaliemie possono essere dovute a un trasferimento con estrusione cellulare di potassio (insulinopenia, lisi cellulare) o a una causa renale con deficit di riassorbimento del potassio (iperaldosteronismi, insufficienze renali). L’eccessivo apporto orale di potassio è raramente responsabile di iperkaliemie gravi, tranne in caso di cause associate o di fattori favorenti. Le cause farmacologiche sono molto frequenti e agiscono attraverso vie diverse a seconda della molecola (inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone, betabloccanti). L’iperkaliemia con segni elettrocardiografici (ECG) è un’urgenza terapeutica vitale e richiede una strategia che comprende un’antagonizzazione dei disturbi cardiaci con sali di calcio, un trasferimento di potassio nella cellula (insulina-glucosio, agonisti beta-adrenergici) e, se necessario, un’eliminazione del potassio attraverso il tubo digerente o con diuretici. Le ipokaliemie possono derivare da un meccanismo di trasferimento, spesso di origine farmacologica iatrogena (agonisti beta-adrenergici, terapia insulinica, sindrome di rinutrizione). Le ipokaliemie da perdita di potassio possono essere di origine digestiva o renale (ipermineralcorticismi, tiazidici, diuretici dell’ansa). Nelle forme sintomatiche con segni ECG, è necessaria in urgenza la supplementazione endovenosa.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 4","pages":"Pages 1-22"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-10-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142533076","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
D. Hijazi, A. Jacquens, C. Tabillon, M. Doirado, K. Belkebir, S. Monsel, B. Mathon, B. Baussart, S. Gaillard, V. Degos
{"title":"Anestesia-rianimazione nella chirurgia dell’ipofisi","authors":"D. Hijazi, A. Jacquens, C. Tabillon, M. Doirado, K. Belkebir, S. Monsel, B. Mathon, B. Baussart, S. Gaillard, V. Degos","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49597-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49597-2","url":null,"abstract":"<div><div>La chirurgia dell’ipofisi per via trans-sfenoidale è il trattamento degli adenomi ipofisari intrasellari. Questa via d’accesso rispetta le vie ottiche e consente l’adenomectomia selettiva con conservazione di una funzione anteipofisaria normale. La tecnica chirurgica per via endoscopica si è diffusa negli ultimi anni. Le manifestazioni cliniche degli adenomi ipofisari dipendono dalla presenza o meno di una sindrome tumorale e dall’ipersecrezione ormonale. La sostituzione ormonale perioperatoria si è semplificata e le sue modalità differiscono a seconda dello stato endocrino. L’intervento è di breve durata e si esegue in posizione semiseduta. La difficoltà di gestione delle vie aeree domina il periodo intraoperatorio nel paziente acromegalico. Le complicanze sono rare e sono principalmente di ordine metabolico (diabete insipido).</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 4","pages":"Pages 1-15"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-10-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"142533006","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Sedazione in rianimazione con alogenati","authors":"M. Jabaudon , J.-M. Constantin","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49337-7","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49337-7","url":null,"abstract":"<div><p>L’uso di anestetici volatili, come l’isoflurano e il sevoflurano, per la sedazione in rianimazione suscita un crescente interesse. Questi agenti ad azione e a eliminazione rapide consentono una sedazione da lieve a profonda, che si integra bene negli attuali protocolli di analgesia-sedazione e che può essere facilitata attraverso la misurazione della frazione espirata dell’anestetico. La somministrazione è assicurata da dispositivi specifici, che riciclano il 90% degli agenti espirati per il ciclo respiratorio successivo, mentre la restante parte deve essere raccolta in sistemi dedicati. Viene utilizzato principalmente il sevoflurano nella maggior parte dei paesi, ma l’isoflurano è stato recentemente approvato ufficialmente in molti paesi per la sedazione dei pazienti adulti sottoposti a ventilazione meccanica invasiva in terapia intensiva. Attualmente, le principali indicazioni per l’uso degli alogenati in rianimazione sono l’insuccesso della sedazione endovenosa, l’asma o il broncospasmo gravi, lo stato di male epilettico refrattario o la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS). Le