{"title":"L’implicazione della registrazione videografica negli happenings di Allan Kaprow. Il caso di Print-Out (per George Brecht) (Milano, 1971)","authors":"Irene Boyer","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp48-69","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Tra la fine degli anni Sessanta e il principio del decennio successivo la ricerca di Allan Kaprow è nel pieno di una fase per certi versi di transizione e cambiamento, dove nei suoi happenings apre a una sperimentazione che valica quanto enucleato nel carattere dei suoi primi progetti, ossia l’azione pura, e ingloba l’uso di strumentazione tecnologica, in peculiare dialogo con il procedere degli eventi. Nel 1971 il Comune di Milano commissiona la creazione di Print Out (per George Brecht), un happening per e sulla città, il primo in ambito italiano. Si tratta di uno dei primi lavori in cui l’artista alla realizzazione di un’azione con i partecipanti relaziona direttamente una ripresa in video e successivamente la presentazione del registrato in mostra, articolando così un’operazione sui generis. Tuttavia sia in ambito nazionale sia nelle biografie dell’artista l’evento meneghino avrà poca eco e la mancanza di interesse critico e storico, anche da parte dello stesso Kaprow, lo porterà fin da subito a una sorta di damnatio memoriae. La recente riscoperta di molti materiali legati a esso ha permesso però di condurre una ricostruzione filologica dei fatti. Sulla scia di questo il presente contributo si propone di offrire un riesame di Print Out e, contestualmente, di analizzare come l’artista abbia impiegato la registrazione in video, aprendo, in modo inedito per il suo lavoro, alle possibilità di espansione di significazione ed esperienzialità di un happening-event-activity.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"25 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp48-69","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Tra la fine degli anni Sessanta e il principio del decennio successivo la ricerca di Allan Kaprow è nel pieno di una fase per certi versi di transizione e cambiamento, dove nei suoi happenings apre a una sperimentazione che valica quanto enucleato nel carattere dei suoi primi progetti, ossia l’azione pura, e ingloba l’uso di strumentazione tecnologica, in peculiare dialogo con il procedere degli eventi. Nel 1971 il Comune di Milano commissiona la creazione di Print Out (per George Brecht), un happening per e sulla città, il primo in ambito italiano. Si tratta di uno dei primi lavori in cui l’artista alla realizzazione di un’azione con i partecipanti relaziona direttamente una ripresa in video e successivamente la presentazione del registrato in mostra, articolando così un’operazione sui generis. Tuttavia sia in ambito nazionale sia nelle biografie dell’artista l’evento meneghino avrà poca eco e la mancanza di interesse critico e storico, anche da parte dello stesso Kaprow, lo porterà fin da subito a una sorta di damnatio memoriae. La recente riscoperta di molti materiali legati a esso ha permesso però di condurre una ricostruzione filologica dei fatti. Sulla scia di questo il presente contributo si propone di offrire un riesame di Print Out e, contestualmente, di analizzare come l’artista abbia impiegato la registrazione in video, aprendo, in modo inedito per il suo lavoro, alle possibilità di espansione di significazione ed esperienzialità di un happening-event-activity.