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Abstract
Negli ultimi anni, molto è stato detto, nella storiografia dell’arte brasiliana, sulla creazione delle istituzioni artistiche dedicate all’arte moderna nel paese, a partire dai contatti, negli anni Quaranta, del critico paulistano Sérgio Milliet e, poi, dell’industriale Francisco Matarazzo Sobrinho (di discendenza italiana) con gli Stati Uniti, in particolare col Museum of Modern Art di New York.
Da queste trattative, svolte con maggior intensità nel 1946, risultò l’acquisto, da parte di Francisco Matarazzo Sobrinho e di sua moglie, Yolanda Penteado, di un primo gruppo di opere moderniste italiane e francesi, che giunsero in Brasile nel 1947. Quei due anni segnarono l’inizio del progetto di costituzione del primo Museo d’Arte Moderna di San Paolo (MAM), la cui collezione fu trasferita all’Università di San Paolo nel 1963, con la creazione del Museo di Arte Contemporanea (MAC-USP) per accoglierla.Il saggio si concentra su un dipinto di Achille Funi incluso nella collezione, L’indovina (1924), comprato per tramite della Galleria Il Milione di Milano nel 1946.