{"title":"Diagnosi e trattamento delle trombocitopenie indotte da eparina","authors":"C. Pouplard , C. Vayne , J. Rollin , Y. Gruel","doi":"10.1016/S1283-0771(22)46427-9","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(22)46427-9","url":null,"abstract":"<div><p>Le trombocitopenie indotte da eparina (HIT) sono complicanze rare ma gravi dei trattamenti eparinici dovute allo sviluppo di anticorpi diretti contro il fattore piastrinico 4 (FP4) modificato dall’eparina. Questi anticorpi inducono una forte attivazione delle piastrine ma anche dei monociti, dei polimorfonucleati neutrofili e delle cellule endoteliali. Sono responsabili di un calo della conta piastrinica e di un grave rischio trombotico. Il monitoraggio della conta piastrinica è un elemento chiave nel follow-up dei pazienti in trattamento con eparina, ma deve essere limitato ai pazienti a maggior rischio di HIT, vale a dire quelli trattati con eparina non frazionata, qualunque sia la sua indicazione, o quelli che ricevono un’eparina a basso peso molecolare in un contesto di cancro, trauma o intervento chirurgico. La diagnosi laborastoristica deve essere effettuata il prima possibile, con l’ausilio, in prima linea, di un test immunologico che, se positivo, è integrato da un test funzionale. La valutazione della probabilità clinica di HIT è un punto essenziale nell’iter diagnostico e guida non solo la prescrizione degli esami di laboratorio, ma anche la gestione terapeutica dei pazienti. La ricerca di una trombosi venosa profonda deve essere effettuata sistematicamente a causa dell’alto rischio trombotico in questi pazienti. A oggi, benché il danaparoide sodico e l’argatroban siano ancora ampiamente utilizzati nella terapia sostitutiva dell’eparina, il fondaparinux si è dimostrato un’alternativa efficace e sicura nei pazienti clinicamente stabili. Infine, l’uso di rivaroxaban è stato recentemente proposto da gruppi di esperti, preferibilmente in pazienti stabili a rischio moderato di sanguinamento e in assenza di trombosi estesa.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 2","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"82899132","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Anestesia del soggetto anziano","authors":"J.-P. Haberer (Professeur honoraire d’anesthésie-réanimation)","doi":"10.1016/S1283-0771(22)46424-3","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0771(22)46424-3","url":null,"abstract":"<div><p>In Francia, al 1<sup>o</sup> gennaio 2020, la popolazione francese contava circa 4 082 milioni di soggetti al di sopra degli 80 anni. L’invecchiamento è accompagnato da una progressiva riduzione delle riserve funzionali degli organi principali. A ciò si aggiungono le malattie croniche, cardiovascolari, respiratorie, neurologiche e osteoarticolari. Gli obiettivi principali della consulenza anestesiologica sono le valutazioni delle riserve funzionali, in particolare cardiovascolari e respiratorie, delle funzioni cognitive e del grado di autonomia del soggetto anziano. La scelta della tecnica di anestesia, anestesia generale o anestesia locoregionale, dipende dal paziente e dal tipo di intervento. L’installazione sul tavolo operatorio deve evitare lesioni da compressione e stiramento a nervi, articolazioni e rivestimento cutaneo. Le modificazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche giustificano una riduzione delle dosi di bolo e di infusione continua e un distanziamento tra le reiniezioni di agenti anestetici. Le complicanze postoperatorie sono più frequenti e più gravi, dominate dalle complicanze cardiovascolari, respiratorie e neurologiche. La confusione mentale è una complicanza postoperatoria frequente. Il controllo dei fattori scatenanti può limitarne la frequenza di insorgenza. La disfunzione cognitiva postoperatoria (DCPO) si osserva anche dopo procedure minori. Regredisce in poche settimane, tranne dopo interventi importanti (chirurgia cardiaca) dove persiste per 3-6 mesi. Il trattamento del dolore postoperatorio, spesso gestito insufficientemente, richiede una valutazione adattata al soggetto anziano e l’applicazione di protocolli specifici.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 2","pages":"Pages 1-29"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136601576","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
