Chiara Vannini, Andrea Pazzini, Eleonora Baschetti, Simona Di Giandomenico, Sofia Dominici
{"title":"Le esperienze vissute dai familiari delle persone ricoverate in terapia intensiva: uno studio fenomenologico","authors":"Chiara Vannini, Andrea Pazzini, Eleonora Baschetti, Simona Di Giandomenico, Sofia Dominici","doi":"10.4081/scenario.2020.452","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.452","url":null,"abstract":"Introduzione: Il ricovero in Terapia Intensiva ha effetti significativi sui familiari delle persone ricoverate, da un punto di vista bio – psico – sociale, con ricadute anche rilevanti sulla propria vita. Obiettivo: L’obiettivo dello studio è valutare l’impatto del ricovero in Terapia Intensiva sulla qualità di vita dei famigliari delle persone ricoverate. Materiali e metodi: È stato condotto uno studio qualitativo fenomenologico; sono stati arruolati per lo studio 100 famigliari di pazienti ricoverati in Terapia Intensiva nel periodo da maggio 2019 a novembre 2019 che sono stati sottoposti ad un’intervista strutturata. Risultati: Sono stati coinvolti 100 famigliari, fra questi 73 donne e 27 uomini. L’età media delle persone coinvolte è stata di 51,50 anni con una mediana di 50, e l’intervista è stata svolta in media dopo 6,3 giorni dal ricovero. I risultati mostrano che il 36% degli intervistati non ha più tempo da dedicare a se stesso, agli altri famigliari e alla vita sociale. Il 71% delle persone riferisce di sentirsi teso, sovraccaricato e desidererebbe fuggire dalla situazione. Per quanto riguarda le abitudini quotidiane, circa il 60% riferisce di sentirsi stanco; il 40% circa riferisce di avere difficoltà a dormire, e circa il 15% di dover ricorrere a farmaci per poter dormire. Per quanto riguarda l’alimentazione, più del 35% riferisce di non avere più abitudini alimentari regolari, e sul versante lavorativo, il 31% degli intervistati riferisce di non riuscire a lavorare come di consueto, e il 14% ha dichiarato di aver dovuto lasciare, anche solo temporaneamente, il lavoro. Discussione/Conclusioni: I risultati mettono in luce come il ricovero in Terapia Intensiva di un proprio caro abbia effetti anche sulla vita del familiare e abbia conseguenze significative. Per questo, l’assistenza dovrebbe prevedere il coinvolgimento globale di tutta la famiglia, attraverso l’accoglimento dei famigliari e caregiver. Parole chiave: “Terapia Intensivaâ€, “famigliariâ€, “caregiverâ€, “vissutoâ€.","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"25 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-29","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"132728242","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Sofia Laura Colombo, G. Gadda, Claudia Timoftica, A. Alberti, John Tremamondo, Stefania Tinti, I. Ramponi, A. Destrebecq
{"title":"Il paziente con dolore toracico in Pronto Soccorso: ruolo dell’infermiere nella presa in carico precoce. Una esperienza presso l’ASST Rhodense","authors":"Sofia Laura Colombo, G. Gadda, Claudia Timoftica, A. Alberti, John Tremamondo, Stefania Tinti, I. Ramponi, A. Destrebecq","doi":"10.4081/scenario.2020.456","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.456","url":null,"abstract":"Introduzione: Gli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Regione Lombardia hanno approfondito quanto la figura infermieristica possa incidere sul fenomeno del sovraffollamento in Pronto Soccorso (PS). Per tale motivo sono stati elaborati dei protocolli a gestione infermieristica; si ritiene che tali protocolli, attraverso il governo dei tempi, dei flussi e dell’appropriatezza, possano generare benefici in termini di riduzione dei tempi all’interno del PS, contenendo il fenomeno del sovraffollamento e rischi ad esso correlati. Uno dei protocolli riguarda un sintomo che potrebbe essere imputato ad una patologia tempo dipendente: il dolore toracico. Materiali e Metodi: Per lo studio sono stati arruolati 186 pazienti (122 del 2018, 64 del 2019) ricoverati presso il Pronto Soccorso di Rho e, attraverso il sistema di triage, sono stati confrontati i tempi di attesa alla presa in carico, i tempi di richiesta degli esami ematici per l’identificazione precoce di danno miocardico e i tempi totali di permanenza in PS dei pazienti con dolore toracico, a cui è stato assegnato un codice di priorità verde al triage (prima e con l’applicazione del protocollo di presa in carico infermieristica). Risultati: Grazie alla presa in carico infermieristica, il tempo di presa in carico media diminuisce di 68,34 minuti. Il tempo medio di richiesta della troponina diminuisce di 72,5 minuti. Il tempo totale di permanenza in pronto soccorso diminuisce di 92,93 minuti. Conclusioni: La presa in carico infermieristica trasforma l’attesa passiva in attesa attiva e favorisce il raggiungimento del Gold standard del processo di PS entro otto ore, inoltre contribuisce a diagnosticare in maniera precoce le patologie tempo dipendenti. Parole chiave: infarto acuto del miocardio, dipartimento di emergenza e accettazione, triage, presa in carico infermieristica","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"15 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-29","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"130771588","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"La gestione dei pazienti nel periodo post-operatorio: obiettivi, requisiti e vantaggi delle Recovery Room e Post - Anesthesia Care Unit","authors":"Guglielmo