C. Fontaine , M. Tran , B. Pilmis , C. Bruel , F. Philippart
{"title":"Prevenzione delle infezioni nosocomiali in terapia intensiva","authors":"C. Fontaine , M. Tran , B. Pilmis , C. Bruel , F. Philippart","doi":"10.1016/S1283-0771(21)44993-5","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(21)44993-5","url":null,"abstract":"<div><p>Le principali infezioni nosocomiali (IN) rappresentano un pericolo particolarmente significativo in terapia intensiva, dove i pazienti sono fragili ed esposti a molti dispositivi invasivi. I principali siti esposti al rischio di infezione sono il polmone, in particolare nelle polmoniti acquisite sotto ventilazione meccanica, le infezioni urinarie e le infezioni da catetere. Le loro frequenze e la loro gravità potenziale rendono imperativa la loro prevenzione. Questa prevenzione richiede una conoscenza precisa dei fattori coinvolti nel loro verificarsi. Essa si basa su tre elementi principali: 1. misure generali, compresi lo screening degli agenti con sensibilità ridotta, l’educazione e l’osservanza delle norme igieniche e la limitazione dell’esposizione a dispositivi invasivi; 2. uso ragionato degli antibiotici; 3. misure specifiche relative ai potenziali focolai (prevenzione della transcolonizzazione e delle inalazioni sottoglottiche, medicazioni impregnate di antisettici per i cateteri, ecc.). Il rigore nell’attuazione e nella valutazione periodica di queste misure, la conoscenza dell’ecologia regionale del reparto e il periodico aggiornamento delle raccomandazioni, in particolare riguardo alle modalità di benefici attualmente incerti (probiotici, decontaminazione digestiva, ecc.), hanno permesso, negli ultimi anni, una sensibile riduzione dell’incidenza delle IN, che, tuttavia, rimangono un campo dinamico dove l’evoluzione dei rischi legati a tecniche, patogeni e condizioni dei pazienti è in continua evoluzione.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 2","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"82962158","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Colloidi o soluti macromolecolari di riempimento vascolare","authors":"S. Wiramus (Anesthésiste réanimateur)","doi":"10.1016/S1283-0771(21)44994-7","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(21)44994-7","url":null,"abstract":"<div><p>Il riempimento vascolare è fondamentale per la gestione dell’insufficienza emodinamica acuta. Alcune raccomandazioni regolano la sua pratica. È stato dimostrato che, in due diverse popolazioni, la somministrazione di liquidi (indipendentemente dal tipo) è associata a un eccesso di mortalità rispetto al comportamento restrittivo, da cui il vantaggio teorico delle macromolecole. Questi colloidi sono rappresentati, in Francia, da due classi principali: l’albumina, colloide naturale, e i colloidi sintetici (idrossietilamidi [HEA], gelatine fluide modificate [GFM] e destrani). L’interesse dei destrani manca di solidi studi scientifici. Le GFM hanno solo un basso potere di espansione volemica, comparato a un rischio allergico significativo. Gli HEA aumentano in maniera significativa e prolungata la volemia, ma si accumulano nei tessuti e possono avere effetti collaterali sull’emostasi e dare insufficienza renale acuta. È l’HEA 130 a sembrare quello meglio collocato tra il beneficio e il rischio di effetti collaterali, se si osservano rigorosamente le dosi e le indicazioni massime raccomandate: 30 ml/kg al giorno in anestesia, quando un’espansione vascolare con cristalloidi in prima intenzione è insufficiente. L’albumina è un’alternativa più costosa delle GFM e degli HEA, che sono attualmente controindicati in terapia intensiva, soprattutto in caso di shock settico e nelle vittime di ustioni. I soluti di riempimento devono essere trattati come dei farmaci: non è importante solo il tipo di soluto, ma sono importanti anche la dose, la velocità di somministrazione, la durata e la sua riduzione.