S. Debord-Peguet , O. Peguet , P.-Y. Carry , P.-Y. Gueugniaud
{"title":"Rianimazione cardiopolmonare in ambito ospedaliero","authors":"S. Debord-Peguet , O. Peguet , P.-Y. Carry , P.-Y. Gueugniaud","doi":"10.1016/S1283-0771(22)46426-7","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(22)46426-7","url":null,"abstract":"<div><p>Le prime raccomandazioni per la rianimazione cardiopolmonare sono state emesse dall’American Heart Association nel 1974 e aggiornate regolarmente fino al 2015. La specificità della rianimazione cardiopolmonare intraospedaliera è stata riconosciuta per la prima volta nel 1997, il che spiega il ritardo nell’instaurazione della “catena di sopravvivenza intraospedaliera”. Questa catena di sopravvivenza richiede una formazione con il mantenimento delle competenze del personale ospedaliero nei gesti di rianimazione cardiopolmonare di base e l’uso di un defibrillatore esterno automatizzato, la fornitura di carrelli di urgenza e defibrillatori in diverse zone strategiche degli stabilimenti, una valutazione delle pratiche da parte di un comitato intraospedaliero e un registro di tali eventi. Occorre distinguere tra l’arresto cardiaco del paziente monitorato e quello del paziente non monitorato. L’arresto cardiaco del paziente monitorato è quello che si verifica in sala operatoria o in terapia intensiva: presenta particolarità nella diagnosi e nel trattamento, legate alla presenza del monitoraggio e frequentemente della ventilazione artificiale. In caso di arresto cardiaco legato a un sovradosaggio di anestetici locali durante un’anestesia locoregionale in un paziente non ventilato, sono ora proposti trattamenti “specifici”. L’arresto cardiaco del paziente non monitorato si inserisce nell’algoritmo terapeutico generale dell’arresto cardiaco extraospedaliero. Viceversa, pone un vero e proprio problema di politica medica attraverso l’applicazione della catena di sopravvivenza intraospedaliera raccomandata nelle raccomandazioni internazionali e nazionali.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 2","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"75061390","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Gestione del bambino ustionato in fase acuta","authors":"I. Constant","doi":"10.1016/S1283-0771(22)46425-5","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(22)46425-5","url":null,"abstract":"<div><p>L’ustione è una lesione accidentale frequente nel bambino piccolo, il più delle volte legata a un liquido caldo. I criteri di gestione nei centri specializzati nel trattamento delle ustioni sono ampi, soprattutto quando l’ustione è estesa e il bambino è giovane o presenta comorbilità. Le ustioni sono considerate gravi oltre il 10-20% (a seconda dell’età) della superficie corporea totale. Questo tipo di lesione è associato a ripercussioni sistemiche rapide e proporzionali alla superficie ustionata, che richiede un trattamento d’urgenza. In primo luogo, deve essere assicurata un’adeguata ossigenazione e le indicazioni per l’intubazione tracheale sono rare e riservate principalmente alle ustioni molto estese (> 40-60%) e/o all’inalazione di fumi. Inoltre le perdite idroelettrolitiche, indotte dall’edema lesionale, sono responsabili di un’ipovolemia di rapido insediamento e devono essere compensate da flussi di infusione elevati, il più delle volte calcolati utilizzando la regola di Parkland. I soluti utilizzati nella fase iniziale associano Ringer lattato e soluzione glucosata al 5% a seconda dell’età del bambino. L’aggressione tissutale secondaria all’ustione induce una sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS) che compare intorno alla 48<sup>a</sup> ora e che è responsabile di un’alterazione della permeabilità capillare che favorisce il sovraccarico, in particolare a livello polmonare. La principale causa di mortalità nell’ustionato pediatrico, come nell’adulto, è l’infezione. L’uso di antibiotici deve essere limitato alle infezioni confermate. La prevenzione delle infezioni sistemiche richiede una rigorosa disinfezione locale, per esempio mediante l’uso pluriquotidiano di clorexidina acquosa. L’analgesia e la sedazione sono multimodali e mirano a limitare l’iperalgesia e la cronicizzazione del dolore. Morfina, ketamina, clonidina e gabapentinoidi sono i prodotti il più delle volte prescritti. La nutrizione enterale è precoce, ipercalorica e antiossidante.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 2","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"87793562","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
