{"title":"Album di famiglia e scrapbook vittoriani. Fotografia e femminismo nella seconda metà dell’Ottocento","authors":"F. Muzzarelli","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp8-25","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp8-25","url":null,"abstract":"Nel contesto vittoriano di metà Ottocento, la possibilità di acquistare e collezionare piccoli ed economici ritratti fotografici diede vita alla moda di realizzare album di famiglia e scrapbook giustapponendo fotografie a disegni a scritture. Le donne aristocratiche che sperimentarono queste pratiche gli attribuirono la forza di uno strumento identitario e di gender politics in cui corpo, performatività e azione costituirono la possibilità di manipolare in modo trasgressivo le dimensioni dello spazio e del tempo. Il saggio approfondisce queste esperienze di tipo fotografico prendendo in esame due casi studio principali: l’album di Lady Charlotte Milles (1835-1927), e quello di Georgina Berkeley (1831-1919), per darne una lettura in cui la storia della fotografia e dell’arte contemporanea intrecciano i gender e i feminist studies. In quest’ottica, il recupero di attività marginali e amatoriali permette di valorizzare sperimentazioni extra-artistiche, quali furono gli scrapbook vittoriani, nel loro aurorale uso concettuale della fotografia. Pur trattandosi di un esercizio circoscritto storicamente e socialmente, gli album realizzati dalle donne vittoriane mostrarono la forza della fotografia nelle sue implicazioni autobiografiche, identitarie e dell’immaginario, con l’obiettivo di negoziare l’invisibilità a cui erano state destinate ma, al tempo stesso, dando vita ad azioni, esperienze e idee che solo l’arte contemporanea avrebbe reso praticabili.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"79 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139316594","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"1956-1964, incontrare l’America a Roma e Parigi. L’evoluzione del linguaggio figurativo di Giosetta Fioroni dalle tele informali agli Argenti","authors":"Letizia Giardini","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp26-47","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp26-47","url":null,"abstract":"Alla fine del 1957 Giosetta Fioroni lasciò l’Italia, con l’esigenza di trovare la propria dimensione identitaria all’interno del panorama artistico contemporaneo. Visse fino al 1963 anni di intenso nomadismo tra le sollecitazioni multiformi di Parigi, legata ancora alla tradizione delle avanguardie europee, e la realtà a lei familiare di Roma, che destava il crescente interesse di artisti, critici e collezionisti americani, nonostante gli equilibri precari della Guerra Fredda. Questo studio intende dimostrare come le modalità non continuative del soggiorno francese, insieme alla distanza geografica e culturale dall’ambiente della sua formazione, permisero all’artista di giungere alla sintesi di un nuovo linguaggio figurativo che scardinava, nel fluire dei grafismi, le precedenti abitudini compositive informali. Esplorando e cristallizzando l’aspetto transeunte del ricordo, i disegni e le carte anticiparono dal 1958 elementi pittorici e tecniche che contraddistinsero, in seguito, gli Argenti. Attraverso la ricostruzione delle mostre e delle relazioni internazionali di Giosetta Fioroni, è stato analiticamente indagato, per la prima volta, il ruolo centrale di alcune figure per il suo percorso di maturazione umano e professionale, dai découvreurs de talents delle galeries pilotes Facchetti e Breteau, al collezionista Henry Fara. L’identificazione della persona di Gerard Michel ha consentito, inoltre, di anticipare la data dei primi contatti con la Francia al 1956.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"70 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139316863","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Aleatorietà e permutabilità nelle ricerche astratto-concrete in Italia. Struttura continua N. 018 di Bruno Munari, Immagini ottenute sostituendo ai numeri i quadrati di Davide Boriani e Random walks by random numbers di Grazia Varisco","authors":"Irene Cimò","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp150-161","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp150-161","url":null,"abstract":"Il dato aleatorio, elemento che entra regolarmente a far parte delle pratiche artistiche con le sperimentazioni dadaiste e surrealiste, viene ripreso e studiato dagli artisti del secondo Novecento. Una figura cardine è John Cage: il suo arrivo in Italia nel 1959 rappresenta una tappa importante per le riflessioni sul caso e non solo. Nel 1961 Umberto Eco scrive La forma del disordine, pubblicato all’interno dell’Almanacco Letterario Bompiani 1962, in cui l’autore mette in evidenza il rapporto tra arte, scienza e