Imbrìaco","doi":"10.4081/scenario.2020.453","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.453","url":null,"abstract":"Background: il percorso post-operatorio dei pazienti con elevato rischio anestesiologico sottoposti a interventi chirurgici complessi richiede un periodo di osservazione in un’area che consenta un idoneo livello assistenziale e di monitoraggio, con l’obiettivo di ridurre le complicanze e di evitare ricoveri inappropriati nei reparti di terapia intensiva. Le Recovery Room (RR) e le Post Anaesthesia Care Unit (PACU) sono descritte come un ambiente idoneo all’assistenza e al trattamento del paziente che è stato sottoposto ad un intervento chirurgico in regime ordinario o day surgery, fino al recupero delle funzioni vitali o della coscienza. Obiettivo: descrivere i vantaggi, gli strumenti, i requisiti strutturali e le dotazioni di personale necessarie per l’allestimento di un servizio di assistenza post-anestesia, sulla base delle raccomandazioni nazionali e internazionali. Discussione: l’implementazione di un servizio dedicato all’assistenza nell’immediato post-operatorio, con idonee dotazioni strutturali e di personale, consente di gestire le complicanze più frequenti, come la nausea e il vomito, e di garantire in sicurezza la dimissione dei pazienti. Conclusione: l’evoluzione dei servizi di RR, da attività limitate alle ore diurne e nei giorni feriali a supporto del blocco operatorio e dedicate prevalentemente alla fase di risveglio, verso una tipologia di servizio concettualmente più estensiva come le PACU, consente di garantire assistenza dopo un intervento chirurgico al di fuori delle terapie intensive.","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"183 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-29","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"122665342","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Christian Ramacciani Isermann, Moris Rosati, Katia Marzocchi, Lorenzo Righi
{"title":"Valutazione del delirium nell’anziano in pronto soccorso: una revisione narrativa della letteratura","authors":"Christian Ramacciani Isermann, Moris Rosati, Katia Marzocchi, Lorenzo Righi","doi":"10.4081/scenario.2020.450","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.450","url":null,"abstract":"Introduzione: Il delirium è un problema tutt’altro che raro in pronto soccorso (PS): in letteratura emerge che un paziente su dieci sperimenti questa sindrome. Gli strumenti di screening propri di altri setting di cura raramente sono utilizzati in PS sia per la loro complessità che per la scarsa formazione. Anche fattori ambientali caratteristici del PS, come il sovraffollamento e l’elevato flusso di lavoro, possono contribuire a un loro ridotto utilizzo. L’obiettivo di questo lavoro, pertanto, è quello di ricercare in letteratura le evidenze più aggiornate e verificare quale metodo di valutazione, adoperabile dal personale non specialistico, sia il più efficace nell’identificare precocemente il Delirium nelle persone anziane in Pronto Soccorso. Materiali e metodi: È stata effettuata una revisione della letteratura consultando le banche dati MEDLINE (interfaccia PubMed) e CINAHL nel periodo che 13/04/2019-28/04/2019, limitando la ricerca con retroattività di 5 anni, lingua inglese o italiana e disponibilità del full text. Risultati: Negli 11 studi inclusi nella revisione sono state analizzate le scale Confusion Assessment Method (CAM), le sue versioni modificate mCAM-ED, bCAM e CAM-ICU, l’Assessment Test for delirium and cognitive impairment (4AT), la Richmond Agitation and Sedation Scale (RASS) e la sua versione “Modifiedâ€. Due lavori hanno valutato strumenti diversi dalle scale: lo screening di fragilità clinica e fattori di rischio. Conclusioni: La 4AT sembra emergere come più idonea per la valutazione del delirium in pronto soccorso: ha un tempo di somministrazione pari a 2 minuti, può essere eseguita dal personale infermieristico e mostra delle buone prestazioni diagnostiche sia in presenza che in assenza di decadimento cognitivo. Sono necessari però ulteriori studi per testarne l’utilizzo in PS, anche in comparazione con altri strumenti. Parole chiave: Delirium; Scores; Pronto Soccorso.","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"6 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-29","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"128521910","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Studio osservazionale in merito alla validità della Canadian C-Spine Rule in ambito extra ospedaliero","authors":"Nicolò Bravi, Lara Marchetti, Stefano Musolesi","doi":"10.4081/scenario.2020.455","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.455","url":null,"abstract":"Introduzione: In ambito extra ospedaliero è pratica comune applicare un collare cervicale ad ogni soggetto vittima di trauma. Per molti di loro tale pratica può rappresentare un trattamento eccessivo e in alcuni casi un evento avverso, inoltre può portare a svolgere superflui esami diagnostici. In considerazione degli sviluppi scientifici è opportuno chiedersi se l’utilizzo ‘routinario’ del collare cervicale debba essere riconsiderato. Obiettivo: Analizzare l’appropriatezza della Canadian C-Spine Rule (CCR) come elemento predittivo per l’utilizzo o meno del collare cervicale. Metodi: E’ stata effettuata un'indagine retrospettiva sui pazienti ammessi al Pronto Soccorso degli ospedali di Ravenna, Cesena e San Marino dal 1 Aprile 2017 