{"title":"Analisi critica ed interpretazione di una fonte storica per una metodologia di tesi triennale in storia dell’assistenza infermieristica.","authors":"Danilo De Leo, Naomi Tagliani","doi":"10.54103/dn/20344","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/20344","url":null,"abstract":"INTRODUZIONE \u0000La metodologia della ricerca storica indaga sul valore epistemologico dei risultati prodotti; analizza, corregge e migliora il metodo. \u0000Il metodo della ricerca storica presuppone quattro fasi: ricerca fonti, confronto e analisi, ricostruzione ordinata dei fatti ed interpretazione; che deve essere imparziale ed oggettiva. Utilizzato necessariamente per l’attendibilità scientifica al lavoro storico e a permettere di distinguere il vero (da cui scaturiscono conoscenze effettive) dal falso. \u0000Nel 1917 fu pubblicato nella rivista l’Ospedale Maggiore un articolo in cui veniva descritta la condizione dell’infermiera all’interno del medesimo nosocomio milanese. \u0000SCOPO \u0000Analizzare e interpretare una fonte storica per fornire agli studenti del Corso di Laurea Infermieristica una delle possibili metodologie e strumenti da poter utilizzare ai fini della ricerca storica infermieristica. \u0000METODI E MATERIALI \u0000Fonte cartacea a stampa del 1917 conservata presso Archivio Storico IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. \u0000Strumenti digitali utilizzati: mappatura archivi e biblioteche tramite sito web Beni Culturali Regione Lombardia; archivio digitalizzato Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. \u0000RISULTATI \u0000Procedimento metodologico: schedatura fonte; classificazione; analisi estrinseca-intrinseca; tabella di confronto tra le fonti; collegamento con il contesto storico; presentare e interpretare una fonte. \u0000CONCLUSIONE \u0000Le fonti, elemento imprescindibile per qualsiasi tipo di ricerca, cui lo storico attinge per analizzare un fenomeno. L’utilizzo critico delle fonti mediante metodo rigoroso porta a porre quesiti da risolvere se non prima di aver superato lo scoglio dell’autenticità. Successivamente occorre trascriverle non perdendo d’occhio la contestualizzazione ed il confronto tra più fonti, per giungere alla ricostruzione quanto più veritiera e fedele alla realtà dei fatti.","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"42 6","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-06-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141345329","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L. Re, Massimiliano D'Elia, Vincenza Aloia, Stefania Celeste Rippa, Valentina Tommasi
{"title":"Effectiveness of cartoons for children's procedural pain: a systematic review with meta-analysis.","authors":"L. Re, Massimiliano D'Elia, Vincenza Aloia, Stefania Celeste Rippa, Valentina Tommasi","doi":"10.54103/dn/22649","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/22649","url":null,"abstract":"\u0000\u0000\u0000\u0000BACKGROUND: Cartoons are widely used distraction techniques for nonpharmacological management of procedural pain in pediatric settings. There are a few studies in the literature evaluate the effect of intervention on procedural pain, but a systematic review aimed at providing a summary of the overall effect is lacking.\u0000AIM: To summarize the available evidence on effectiveness of cartoons for children’s procedural pain.\u0000METHODS: Searching for parallel-group controlled trials was carried out on thirteen biomedical databases, five trial registries, web resources and gray literature sources from each database or resource setup date to 22 January 2023. Primary outcome was procedural pain, secondary outcome was anxiety. RoB 2 and ROBINS-I were used to assess risk of bias of included studies.\u0000RESULTS: 24 trials were selected for this review, which included a total of 3046 pediatric subjects. Children who watch cartoons during medical procedures experience less pain (SMD= -1.29; 95% CI: -1.75, -0.83; N=2239) and anxiety (UMD= -1.75; 95% CI: -2.94, -0.56; N=552) compared to children provided standard of care; for both outcomes, results are statistically significant. GRADE method shows moderate certainty/quality of evidence.\u0000CONCLUSIONS: Cartoons are more effective than standard of care in reducing procedural pain and anxiety in children. Pending future studies confirming the results, we recommend their implementation in daily clinical practice even in care settings with limited resources.\u0000\u0000\u0000\u0000","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"33 10","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-06-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141345448","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Maria Cristina Todisco, Carmela Santamaria, Eleonora Zanella, Paola Arcadi