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 2","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"91181004","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Anestesia in chirurgia ortopedica","authors":"L. Rousseau, M. Raucoules-Aimé, R. Rozier","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44494-9","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44494-9","url":null,"abstract":"<div><p>Le specificità dell’anestesia in chirurgia ortopedica/traumatologica sono: prima dell’intervento, la valutazione dei rischi infettivi, emorragici e trombotici e l’informazione del paziente sulla gestione degli analgesici; durante l’intervento, l’installazione del paziente, la gestione dei rischi specifici associati all’uso del laccio emostatico all’arto e del cemento chirurgico e la gestione dei rischi correlati alle osteotomie e alle fratture (embolia adiposa, rischio emorragico, rischio infettivo); dopo l’intervento, l’analgesia postoperatoria (PO), la riabilitazione migliorata e il rischio di trombosi PO; infine, la considerazione di specifiche condizioni (spondiloartropatie e scoliosi). La chirurgia degli arti inferiori è sempre più frequente (artrosi invalidante) e spesso riguarda pazienti anziani con punteggi ASA più elevati e, quindi, più propensi a presentare complicanze. Nella chirurgia protesica programmata dell’anca o del ginocchio, diversi studi (comprese diverse metanalisi) sono a favore dell’anestesia spinale (AS). Nella chirurgia per protesi totale d’anca (PTA), la scelta della via d’accesso deve essere guidata dall’esperienza del chirurgo e dalle peculiarità anatomiche del paziente. La protesi di ginocchio (PTG) è, insieme alla PTA, la protesi ortopedica più frequente. Dopo PTG, un’analgesia PO inefficace è un ostacolo alla riabilitazione e al recupero funzionale. È anche una fonte di dolori cronici PO (DCPO). I blocchi nervosi periferici hanno dimostrato tutto il loro interesse. La frattura dell’estremità superiore del femore (FESF) è una delle urgenze ortopediche più frequenti ed è associata a un alto rischio di scompenso dei difetti, di sindrome da scivolamento, di disabilità e di mortalità. La gestione multidisciplinare da parte di un’equipe di riferimento (anestesisti, chirurghi, geriatri) permette di ridurre la morbimortalità. La posizione semiseduta, detta della “beach chair”, è indicata per l’installazione in chirurgia della spalla, artroscopia inclusa. Questa posizione espone a complicanze neurologiche secondarie a un basso flusso cerebrale o a uno stiramento del plesso brachiale o, anche, del XII paio di nervi cranici e alla compressione dei nervi sciatici. L’utilizzo di un catetere perinervoso (BIS) è indicato in tutti gli interventi chirurgici con elevata soglia del dolore (artroplastica, chirurgia della cuffia dei rotatori, artrolisi). Negli interventi chirurgici periferici, della mano e del piede, l’anestesia locoregionale (ALR) occupa un posto importante.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 1","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0771(20)44494-9","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"78589574","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
C. Gourbeix , F. Lemoyne de Forges , A. Cornet , M. Bisch , A. Debelmas , C. Bertolus , V. Degos
{"title":"Anestesia per chirurgia oncologica oto-rino-laringoiatrica e maxillofacciale","authors":"C. Gourbeix , F. Lemoyne de Forges , A. Cornet , M. Bisch , A. Debelmas , C. Bertolus , V. Degos","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44496-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44496-2","url":null,"abstract":"<div><p>La chirurgia oncologica oto-rino-laringoiatrica (ORL) e maxillofacciale riguarda principalmente i tumori delle vie aerodigestive superiori. Si tratta, generalmente, di procedure importanti, per via del loro carattere lungo e demolitivo. Dal momento che i fattori di rischio di questi tumori sono, in primo luogo, le intossicazioni etilica e da tabacco, i pazienti candidati a questo tipo di intervento chirurgico sono spesso portatori di patologie cardiovascolari e respiratorie, nonché di denutrizione derivante dal processo tumorale. La valutazione preoperatoria di questi pazienti è, dunque, una fase essenziale della gestione e deve essere multidisciplinare. Si concentra sull’attuazione di misure di preabilitazione per migliorare la prognosi dei pazienti, in particolare attraverso la correzione di eventuali denutrizione o anemia. La gestione delle vie aeree è la principale difficoltà che l’anestesista può incontrare in sala operatoria per questa tipologia di pazienti. La videolaringoscopia si rivela utile nelle situazioni in cui le vie aeree siano di accesso difficile. L’intubazione vigile sotto fibroscopia è una tecnica alternativa, che deve essere ben padroneggiata da qualsiasi