al 31 Agosto 2017. I pazienti giunti in Pronto Soccorso, vittime di trauma a cui era stato posizionato il collare cervicale, sono stati sopposti a una valutazione Canadian C-Spine Rule (CCR) al fine di verificarne la sua appropriatezza. Risultati: 156 soggetti sono rientrati nei criteri proposti dalla Canadian C-Spine Rule (CCR) e nessuno ha riportato lesioni significative; se fosse stata applicata in ambito extra ospedaliero, la scala di valutazione sarebbe risultata sicura come verificato dalla successiva indagine radiologica. Conclusioni: I risultati di questo studio confermano quanto riportato dalla letteratura esistente. La Canadian C-Spine Rule (CCR) si conferma essere un valido strumento in grado di differenziare i pazienti traumatizzati che necessitano del collare cervicale in ambito extra ospedaliero o di ulteriori indagini diagnostiche in ambito ospedaliero. L’utilizzo della CCR richiede personale addestrato, migliora il comfort e può ridurre l’esecuzione di indagini diagnostiche. Parole chiave: Canadian C- Spine Rule (CCR), colonna cervicale; radiografia, trauma; lesione colonna cervicale, dipartimento d’emergenza","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"43 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-29","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"125917705","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Lorenzo Righi, Silvia Cini, Augusta Angelica Grimaldi, S. Trapassi
{"title":"Dispositivi manuali o meccanici per la ventilazione nella rianimazione neonatale: una revisione narrativa","authors":"Lorenzo Righi, Silvia Cini, Augusta Angelica Grimaldi, S. Trapassi","doi":"10.4081/scenario.2020.438","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.438","url":null,"abstract":"La ventilazione durante la rianimazione neonatale è una fase fondamentale dell’intero processo, in quanto la precoce stabilizzazione della meccanica ventilatoria in un neonato, oltre ad essere fondamentale per la vita, lo protegge da eventuali danni del sistema nervoso centrale e periferico provocati da un’ipossia prolungata. Essa può essere erogata manualmente, con il pallone auto insufflante o il pallone flusso dipendente, o automaticamente tramite dei dispositivi meccanici, come il rianimatore a T. La differenza sostanziale tra i due approcci è che nel primo la ventilazione è erogata dall’operatore, mentre nella seconda dalla macchina. Quindi è fondamentale conoscere se il fattore umano sia causa di una ventilazione inefficace e se ci siano dispositivi accessori che aiutino a quantificare i volumi e le pressioni dell’erogazione di una ventilazione tramite un dispositivo manuale. Materiali e Metodi: L’obiettivo di questo lavoro è quello di comprendere se","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"12 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-10-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"134487025","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Presidenza Del Consiglio Dei Ministri COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA
{"title":"COVID-19: LA DECISIONE CLINICA IN CONDIZIONI DI CARENZA DI RISORSE E IL CRITERIO DEL “TRIAGE IN EMERGENZA PANDEMICAâ€","authors":"Presidenza Del Consiglio Dei Ministri COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA","doi":"10.4081/scenario.2020.444","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.444","url":null,"abstract":"<jats:p>.</jats:p>","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"40 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-10-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"122566503","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
S. Bambi, A. Lucchini, M. Trevisan, G. Piemonte, M. Manici, Irene Comisso, Filippo Marchese, Elisa Mattiussi, S. Elli, C. Fusi, Enrico Bulleri, Alessandra Negro, Laura Rasero, Pasquale Iozzo
{"title":"La vestizione delle persone significative durante l’accesso alle visite ai pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva. Entriamo nel merito (e nel metodo).","authors":"S. Bambi, A. Lucchini, M. Trevisan, G. Piemonte, M. Manici, Irene Comisso, Filippo Marchese, Elisa Mattiussi, S. Elli, C. Fusi, Enrico Bulleri, Alessandra Negro, Laura Rasero, Pasquale Iozzo","doi":"10.4081/scenario.2020.441","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/scenario.2020.441","url":null,"abstract":"Il concetto di terapia intensiva aperta prevede l’abbattimento delle barriere fisiche, comunicative e temporali rispetto al precedente modello di cura in area critica. A questi tre principi si stanno affiancando nuove sfide: la partecipazione dei familiari alle attività di nursing e al round di visita medica sul paziente. Al momento, però, rimangono aperte alcune importanti questioni, la mancata risposta alle domande che si pongono ancora oggi dietro il falso mito che vede il familiare come attore di interferenze con le cure e l’assistenza al paziente, e come portatore di infezioni alla persona oggetto delle visite. L’obiettivo del presente articolo è rilevare la presenza di evidenze scientifiche alla base delle attuali raccomandazioni sulle pratiche di vestizione dei visitatori in terapia intensiva.","PeriodicalId":252784,"journal":{"name":"Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza","volume":"24 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-10-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"124291922","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}