{"title":"La costruzione dell'Identità Professionale Infermieristica: una revisione narrativa della letteratura","authors":"Maria Cristina Todisco, Carmela Santamaria, Eleonora Zanella, Paola Arcadi","doi":"10.54103/dn/22339","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/22339","url":null,"abstract":"\u0000\u0000\u0000\u0000INTRODUZIONE: L’identità professionale è un costrutto che include l’identità personale, sociale e collettiva di un professionista ma è difficilmente definibile. L’infermiere, oltre ad imbattersi in una difficoltosa costruzione della sua identità professionale (IPI), sta attraversando un forte momento di crisi, nel quale emerge che un fattore determinante sia proprio una debole IPI.\u0000SCOPO: Compendiare le conoscenze relative al processo di identificazione professionale infermieristica, ai momenti cruciali per la sua costruzione e agli elementi costitutivi.\u0000MATERIALI E METODI: E’ stata eseguita una revisione narrativa della letteratura; sono state consultate le banche dati PubMed, CINAHL, SCOPUS con le seguenti parole chiave: “nurse”, “nurses”, “nursing”, “profession”, “professional”, “identity”.\u0000RISULTATI: Sono stati inclusi 18 articoli. L’IPI si delinea come un processo flessibile e dinamico in continuo mutamento. L’infermiere attraversa dei momenti fondamentali nella costruzione della sua IPI, implementati con l’evolvere dell’esperienza professionale. I fattori implicati nella sua costruzione sono sia intriseci che estrinseci all’individuo ed i relativi esiti possono essere sia positivi che negativi.\u0000\u0000\u0000\u0000\u0000DISCUSSIONE: Tutti i fattori emersi si influenzano reciprocamente aumentando così anche l’impatto sulla costruzione della IPI e in alcuni casi anche la IPI stessa impatta su determinati fattori. Bisognerebbe considerare e analizzare maggiormente gli elementi individuali implicati nella costruzione dell’IPI. Un notevole impatto deriva dal riconoscimento sociale che risulta ancora distorto e debole.CONCLUSIONI: L’IPI è un costrutto dinamico e di difficile comprensione e analizzare i processi che sono alla base può essere utile, soprattutto per il momento storico-evolutivo che la professione infermieristica sta attraversando","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"69 2","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-06-12","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141353087","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Elisa Abbadini, Ilaria Basile, Francesco Abbadini, Maria Luisa Pancheri, Letteria Consolo
{"title":"Core competencies in palliative care among oncology nurses: An observational study","authors":"Elisa Abbadini, Ilaria Basile, Francesco Abbadini, Maria Luisa Pancheri, Letteria Consolo","doi":"10.54103/dn/22606","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/22606","url":null,"abstract":"\u0000\u0000\u0000\u0000BACKGROUND: Palliative care requires a collaborative approach from a multidisciplinary team, incorporating nurses with ethical, clinical, communicative-relational, psychosocial, and teamwork skills. However, many professionals feel unprepared to face end-of-life challenges, highlighting a lack of skills, especially regarding psychosocial and spiritual aspects.\u0000AIM: The purpose of this study is to explore nurses' self-perception of competencies in palliative care.\u0000METHODS: A single-center descriptive observational study was conducted among palliative and non-palliative care nurses at the Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori in Milan (INT), using the short Italian version of the Professional Competence Scale (PCSQ). The Kruskal-Wallis test was used along with multivariate ANOVA for statistical analysis.\u0000RESULTS: 122 nurses participated (response rate: 52%), predominantly women (78%), aged 25-34 (50%), with a degree (46%) and over 10 years of experience (41%). The majority had no experience (71%) in palliative care, while 16% were currently working in this field. Statistical analysis revealed no significant correlations between educational level and responses. The Kruskal-Wallis test showed that experience in palliative care significantly influenced self-assessment scores, such as in activating non-pharmacological management strategies (p=0.004).