aleatorietà. È accompagnato da riproduzioni fotografiche di opere principalmente di arte cinetica e programmata, tra le quali spiccano Struttura continua N. 018 di Bruno Munari e Immagini ottenute sostituendo ai numeri i quadrati di Davide Boriani. Il primo è un lavoro composto da elementi modulari metallici che, tramite un sistema a incastro, permette al pubblico di creare infinite composizioni. Il secondo è invece basato sul processo di permutabilità da numero a segno grafico, esplicitato già nel titolo.Tra il 1972 e il 1974, Grazia Varisco unisce aleatorietà e permutabilità con la serie Random walks by random numbers, composta da cinque serigrafie. Associando un colore e una forma arbitrari a numeri casuali usati nella matematica statistica, l’artista ottiene cinque composizioni astratto-geometriche bidimensionali diverse.Tra le tre opere si instaura un dialogo dal punto di vista sperimentale, nonostante la grande differenza tipologica, stilistica e di linguaggio.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"116 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139316990","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Storia del Cagnolin Moz-Cova e La favola delle tre ocarine. Due manoscritti illustrati poco conosciuti di Gabriele Mucchi","authors":"Alessandra Ruzzier","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp116-147","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp116-147","url":null,"abstract":"L'Album presenta i manoscritti di due racconti illustrati di contenuto satirico anti-nazista composti da Gabriele Mucchi per i propri nipoti in occasione del Natale del 1944. Le riproduzioni fotostatiche dei manoscritti si conservano nel Fondo Mucchi del Centro Apice dell'Università degli Studi di Milano.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"486 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139316660","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Attorno al monumento in ricordo di Roberto Franceschi. Metafora, invenzione strutturale e funzionalità nel dibattito della cultura militante di metà anni Settanta","authors":"A. Capriolo","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp70-91","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp70-91","url":null,"abstract":"Il presente contributo si propone di analizzare gli eventi che portarono alla scelta di un maglio industriale quale monumento in ricordo di Roberto Franceschi, studente bocconiano militante del Movimento Studentesco ucciso durante una manifestazione nel 1973. Nel dibattito sorto attorno alla scelta dell'oggetto si confrontarono prospettive culturali antitetiche: da una parte i membri del Movimento Studentesco - supportati anche da una serie di artisti, come Alik Cavaliere - che avrebbero voluto ricordare Franceschi con una scultura di ispirazione realista, dall'altra i \"progettisti\", tra cui spiccava Enzo Mari, che avrebbero voluto commemorare il giovane attraverso una metaforizzazione dei contenuti cari alla cultura comunista e studentesca di metà anni Settanta: il lavoro e lo studio. Il distacco del monumento dedicato a Franceschi rispetto ai classici attributi di una scultura di stampo realista risulta evidente dal confronto con un altro monumento dedicato negli stessi anni a due \"martiri\" della Nuova Sinistra, la stele bronzea dedicata a Giannino Zibecchi e Claudio Varalli dallo scultore Nicola Neonato.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"35 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139316961","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"L’implicazione della registrazione videografica negli happenings di Allan Kaprow. Il caso di Print-Out (per George Brecht) (Milano, 1971)","authors":"Irene Boyer","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp48-69","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp48-69","url":null,"abstract":"Tra la fine degli anni Sessanta e il principio del decennio successivo la ricerca di Allan Kaprow è nel pieno di una fase per certi versi di transizione e cambiamento, dove nei suoi happenings apre a una sperimentazione che valica quanto enucleato nel carattere dei suoi primi progetti, ossia l’azione pura, e ingloba l’uso di strumentazione tecnologica, in peculiare dialogo con il procedere degli eventi. Nel 1971 il Comune di Milano commissiona la creazione di Print Out (per George Brecht), un happening per e sulla città, il primo in ambito italiano. Si tratta di uno dei primi lavori in cui l’artista alla realizzazione di un’azione con i partecipanti relaziona direttamente una ripresa in video e successivamente la presentazione del registrato in mostra, articolando così un’operazione sui generis. Tuttavia sia in ambito nazionale sia nelle biografie dell’artista l’evento meneghino avrà poca eco e la mancanza di interesse critico e storico, anche da parte dello stesso Kaprow, lo porterà fin da subito a una sorta di damnatio memoriae. La recente riscoperta di molti materiali legati a esso ha permesso però di condurre una ricostruzione filologica dei fatti. Sulla scia di questo il presente contributo si propone di offrire un riesame di Print Out e, contestualmente, di analizzare come l’artista abbia impiegato la registrazione in video, aprendo, in modo inedito per il suo lavoro, alle possibilità di espansione di significazione ed esperienzialità di un happening-event-activity.