controindicazioni riguardano i pazienti con precedenti di ipertermia maligna, una sensibilità agli agenti volatili o un rischio di aumento della pressione intracranica. L’uso degli alogenati per la sedazione in rianimazione è stato associato a tempi di risveglio e di estubazione più brevi rispetto al midazolam o al propofol. Tuttavia, questa strategia di sedazione richiede attrezzature specializzate e una formazione specifica. Non presenta rischi di esposizione per il personale sanitario in caso di uso appropriato, che deve essere integrato nelle attuali misure di riduzione dell’impatto ambientale. Restano necessari lavori di ricerca e di valutazione medicoeconomica per precisare l’interesse clinico degli alogenati come strategia di sedazione di prima linea o in determinate circostanze patologiche, come la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) o l’arresto cardiaco recuperato.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 3","pages":"Pages 1-5"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141952702","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
M. Brebion , L. Ossé , X. Repéssé , G. Orliaguet , H. Keita
{"title":"Emorragie ostetriche","authors":"M. Brebion , L. Ossé , X. Repéssé , G. Orliaguet , H. Keita","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49332-8","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49332-8","url":null,"abstract":"<div><p>Le emorragie ostetriche comprendono i sanguinamenti ante-partum e post-partum. L’emorragia ante-partum complica il 2-4% delle gravidanze. Le cause più frequenti sono la malposizione e il distacco della placenta, anche se l’origine del sanguinamento rimane indeterminata in quasi il 50% dei casi. La quantificazione delle perdite ematiche, in questo particolare contesto, è spesso sottostimata. La valutazione delle ripercussioni richiede quindi la ricerca di segni clinici di insufficienza emodinamica per aiutare a graduare la gravità dell’emorragia e per orientare verso una gestione anestesiologica e ostetrica precoce. L’emorragia del post-partum, da parte sua, complica il 5-10% dei parti a seconda del metodo di quantificazione del sanguinamento. È definita da una perdita ematica superiore o uguale a 500 ml nelle 24 ore dopo un parto vaginale o cesareo. Si parla di emorragia del post-partum grave quando il sanguinamento supera I 1 000 ml. Le principali cause di emorragia del post-partum sono l’atonia uterina, la ritenzione della placenta e la lesione del canale del parto. L’emorragia del post-partum è stata la causa dell’8,4% delle morti materne in Francia tra il 2013 e il 2015 (1,2 decessi per 100 000 nati vivi). La rapidità della diagnosi e della presa in carico sono fondamentali per ridurre la morbimortalità materna legata all’emorragia del post-partum. La gestione sarà sempre multidisciplinare e svolta contemporaneamente tra l’equipe ostetrica e quella anestesiologica. In caso di insuccesso delle misure iniziali (ossitocina, parto artificiale, revisione uterina, esame del canale del parto), la gestione delle forme gravi prevede una rianimazione attiva (riempimento vascolare, agenti vasoattivi), interventi per il controllo del sanguinamento (sulprostone, tamponamento intrauterino, procedure chirurgiche, embolizzazione arteriosa) e la correzione della coagulopatia (somministrazione di prodotti ematici labili e di agenti emostatici).</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 3","pages":"Pages 1-7"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141952703","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Galland (Chef de clinique assistante), V. Morin (Assistante spécialiste des Hôpitaux), G. Orliaguet (Professeur des Universités-praticien hospitalier, chef de service)
{"title":"Traumi cranici dei bambini","authors":"A. Galland (Chef de clinique assistante), V. Morin (Assistante spécialiste des Hôpitaux), G. Orliaguet (Professeur des Universités-praticien hospitalier, chef de service)","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49335-3","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49335-3","url":null,"abstract":"<div><p>Il trauma cranico (CT) è la lesione più prequente nei bambini traumatizzati (60-70% dei casi) e circa il 10% è costituito da traumi cranici gravi. L’analisi dell’evoluzione clinica immediatamente dopo l’incidente consente di definire tre categorie di CT: lieve, moderato e grave. Questa classificazione molto semplice permette di