\u0000\u0000\u0000\u0000\u0000CONCLUSIONS: Nurses perceive high competence in ethical and clinical decision-making in palliative care, influenced more by experience than by training. Addressing patients' subjective needs and using non-pharmacological interventions remain a challenge for nurses not working in palliative care settings.","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":" 39","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-05-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141000005","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"The implementation of CLES+T questionnaire in the Italian nursing bachelor’s degree program for the evaluation of clinical learning environment by nursing students: a study protocol","authors":"Pasquale Fava, Laura Carocci, Gianluigi Carfora","doi":"10.54103/dn/22520","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/22520","url":null,"abstract":"\u0000\u0000\u0000\u0000BACKGROUND:\u0000The practical training process represents a crucial step in the university process for students on degree courses in the health and medical professions. This discussion is emphasized for nursing students, who, for each stage of the internship, may have the opportunity to enrich themselves in practical terms and to be able to compare themselves with the reality of work physically. Based on this discussion, it is essential to carry out a periodic evaluation of the working realities.\u0000OBJECTIVES:\u0000The main objective of this work is to implement an evaluation tool for the clinical training environment to ensure feedback for both the healthcare facility under consideration and to improve the quality of university clinical training.\u0000\u0000\u0000\u0000\u0000METHOD: \u0000This research study protocol envisages an observational study as the type of study, with recruitment of nursing degree courses to subsequently include students from the various academic years. The study involves the application of the CLES+T questionnaire in participating degree courses, initially to be able to have an overall vision and subsequently to be able to implement it as a permanent evaluation tool.\u0000EXPECTED RESULTS: \u0000It is expected, from the study described in this protocol, that the participating population will consider the questionnaire as a way of critically analysing the clinical environment. A broad participation of the nursing student population and good feedback of the examined environments is expected.","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"169 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-04-03","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"140748602","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Livelli di burden e rischio di depressione nel caregiver: uno studio osservazionale","authors":"Vito Muschitiello, Sabina Borraccino, Nicolina Tanzi, Claudia Teta, Noemi Chiumarulo, Carmela Marseglia","doi":"10.54103/dn/20926","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/20926","url":null,"abstract":"\u0000\u0000\u0000\u0000INTRODUZIONE: negli ultimi anni ha preso sempre più piede la figura del caregiver nell’assistenza dei pazienti cronici a domicilio. Elevati livelli di burden nei caregivers possono avere conseguenze negative sulla qualità di vita oltre al potenziale rischio di sviluppare sintomi psichiatrici o patologie cardiovascolari.\u0000OBIETTIVI: valutare i livelli di burden nel caregiver e misurare il rischio di sviluppare depressione. \u0000MATERIALI E METODI: studio trasversale condotto nel periodo di Dicembre 2022 in un campione di caregivers dell’ASL BT. Il questionario somministrato consisteva in una sezione con i dati sociodemografici e una sezione con la Zarit Burden Interview che indaga i livelli di burden nel caregiver.\u0000RISULTATI: hanno partecipato allo studio 92 caregivers (92%). Di questi 62 (67.4%) erano donne mentre il 55.4% conviveva con l’assistito. Livelli di burden moderato sono stati evidenziati nel 50% degli esaminati, in particolare, nelle donne (58.1%), nei caregivers di età compresa tra i 46 e 50 anni (86.6%) e nel 49% dei caregivers che vivono insieme al paziente. L’88.1% ha un rischio alto di sviluppare depressione principalmente le donne (RR: 1.55; p=.166) e i caregivers con età compresa tra i 61 e i 65 anni (RR=3.46; p=.286); il rischio di sviluppare depressione è stato significativamente osservato nei caregivers che convivono con l’assistito (RR=2.17; p=.045) contrariamente nei soggetti con meno di 45 anni (RR=0.14; p<.001).