Aleatorietà e permutabilità nelle ricerche astratto-concrete in Italia. Struttura continua N. 018 di Bruno Munari, Immagini ottenute sostituendo ai numeri i quadrati di Davide Boriani e Random walks by random numbers di Grazia Varisco
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Abstract
Il dato aleatorio, elemento che entra regolarmente a far parte delle pratiche artistiche con le sperimentazioni dadaiste e surrealiste, viene ripreso e studiato dagli artisti del secondo Novecento. Una figura cardine è John Cage: il suo arrivo in Italia nel 1959 rappresenta una tappa importante per le riflessioni sul caso e non solo. Nel 1961 Umberto Eco scrive La forma del disordine, pubblicato all’interno dell’Almanacco Letterario Bompiani 1962, in cui l’autore mette in evidenza il rapporto tra arte, scienza e aleatorietà. È accompagnato da riproduzioni fotografiche di opere principalmente di arte cinetica e programmata, tra le quali spiccano Struttura continua N. 018 di Bruno Munari e Immagini ottenute sostituendo ai numeri i quadrati di Davide Boriani. Il primo è un lavoro composto da elementi modulari metallici che, tramite un sistema a incastro, permette al pubblico di creare infinite composizioni. Il secondo è invece basato sul processo di permutabilità da numero a segno grafico, esplicitato già nel titolo.Tra il 1972 e il 1974, Grazia Varisco unisce aleatorietà e permutabilità con la serie Random walks by random numbers, composta da cinque serigrafie. Associando un colore e una forma arbitrari a numeri casuali usati nella matematica statistica, l’artista ottiene cinque composizioni astratto-geometriche bidimensionali diverse.Tra le tre opere si instaura un dialogo dal punto di vista sperimentale, nonostante la grande differenza tipologica, stilistica e di linguaggio.