stabilire le basi della gestione iniziale e l’orientamento preospedaliero. Esistono differenze fisiologiche tra i traumi cranici gravi nei bambini e negli adulti. L’ipertensione intracranica post-traumatica è più frequente nei bambini, in particolare a causa di una compliance cerebrale inferiore. Allo stesso modo, a causa di una gamma di autoregolazione vascolare cerebrale più ristretta, per una variazione anche modesta della pressione arteriosa media, il flusso ematico cerebrale può variare in modo importante e portare o a un’ischemia cerebrale o a un’iperemia con aumento della pressione intracranica. Per guidare e personalizzare la gestione, sono oggi disponibili numerosi metodi di monitoraggio, ma ognuno ha i suoi limiti e non fornisce le medesime informazioni. È quindi consuetudine associarli, nel contesto di un monitoraggio cerebrale multimodale. Benché i dati siano meno chiari che negli adulti, il mantenimento di una pressione di perfusione cerebrale superiore a 40 mmHg nei più giovani e tra 50 e 60 mmHg nei bambini più grandi sembra essere l’obiettivo terapeutico da raggiungere. La maggior parte delle terapie proposte per gli adulti può essere utilizzata nei bambini, tenendo conto delle particolarità fisiologiche e farmacologiche.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 3","pages":"Pages 1-15"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141952878","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Ipernatriemia","authors":"H. Quintard","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49334-1","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49334-1","url":null,"abstract":"<div><p>L’ipernatriemia è la conseguenza di uno squilibrio del bilancio idrico, generalmente derivante da un deficit idrico non sufficientemente compensato o da un sovraccarico di sale. La presenza di un’ipernatriemia è associata a un aggravamento della prognosi e la sua gestione è quindi essenziale. Questo articolo presenta la fisiopatologia, le eziologie e i trattamenti di questo disturbo metabolico, che può colpire fino al 15% dei pazienti ricoverati in rianimazione.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 3","pages":"Pages 1-5"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141952701","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Embolia polmonare perioperatoria","authors":"L. Duarte, N. Djavidi, A. Bouglé","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49333-X","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49333-X","url":null,"abstract":"<div><p>Il periodo perioperatorio è un periodo ad alto rischio di eventi tromboembolici, con un rischio di mortalità che resta elevato e una persistenza di sequele cardiorespiratorie in circa il 20% dei pazienti. Il punteggio di Caprini consente di valutare il rischio per un paziente di sviluppare una trombosi nel periodo perioperatorio e può guidare l’inizio della tromboprofilassi. La diagnosi è confermata dall’angio-TC del torace, ma l’ecografia cardiaca è al centro della valutazione del paziente e deve ricercare segni di insufficienza ventricolare destra che testimoniano il rischio di progressione verso l’insufficienza emodinamica. Gli indici di gravità clinica dell’embolia polmonare non sono sufficienti per la valutazione del paziente in fase iniziale e l’ecografia cardiaca e il dosaggio dei biomarcatori, sono indispensabili per definire se il paziente è ad alto rischio, a rischio intermedio o a basso rischio di evoluzione negativa. I pazienti emodinamicamente stabili ma a rischio intermedio devono essere indirizzati a cure continue, dato il rischio di peggioramento nei giorni seguenti. La trombolisi è il trattamento raccomandato in prima intenzione nei pazienti con insufficienza emodinamica in assenza di controindicazioni. Le tecniche di embolectomia rappresentano dal canto loro un trattamento di seconda intenzione in caso di insuccesso o di controindicazione alla trombolisi. La gestione delle embolie polmonari gravi si basa sul trattamento dell’ipossiemia, dell’insufficienza ventricolare destra e, in caso di insufficienza emodinamica refrattaria, sull’assistenza con ECMO (ossigenazione con membrana extracorporea) venoarteriosa.