\u0000\u0000\u0000\u0000\u0000CONCLUSIONI: gli intervistati hanno presentato un burden moderato e un alto rischio di sviluppare depressione. Urge sperimentare interventi preventivi e curativi da parte dei professionisti sanitari e sociali a favore del caregiver.","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"52 2","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139874701","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Livelli di burden e rischio di depressione nel caregiver: uno studio osservazionale","authors":"Vito Muschitiello, Sabina Borraccino, Nicolina Tanzi, Claudia Teta, Noemi Chiumarulo, Carmela Marseglia","doi":"10.54103/dn/20926","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/20926","url":null,"abstract":"\u0000\u0000\u0000\u0000INTRODUZIONE: negli ultimi anni ha preso sempre più piede la figura del caregiver nell’assistenza dei pazienti cronici a domicilio. Elevati livelli di burden nei caregivers possono avere conseguenze negative sulla qualità di vita oltre al potenziale rischio di sviluppare sintomi psichiatrici o patologie cardiovascolari.\u0000OBIETTIVI: valutare i livelli di burden nel caregiver e misurare il rischio di sviluppare depressione. \u0000MATERIALI E METODI: studio trasversale condotto nel periodo di Dicembre 2022 in un campione di caregivers dell’ASL BT. Il questionario somministrato consisteva in una sezione con i dati sociodemografici e una sezione con la Zarit Burden Interview che indaga i livelli di burden nel caregiver.\u0000RISULTATI: hanno partecipato allo studio 92 caregivers (92%). Di questi 62 (67.4%) erano donne mentre il 55.4% conviveva con l’assistito. Livelli di burden moderato sono stati evidenziati nel 50% degli esaminati, in particolare, nelle donne (58.1%), nei caregivers di età compresa tra i 46 e 50 anni (86.6%) e nel 49% dei caregivers che vivono insieme al paziente. L’88.1% ha un rischio alto di sviluppare depressione principalmente le donne (RR: 1.55; p=.166) e i caregivers con età compresa tra i 61 e i 65 anni (RR=3.46; p=.286); il rischio di sviluppare depressione è stato significativamente osservato nei caregivers che convivono con l’assistito (RR=2.17; p=.045) contrariamente nei soggetti con meno di 45 anni (RR=0.14; p<.001).\u0000\u0000\u0000\u0000\u0000CONCLUSIONI: gli intervistati hanno presentato un burden moderato e un alto rischio di sviluppare depressione. Urge sperimentare interventi preventivi e curativi da parte dei professionisti sanitari e sociali a favore del caregiver.","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"41 10","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139814653","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Il livello di Health Literacy negli studenti Bergamaschi: uno studio osservazionale","authors":"Luca Ongis, Giulia Barcella","doi":"10.54103/dn/20570","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/20570","url":null,"abstract":"INTRODUZIONE: Recenti studi hanno evidenziato come l’Health Literacy (HL) rappresenti uno dei determinanti della salute fondamentali per il benessere delle persone. Nonostante questo concetto sia ampiamente approvato dalla comunità scientifica, il trend di ricerca verte su outcomes quali disinformazione e carenza di HL nel soggetto con problematiche legate alla dimensione della salute mentale, delle malattie croniche, utilizzo e abuso di droghe, piuttosto che valutarne l’effettivo livello nella popolazione. È quindi necessaria un’analisi più ampia e generalizzata, che appoggi la comunità Europea nella valutazione dei livelli di HL nella popolazione, così da dimostrare quanto un suo incremento, permetta un miglioramento sia della salute degli individui, che del Sistema Sanitario.\u0000OBIETTIVO: Misurare le competenze di HL in un campione di studenti delle classi quinte frequentanti istituti superiori, con un’età compresa tra i 17 ed i 19 anni.\u0000MATERIALI E METODI: Questo studio monocentrico, descrittivo, si è svolto nel periodo tra il 15 ed il 30 settembre 2021, ed ha utilizzato il questionario HLS Q-16 (European Health Literacy Survey Questionnaire) validato da Lorini et al. (2019), per valutare il livello di HL.\u0000RISULTATI: i risultati sono in accordo con quanto ottenuto da Lorini et al. (2019) e consentono di affermare che più della metà del campione, risulta avere un livello di HL problematico o inadeguato.