R. Jouffroy (Praticien hospitalier), B. Vivien (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"Traumi toracici: strategia diagnostica e terapeutica","authors":"R. Jouffroy (Praticien hospitalier), B. Vivien (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1283-0771(21)45996-7","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(21)45996-7","url":null,"abstract":"<div><p>Le principali cause di trauma toracico, aperto o chiuso, sono rappresentate in Francia dagli incidenti stradali e dalle cadute da grandi altezze e si integrano generalmente nel contesto di politraumi. Il coinvolgimento del torace durante un meccanismo di decelerazione improvvisa è soprattutto causa di lesioni di tipo traumatico chiuso: contusione di organi solidi e rottura di organi cavi. I criteri clinici di gravità in un paziente con trauma toracico sono: distress respiratorio acuto e/o sofferenza circolatoria ed esistenza di più di due fratture costali, nonché elementi legati alle condizioni del paziente. Il primo trattamento in un paziente cosciente è un’analgesia efficace il più precocemente possibile per migliorare i parametri ventilatori. La titolazione della morfina rimane la modalità analgesica di riferimento nel dolore severo. Una sedazione con ketamina può essere necessaria in caso di mobilizzazione dolorosa del paziente o prima di eseguire una procedura invasiva (riduzione di lussazione, ecc.). La valutazione della lesione toracica al momento del ricovero prevede una radiografia del torace e/o un’ecografia pleuropolmonare, che consentono in particolare di stabilire se sia necessario un drenaggio urgente. L’esame tomodensitometrico con iniezione di mezzo di contrasto è l’esame standard per la diagnosi delle lesioni toraciche e in particolare delle lesioni aortiche. La toracotomia emostatica è indicata in un paziente in shock emorragico dovuto a un emotorace persistente e attivo nonostante l’attuazione di un drenaggio toracico. La via d’ingresso sarà anterolaterale, destra o sinistra, a seconda della sede dell’emotorace. La combinazione di ventilazione non invasiva e di analgesia locoregionale è considerata una strategia terapeutica ottimale nel paziente cosciente. Il posizionamento di uno stent in radiologia interventistica è il trattamento di prima linea per le rotture traumatiche dell’aorta.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 1","pages":"Pages 1-16"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"79348717","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
C. Cirenei (Praticien hospitalier) , A. Lintis (Chef de clinique, assistant des Hôpitaux) , G. Piessen (Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service) , G. Lebuffe (Professeur des Universités, praticien hospitalier, coordonnateur)
{"title":"Anestesia-rianimazione in chirurgia del cancro esofageo","authors":"C. Cirenei (Praticien hospitalier) , A. Lintis (Chef de clinique, assistant des Hôpitaux) , G. Piessen (Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service) , G. Lebuffe (Professeur des Universités, praticien hospitalier, coordonnateur)","doi":"10.1016/S1283-0771(21)45992-X","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(21)45992-X","url":null,"abstract":"<div><p>La chirurgia per cancro esofageo è associata a un’elevata morbimortalità perioperatoria legata a complicanze polmonari e chirurgiche, specialmente la fistola anastomotica. L’evoluzione delle tecniche chirurgiche e di anestesia-rianimazione ha consentito un migliore approccio nella comprensione dei meccanismi fisiopatologici e una migliore gestione nella prevenzione e nel trattamento di queste complicanze. La ricerca preoperatoria dei fattori di rischio di morbimortalità consente di identificare i pazienti a rischio di complicanze. Inoltre, la morbilità polmonare è influenzata dalla strategia anestetica che combina l’analgesia peridurale, l’ottimizzazione del riempimento vascolare e la ventilazione protettiva. Queste procedure anestetiche promuovono anche la riabilitazione e l’estubazione precoci. In questo contesto, l’anestesia generale combinata con l’analgesia locoregionale è la tecnica di scelta. Il monitoraggio postoperatorio deve essere multidisciplinare per diagnosticare e trattare precocemente le complicanze. Resta da definire il ruolo del trattamento immunomodulatore come la terapia con corticosteroidi.