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"25 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139316651","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"uomo nero va fuoritema","authors":"– L'uomo nero, D. Colombo","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp4-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp4-6","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"21 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139316667","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"\"Negro eating watermelon\": pitture murali, cronache e controversie a New York. 1933-1936","authors":"S. Bignami","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp45-53","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp45-53","url":null,"abstract":"Il saggio analizza la presenza del ritratto di un nero sorridente e con un cocomero in mano - una delle trecento figure del ciclo Law through the Ages dipinto tra 1934 e 1936 da Attilio Pusterla nella cupola della rotonda della County Court House di New York – che fu motivo di proteste della comunità nera locale (politici, avvocati, artisti, imprenditori e uomini di chiesa) che ne richiedeva la rimozione a Samuel Levy, presidente del distretto di Manhattan, e a Ernest Peixotto, pittore e membro della Municipal Art Commission di New York: \"a Negro eating watermelon wasn't sufficiently dignified for courthouse murals and it was burlesque of the race\".","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"270 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115889382","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"[Lucio Fontana.] Dall'antologica all'Attico nel 1959 al Catalogo generale del 1974 e del 1986","authors":"E. Crispolti","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp9-25","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp9-25","url":null,"abstract":"L'articolo tratteggia il rapporto tra l'autore e Lucio Fontana ripercorrendo le esperienze del decennio che va dalla breve ma significativa antologica dell'artista organizzata da Crispolti alla Galleria L'Attico di Roma, nell'autunno del 1959, all'esperienza del catalogo generale, avviato poco dopo la scomparsa di Fontana, e realizzato nella sua prima edizione nel 1974.Lungo questo percorso, Crispolti cerca di riassumerne l'ottica, nel senso d'uno sguardo retrospettivo sui trascorsi creativi di Fontana, che muovono da metà degli anni Venti, attraverso considerazioni relative a nodi centrali del suo immaginario, per poi riferirsi al dialogo ravvicinato sviluppato nell'ultimo decennio di creatività e di vita dell'artista.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"12 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"114927911","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Achille Funi nella collezione del MAC-USP","authors":"A. G. Magalhães","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp141-150","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp141-150","url":null,"abstract":"Negli ultimi anni, molto è stato detto, nella storiografia dell’arte brasiliana, sulla creazione delle istituzioni artistiche dedicate all’arte moderna nel paese, a partire dai contatti, negli anni Quaranta, del critico paulistano Sérgio Milliet e, poi, dell’industriale Francisco Matarazzo Sobrinho (di discendenza italiana) con gli Stati Uniti, in particolare col Museum of Modern Art di New York.\u0000Da queste trattative, svolte con maggior intensità nel 1946, risultò l’acquisto, da parte di Francisco Matarazzo Sobrinho e di sua moglie, Yolanda Penteado, di un primo gruppo di opere moderniste italiane e francesi, che giunsero in Brasile nel 1947. Quei due anni segnarono l’inizio del progetto di costituzione del primo Museo d’Arte Moderna di San Paolo (MAM), la cui collezione fu trasferita all’Università di San Paolo nel 1963, con la creazione del Museo di Arte Contemporanea (MAC-USP) per accoglierla.Il saggio si concentra su un dipinto di Achille Funi incluso nella collezione, L’indovina (1924), comprato per tramite della Galleria Il Milione di Milano nel 1946.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"2022 22","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"120970574","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}