\u0000CONCLUSIONI: risulta fondamentale continuare la ricerca in questo ambito fortemente inesplorato sul territorio italiano ed analizzare in modo oggettivo e dimostrabile, dei potenziali correttivi che possano rimediare alla carenza di HL nel cittadino.","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"69 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139873582","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Il livello di Health Literacy negli studenti Bergamaschi: uno studio osservazionale","authors":"Luca Ongis, Giulia Barcella","doi":"10.54103/dn/20570","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/20570","url":null,"abstract":"INTRODUZIONE: Recenti studi hanno evidenziato come l’Health Literacy (HL) rappresenti uno dei determinanti della salute fondamentali per il benessere delle persone. Nonostante questo concetto sia ampiamente approvato dalla comunità scientifica, il trend di ricerca verte su outcomes quali disinformazione e carenza di HL nel soggetto con problematiche legate alla dimensione della salute mentale, delle malattie croniche, utilizzo e abuso di droghe, piuttosto che valutarne l’effettivo livello nella popolazione. È quindi necessaria un’analisi più ampia e generalizzata, che appoggi la comunità Europea nella valutazione dei livelli di HL nella popolazione, così da dimostrare quanto un suo incremento, permetta un miglioramento sia della salute degli individui, che del Sistema Sanitario.\u0000OBIETTIVO: Misurare le competenze di HL in un campione di studenti delle classi quinte frequentanti istituti superiori, con un’età compresa tra i 17 ed i 19 anni.\u0000MATERIALI E METODI: Questo studio monocentrico, descrittivo, si è svolto nel periodo tra il 15 ed il 30 settembre 2021, ed ha utilizzato il questionario HLS Q-16 (European Health Literacy Survey Questionnaire) validato da Lorini et al. (2019), per valutare il livello di HL.\u0000RISULTATI: i risultati sono in accordo con quanto ottenuto da Lorini et al. (2019) e consentono di affermare che più della metà del campione, risulta avere un livello di HL problematico o inadeguato.\u0000CONCLUSIONI: risulta fondamentale continuare la ricerca in questo ambito fortemente inesplorato sul territorio italiano ed analizzare in modo oggettivo e dimostrabile, dei potenziali correttivi che possano rimediare alla carenza di HL nel cittadino.","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"50 10","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139813986","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Effetti della mobilizzazione precoce sull'incidenza di complicanze postoperatorie nei pazienti sottoposti a toracoscopia: uno studio randomizzato controllato","authors":"Linda Leo, A. Baisi, Federico Raveglia","doi":"10.54103/dn/19838","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/dn/19838","url":null,"abstract":"\u0000\u0000\u0000\u0000INTRODUZIONE: la mobilizzazione è fondamentale per ridurre le complicanze postoperatorie. In letteratura non esistono criteri precisi per quanto riguarda i tempi di mobilizzazione e la postura dopo la toracoscopia. Questo studio mira a confrontare gli effetti della mobilizzazione precoce (entro le prime 6 ore dopo l'intervento chirurgico) in posizione di Fowler e la posizione supina per le prime 24 ore.\u0000METODI: studio sperimentale a due bracci, in aperto con arruolamento di 28 pazienti sottoposti a toracoscopia. I soggetti sono stati assegnati in modo casuale alla mobilizzazione in posizione di Fowler entro 45 minuti dopo l'intervento chirurgico fino a 6 ore (gruppo di studio) o per mantenere la posizione supina fino al primo giorno postoperatorio. La variabile dipendente studiata era il volume espiratorio massimo nel 1° secondo (FEV1) dopo 6 e 24 ore dall'intervento chirurgico. La radiografia del torace è stata eseguita subito dopo l'intervento chirurgico e il primo giorno postoperatorio.\u0000RISULTATI: i casi di atelettasia nel gruppo di studio sono diminuiti dal 53.3% al 20.0% (gruppo di controllo: dal 69.2% al 46.2%). Il FEV1 ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nel gruppo di studio sia dopo 6 che dopo 24 ore dall'intervento chirurgico (p<.001).\u0000CONCLUSIONI: la mobilizzazione precoce nella posizione di Fowler sembra migliorare i risultati respiratori riducendo gli episodi di atelettasia; si traduce anche in un miglioramento clinicamente rilevante del FEV1 rispetto alla posizione supina. I risultati attuali devono essere confermati su campioni ampi e stratificati.\u0000\u0000\u0000\u0000","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"1 4 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"132893599","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}