{"title":"Gestione anestesiologica del paziente adulto obeso","authors":"J. Pensier , C. Monet , S. Jaber , A. De Jong","doi":"10.1016/S1283-0771(25)50689-8","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><div>Il rischio perioperatorio di complicanze, in particolare respiratorie, è particolarmente elevato nei pazienti obesi. I pazienti affetti da obesità con sindrome da apnee ostruttive del sonno devono essere individuati durante la visita preanestesia utilizzando questionari come i punteggi Stop-Bang o di Epworth. La diagnosi si realizza mediante la polisonnografia o più semplicemente con poligrafia ventilatoria. Le complicanze postoperatorie saranno allora limitate attraverso la continuazione o l’introduzione di una pressione positiva continua o di una ventilazione non invasiva, a seconda della situazione. Intraoperatoriamente, è fondamentale privilegiare l’anestesia locoregionale rispetto all’anestesia generale, anticipare una ventilazione in maschera e un’intubazione potenzialmente difficile e ridurre le dosi di sedativi e morfinici. La ventilazione intraoperatoria deve essere una ventilazione protettiva basata su una preossigenazione a pressione positiva in posizione proclive, con piccoli volumi correnti, una pressione espiratoria positiva e manovre di reclutamento prudenti e regolari. Questa ottimizzazione della gestione è proseguita nel postoperatorio, con un’estubazione in posizione semiseduta o laterale, la prevenzione delle complicanze tromboemboliche venose, l’attento monitoraggio degli eventi respiratori e la continuazione o l’inizio precoce di una pressione positiva continua o di una ventilazione non invasiva, in modo profilattico o curativo in caso di comparsa di insufficienza respiratoria acuta. In caso di sindrome da distress respiratorio acuto, sono preferiti le regolazioni individualizzate del ventilatore così come il decubito ventrale, che è particolarmente efficace. Prima dell’eventuale estubazione può essere realizzato un test di svezzamento su tubo a T o su ventilatore con pressione espiratoria positiva e supporto inspiratorio impostato su 0.</div></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"30 3","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2025-07-11","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077125506898","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Il rischio perioperatorio di complicanze, in particolare respiratorie, è particolarmente elevato nei pazienti obesi. I pazienti affetti da obesità con sindrome da apnee ostruttive del sonno devono essere individuati durante la visita preanestesia utilizzando questionari come i punteggi Stop-Bang o di Epworth. La diagnosi si realizza mediante la polisonnografia o più semplicemente con poligrafia ventilatoria. Le complicanze postoperatorie saranno allora limitate attraverso la continuazione o l’introduzione di una pressione positiva continua o di una ventilazione non invasiva, a seconda della situazione. Intraoperatoriamente, è fondamentale privilegiare l’anestesia locoregionale rispetto all’anestesia generale, anticipare una ventilazione in maschera e un’intubazione potenzialmente difficile e ridurre le dosi di sedativi e morfinici. La ventilazione intraoperatoria deve essere una ventilazione protettiva basata su una preossigenazione a pressione positiva in posizione proclive, con piccoli volumi correnti, una pressione espiratoria positiva e manovre di reclutamento prudenti e regolari. Questa ottimizzazione della gestione è proseguita nel postoperatorio, con un’estubazione in posizione semiseduta o laterale, la prevenzione delle complicanze tromboemboliche venose, l’attento monitoraggio degli eventi respiratori e la continuazione o l’inizio precoce di una pressione positiva continua o di una ventilazione non invasiva, in modo profilattico o curativo in caso di comparsa di insufficienza respiratoria acuta. In caso di sindrome da distress respiratorio acuto, sono preferiti le regolazioni individualizzate del ventilatore così come il decubito ventrale, che è particolarmente efficace. Prima dell’eventuale estubazione può essere realizzato un test di svezzamento su tubo a T o su ventilatore con pressione espiratoria positiva e supporto inspiratorio impostato su 0.