anestesista in ORL e chirurgia maxillofacciale. Gli elementi essenziali della gestione intraoperatoria sono la profilassi antibiotica, l’ottimizzazione emodinamica, la gestione del sanguinamento chirurgico e la prevenzione dell’ipotermia. La gestione postoperatoria deve, generalmente, essere effettuata in un reparto di cure continue, al fine di monitorare, da un lato, le complicanze mediche (infezione respiratoria, scompenso delle patologie sottostanti, sindrome da astinenza, malattia tromboembolica) e, dall’altro, le complicanze chirurgiche (infezione e sanguinamento del sito chirurgico, ostruzione delle vie aeree, disfunzione vascolare dei lembi). Pertanto, le frequenti comorbilità, le difficoltà di accesso alle vie aeree, la molteplicità delle procedure e l’alto tasso di complicanze postoperatorie richiedono, in questo ambito, una stretta collaborazione tra le equipe di anestesia e di chirurgia.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 1","pages":"Pages 1-7"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0771(20)44496-2","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"77196365","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Jacquens , E. Shotar , K. Premat , M.-H. Pari , R. Pasqualotto , S. Latreille , L. Fitoussi , S. Deltour , F. Clarençon , V. Degos
{"title":"Accidente cerebrovascolare postoperatorio in SSPI","authors":"A. Jacquens , E. Shotar , K. Premat , M.-H. Pari , R. Pasqualotto , S. Latreille , L. Fitoussi , S. Deltour , F. Clarençon , V. Degos","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44497-4","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44497-4","url":null,"abstract":"<div><p>Dopo un intervento chirurgico, il verificarsi di un accidente cerebrovascolare (AVC) ischemico è un evento raro ma drammatico. Infatti, è responsabile di un aumento significativo della morbimortalità. La comprensione dei meccanismi fisiopatologici all’origine di questi accidenti ha consentito l’identificazione dei fattori di rischio e la descrizione di principi di prevenzione. I fattori di rischio sono molteplici; da considerare in particolare il tipo di intervento chirurgico nonché la sua urgenza, una storia di AVC o di attacco ischemico transitorio, la fibrillazione atriale, la stenosi carotidea sintomatica, il sesso femminile e l’età. L’anestesista ha un ruolo centrale nella gestione; ciò comporta l’identificazione dei pazienti a rischio ottimizzandone la gestione preoperatoria (gestione precisa dei trattamenti anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici e betabloccanti), intraoperatoria (limitazione degli episodi di ipotensione arteriosa, ottimizzazione delle strategie di ventilazione) e la diagnosi postoperatoria precoce, per consentire una gestione rapida, multidisciplinare ed efficiente. La trombectomia sembra essere una soluzione particolarmente interessante in questa situazione a rischio emorragico.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 1","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0771(20)44497-4","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76538254","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
R. Blondonnet , A. James , T. Godet , J.-M. Constantin
{"title":"Complicanze respiratorie postoperatorie","authors":"R. Blondonnet , A. James , T. Godet , J.-M. Constantin","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44493-7","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44493-7","url":null,"abstract":"<div><p>Le complicanze respiratorie postoperatorie (CRPO) sono complicanze frequenti dopo un intervento chirurgico, con un impatto significativo in termini di morbilità, mortalità e costo. Cambiamenti nel sistema respiratorio si verificano non appena viene indotta l’anestesia generale: la funzione muscolare viene alterata, la meccanica respiratoria viene modificata e i volumi polmonari vengono ridotti, con tutti questi parametri che favoriscono la formazione di atelettasie durante e dopo il periodo operatorio. Questi cambiamenti possono durare sei settimane, prima di regredire. I fattori di rischio di CRPO sono numerosi e possono essere divisi tra fattori modificabili e fattori che non lo sono. Questa dicotomia consente agli anestesisti di rilevarli meglio, per offrire un’assistenza ottimale ai pazienti. Le misure preventive, che partono con un’ottimizzazione preoperatoria delle comorbilità