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 1","pages":"Pages 1-16"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"88774471","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
N. Zappella, C. Depondt, N. Carrara, P. Montravers
{"title":"Peritoniti secondarie negli adulti","authors":"N. Zappella, C. Depondt, N. Carrara, P. Montravers","doi":"10.1016/s1283-0771(21)45997-9","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1283-0771(21)45997-9","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"36 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"73866130","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
N. Zappella, C. Depondt, N. Carrara, P. Montravers
{"title":"Peritoniti secondarie negli adulti","authors":"N. Zappella, C. Depondt, N. Carrara, P. Montravers","doi":"10.1016/S1283-0771(21)45997-9","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0771(21)45997-9","url":null,"abstract":"<div><p>La peritonite secondaria è un’infiammazione acuta del peritoneo conseguente alla perforazione del tratto digerente o alla diffusione di un’infezione intraddominale. Viene fatta una distinzione tra infezioni comunitarie e infezioni associate al trattamento, principalmente postoperatorio. I germi coinvolti sono quelli della flora digestiva, principalmente enterobatteri e anaerobi nelle infezioni comunitarie, ma anche cocchi Gram-positivi, lieviti e bacilli Gram-negativi non fermentanti nelle infezioni associate al trattamento. È spesso complicata da shock settico. Si tratta di un’urgenza diagnostica e terapeutica. Ogni ora persa peggiora la prognosi. La diagnosi è il più delle volte clinica, supportata dallaTC, e può essere difficile da stabilire durante un’infezione postoperatoria. Il trattamento è chirurgico e medico. Il trattamento eziologico si basa su tecniche chirurgiche o interventistiche per identificare ed escludere la causa dell’infezione, prelevare campioni microbiologici, eseguire una toilette peritoneale e prevenire la recidiva. Il trattamento medico supporta le conseguenze dell’infezione mediante rianimazione perioperatoria e trattamento antibiotico probabilistico poi diretto contro i germi isolati nei campioni perioperatori. La terapia antibiotica che non tiene conto di tutti i germi isolati e la gestione tardiva sono fattori di fallimento del trattamento, di persistenza dell’infezione e di morte. La peritonite rimane gravata da un’elevata mortalità, in particolare quando si manifesta in un soggetto anziano con patologie sottostanti, operato tardivamente, soprattutto quando si tratta di un’infezione postoperatoria.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 1","pages":"Pages 1-16"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"91628432","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
G. Chanques , M. Capdevila , L. Degravi , C. Monet , Y. Aarab , S. Jaber
{"title":"Analgesia-sedazione in terapia intensiva (rianimazione) negli adulti","authors":"G. Chanques , M. Capdevila , L. Degravi , C. Monet , Y. Aarab , S. Jaber","doi":"10.1016/S1283-0771(21)46022-6","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(21)46022-6","url":null,"abstract":"<div><p>Le pratiche di sedazione in terapia intensiva si sono evolute da 20 anni verso una razionalizzazione della sua somministrazione il più vicino possibile alle esigenze del paziente. Il dolore viene valutato e trattato in maniera prioritaria e distintamente dal livello di sonnolenza, perciò d’ora in poi si parla di “analgesia-sedazione”. Le indicazioni dell’analgesia-sedazione devono essere considerate più volte