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 3","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141952704","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Rabdomiolisi traumatiche e non traumatiche","authors":"P. Goudy , T. Geeraerts","doi":"10.1016/S1283-0771(24)49336-5","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(24)49336-5","url":null,"abstract":"<div><p>La rabdomiolisi è il risultato di una lesione diretta del sarcolemma o di un’inadeguatezza tra il fabbisogno e la produzione di adenosina trifosfato da parte delle cellule muscolari striate. La conseguenza è un eccessivo aumento del calcio libero ionizzato nel citoplasma. Classicamente si distingue tra rabdomiolisi traumatica e non traumatica, ma in pratica qualsiasi situazione che porti a uno squilibrio metabolico all’interno delle cellule muscolari può portare a una rabdomiolisi. La lisi delle cellule muscolari striate scheletriche provoca la liberazione del loro contenuto nel flusso sanguigno. Le conseguenze possono allora variare da un semplice aumento della creatinina fosfokinasi a livello plasmatico fino a una vera e propria ipovolemia con disturbi idroelettrolitici, insufficienza renale acuta e pericolo per la prognosi vitale. I principali meccanismi che causano la rabdomiolisi comprendono i traumi e le compressioni, l’ischemia e l’ipossia muscolare, l’attività muscolare eccessiva, le infezioni, i tossici e i farmaci, nonché le anomalie genetiche. Il punto chiave essenziale della gestione è il riempimento vascolare precoce e appropriato per normalizzare la volemia e alcalinizzare le urine. L’alcalinizzazione delle urine mediante somministrazione di bicarbonati di sodio e la diuresi forzata mediante somministrazione di diuretici o mannitolo non hanno un’efficacia chiaramente dimostrata. Non vi è inoltre alcuna dimostrazione dell’efficacia dell’uso precoce dell’epurazione extrarenale in caso di rabdomiolisi al fine di prevenire l’evoluzione verso l’insufficienza renale. L’insufficienza renale è nella maggior parte dei casi reversibile. La diagnosi precoce della rabdomiolisi è fondamentale per prevenirne le complicanze.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 3","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141952879","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
X. Delabranche (Praticien hospitalier), R. Copotoiu (Praticien hospitalier), C. Poussardin (Assistant hospitalier), W. Oulehri (Praticien hospitalier), F. Levy (Praticien hospitalier), P.-M. Mertes (Professeur des Universités-praticien hospitalier)
{"title":"Anestesia e miastenia","authors":"X. Delabranche (Praticien hospitalier), R. Copotoiu (Praticien hospitalier), C. Poussardin (Assistant hospitalier), W. Oulehri (Praticien hospitalier), F. Levy (Praticien hospitalier), P.-M. Mertes (Professeur des Universités-praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1283-0771(24)48955-X","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0771(24)48955-X","url":null,"abstract":"<div><p>La miastenia è una malattia autoimmune caratterizzata da una debolezza localizzata ogeneralizzatadellamuscolatura striata, più prossimale che distale. Gli autoanticorpisi legano ai recettori dell’acetilcolina o alle molecole funzionalmente correlate situate sulla membrana postsinaptica della giunzione neuromuscolare. Il trattamento è sintomatico, immunomodulatore e di supporto. Si basa sulla somministrazione di anticolinesterasici e di immunosoppressori. Gli attacchi acutirichiedono l’uso di plasmaferesi o di immunoglobuline per via endovenosa. Dal momento che il timo svolge un ruolo centrale nel processo di tolleranza immunitaria, la timectomia è una procedura chirurgica abbastanza comune. La gestione in sala operatoriaè multidisciplinare e mira allastabilità clinica della malattia. La valutazione della gravità si basa principalmente sulla compromissione della funzione respiratoria, responsabile della comparsa di complicanzepostoperatorie imponendo una sorveglianza sanitaria mirata. Particolare attenzione deve essere prestata ai farmaci suscettibili diaggravare la miastenia. L’adattamento del trattamento di base è importante per evitare crisi miasteniche (attacco acuto della malattia), più frequenti di quelle colinergiche (sovradosaggio di anticolinesterasici). Qualsiasi interventochirurgico o procedura interventisticanel paziente miastenico dovrebbe avvenire in una struttura in grado di garantire il supporto della funzione respiratoria nel postoperatorio (rianimazione/assistenza continua).</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 2","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-04-17","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"140558055","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}