e che sono, poi, associate a strategie di ventilazione protettiva durante l’intervento, compresa una riduzione dei volumi erogati e l’applicazione di una pressione espiratoria positiva ottimale, con, infine, un’adeguata gestione della curarizzazione, dell’analgesia e del riempimento, hanno permesso, negli ultimi anni, di comprendere meglio e di far regredire le CRPO. Il miglioramento delle pratiche chirurgiche stesse, con l’avvento della laparoscopia, la riduzione dei tempi operatori, la rimozione anticipata dei vari drenaggi, tra cui il sondino nasogastrico, e il ricorso alla riabilitazione postoperatoria, è, oggi, parte integrante della gestione globale, volta a migliorare le nostre pratiche e a ridurre le CRPO.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 1","pages":"Pages 1-17"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0771(20)44493-7","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"84398714","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Ecografia e gestione delle vie aeree","authors":"P. Zetlaoui (Anesthésiste-réanimateur)","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44222-7","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44222-7","url":null,"abstract":"<div><p>L’ecografia consente un nuovo approccio alle vie aeree in anestesia e rianimazione, visualizzando l’intera filiera aerea dalla bocca ai polmoni, passando per lo stomaco. Il bilancio ecografico alla ricerca di criteri di intubazione difficili può essere eseguito in modo non invasivo e rapido (3-4 minuti), senza irradiazione, senza l’ausilio di un altro specialista, durante la visita preanestesiologica, al letto del paziente o, anche, sul tavolo operatorio appena prima dell’induzione dell’anestesia. È, quindi, possibile proporre nuovi criteri per la valutazione dei rischi di intubazione difficile e valutare oggettivamente lo stato di vacuità o meno dello stomaco prima dell’induzione dell’anestesia generale per scegliere la sequenza di induzione adatta. Dopo l’intubazione, l’ecografia facilita la conferma della (corretta) posizione della sonda di intubazione e visualizza con precisione i movimenti pleurici durante il ciclo ventilatorio. La cinetica diaframmatica può essere visualizzata e quantificata sia in ventilazione spontanea che assistita o controllata. L’ecografia permette di confermare o escludere alcune diagnosi relative a problemi ventilatori che possono verificarsi durante l’intervento, come uno pneumotorace, un’intubazione selettiva secondaria nel posizionamento proclive o un edema polmonare acuto.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"25 4","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"79204486","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Malaria grave","authors":"F. Bruneel","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44219-7","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44219-7","url":null,"abstract":"<div><p>Con quasi 500 000 morti ogni anno in zone di endemia, la malaria grave è una priorità di salute pubblica a livello mondiale. In Francia e nei paesi non endemici, la malaria grave di importazione resta un’infezione potenzialmente letale, nonostante un livello ottimale di cura. La fisiopatologia ruota attorno a diversi meccanismi, il più importante dei quali è la citoadesione dei globuli rossi parassitati all’endotelio vascolare. La diagnosi di malaria grave si basa sulla dimostrazione di <em>Plasmodium falciparum</em> (o, molto più raramente, delle altre quattro specie) nel sangue e sulla presenza di almeno un criterio clinico o laboratoristico di gravità, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2014 e adattato alla malaria grave di importazione in Francia nelle linee guida di pratica clinica riviste nel 2017. Dopo l’era del chinino, il trattamento antinfettivo per la malaria grave di importazione è, ora, basato sull’artesunato per via endovenosa negli adulti, nei bambini e nelle donne gravide. A livello sintomatico, soprattutto durante nelle forme più gravi, la gestione in rianimazione delle insufficienze d’organo è fondamentale e presenta alcune specificità. A tutt’oggi, nessun trattamento adiuvante (inclusa l’exsanguinotrasfusione) ha dimostrato la sua efficacia nella pratica clinica. Più a monte, l’impatto della malaria grave potrebbe essere ridotto migliorando la prevenzione (chemioprofilassi, informazioni per il pubblico in generale) e migliorando la diagnosi e il trattamento nella fase di malaria semplice. Infine, l’elaborazione di un vaccino progredisce, ma la sua efficacia resta ancora modesta.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"25 4","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81903041","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