al giorno, con l’obiettivo di ridurne la profondità e la durata al minimo necessario per un dato paziente e una data situazione clinica. L’analgesia-sedazione profonda o prolungata è associata a un’eccessiva morbimortalità, che include sequele cognitive, psicologiche e neuromuscolari (disfunzione diaframmatica, neuromiopatia da terapia intensiva). Diversi concetti di somministrazione permettono di evitare l’eccessiva analgesia-sedazione e le sue complicanze. Al fine di evitare il sottodosaggio e il sovradosaggio del farmaco, l’analgesia-sedazione deve essere guidata da una valutazione ripetuta del livello di dolore e del livello di vigilanza (livello di sedazione, livello di agitazione), utilizzando scale cliniche convalidate. A seconda della formazione e dell’esperienza degli operatori sanitari e in collaborazione con l’equipe medica, l’equipe infermieristica può utilizzare un algoritmo di somministrazione per adattare l’analgesia-sedazione in tempo reale alle esigenze di ciascun paziente. I livelli mirati di analgesia e sedazione devono essere prescritti per ogni paziente dopo una discussione collegiale tra l’equipe medica e paramedica. L’analgesia-sedazione profonda deve essere riservata solo ad alcuni pazienti (sindrome da distress respiratorio acuto grave, ipertensione endocranica, nella fase iniziale del trattamento). In caso di asincronia paziente/ventilatore, il rafforzamento dell’analgesia-sedazione dovrebbe avvenire solo dopo aver ottimizzato le impostazioni ventilatorie privilegiando il concetto di adattamento del ventilatore al paziente e non viceversa. Queste pratiche raccomandate di analgesia-sedazione devono essere integrate a una gestione globale dei disturbi neurologici (confusione mentale, neuromiopatia) e psicologici (ansia, depressione), che comprende una riabilitazione con mobilizzazione attiva precoce e un miglioramento multimodale e multidisciplinare della qualità della vita in terapia intensiva, coinvolgendo i parenti.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"27 1","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"74375613","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Strategia per l’analgesia postoperatoria del bambino","authors":"C. Lejus-Bourdeau, R. Bernardon, L. Caubert","doi":"10.1016/S1283-0771(21)45619-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0771(21)45619-7","url":null,"abstract":"<div><p>La valutazione regolare del dolore postoperatorio utilizzando punteggi appropriati all’età del bambino è un prerequisito essenziale per il suo trattamento efficace. La strategia analgesica multimodale inizia fin dalla fase operatoria. L’obiettivo è ridurre il consumo di morfinici senza alterare la qualità dell’analgesia, per diminuire l’incidenza degli effetti indesiderati e abbreviare i tempi di recupero postoperatorio. Anestesia locoregionale, paracetamolo, ibuprofene o ketoprofene sono i pilastri di questo risparmio morfinico. Desametasone e ketamina a dosi anti-iperalgesiche sono ampiamente indicati. Sotto i 12 anni, la codeina è esclusa dall’arsenale terapeutico e la prescrizione del tramadolo è molto cauta, soprattutto in caso di sindrome ostruttiva. Privilegiare la somministrazione orale di morfina riduce il rischio di depressione respiratoria. La sua somministrazione parenterale, idealmente controllata dal bambino o dall’infermiere, tiene conto delle caratteristiche farmacocinetiche legate all’età, per l’aggiustamento delle dosi. La natura del monitoraggio da attuare è strettamente legata al terreno. Le sue indicazioni e modalità devono essere oggetto di una procedura standardizzata. Il controllo dell’intensità del dolore postoperatorio immediato, dell’ansia e del catastrofismo del bambino e dei suoi genitori fa parte della prevenzione del dolore postoperatorio cronico a lungo termine. La diversità dei possibili interventi chirurgici impone l’elaborazione di protocolli adattati alla tipologia dei pazienti pediatrici trattati in ciascuna struttura sulla base delle raccomandazioni di buone pratiche.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 4","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72283328","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}