F. Aubrun MD, PhD, Chef de service, M. Dziadzko MD, PhD
{"title":"Analgesia postoperatoria nell’adulto","authors":"F. Aubrun MD, PhD, Chef de service, M. Dziadzko MD, PhD","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44221-5","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44221-5","url":null,"abstract":"<div><p>L’analgesia postoperatoria è inseparabile dalla sicurezza dei pazienti. Tiene conto dell’intero decorso clinico, della storia e delle caratteristiche personali, dell’ambiente e delle persone che circondano il paziente, compreso il personale curante. Le raccomandazioni delle società scientifiche hanno permesso, accanto ai successivi piani “dolore”, di promuovere sofisticate tecniche di analgesia, ma anche di stabilire una strategia analgesica individualizzata. La multimodalità della moderna analgesia postoperatoria comprende non solo la combinazione di farmaci e tecniche di anestesia locoregionale, ma anche il precondizionamento fisico (miglioramento della capacità funzionale), l’educazione preoperatoria del paziente ma anche delle persone vicine, l’individuazione e l’anticipazione della vulnerabilità al dolore (paziente con dolore cronico, età estreme, tossicodipendenza e depressione, particolarità genetiche) e il supporto postoperatorio (in particolare nel contesto di un recupero migliorato dopo chirurgia). Il risparmio morfinico durante e dopo l’intervento chirurgico è uno dei cardini di un’efficace analgesia postoperatoria. Aiuta a ridurre il fenomeno dell’iperalgesia e il consumo postoperatorio di oppioidi, soprattutto per le popolazioni più vulnerabili. La ketamina a basso dosaggio è il principale agente anti-iperalgesico e contribuisce a ridurre i rischi di cronicizzazione del dolore postoperatorio. Lo stesso vale per l’analgesia perimidollare contemporanea (analgesia peridurale continua e rachianalgesia morfinica), che si è dimostrata efficace in particolare nella chirurgia toracoaddominale maggiore. Un’analgesia efficace è misurata a riposo, ma, soprattutto, in condizioni dinamiche mediante strumenti adeguati. Consente un migliore comfort, ma anche una migliore riabilitazione e, quindi, una riduzione della durata della permanenza in una struttura di cura. Infine, sono in fase di sviluppo nuove tecnologie digitali per il monitoraggio remoto dell’analgesia postoperatoria con un potenziale significativo, in particolare nel contesto della sicurezza dei pazienti che assumono morfinici.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"25 4","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76478867","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Organizzazione del blocco operatorio","authors":"J. Marty (Professeur d’anesthésie-réanimation)","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44242-2","DOIUrl":"10.1016/S1283-0771(20)44242-2","url":null,"abstract":"<div><p>Il blocco operatorio, grazie ai progressi della medicina e della chirurgia, è divenuto un sistema complesso. Il suo funzionamento dipende da diversi servizi della struttura sanitaria. Il coordinamento con tali servizi di supporto è essenziale. La realizzazione di un intervento richiede la presenza contemporanea di diversi professionisti sanitari esperti. Occorre anche del materiale specifico. La sincronizzazione di tutte queste attività e presenze corrisponde all’organizzazione del blocco operatorio. Una tappa essenziale è la programmazione degli interventi negli spazi orari dedicati alle diverse specialità chirurgiche. La conduzione del blocco operatorio dipende da una struttura specifica con un direttore medico che dedica la parte essenziale del proprio tempo a questa responsabilità. È assistito da un gestore del blocco per la raccolta e l’organizzazione degli indicatori di follow-up. Un dirigente infermieristico supervisiona l’attività degli infermieri che lavorano nel blocco operatorio. Idealmente il blocco operatorio è concepito in funzione degli imperativi del percorso del paziente e dei flussi logistici. Il dimensionamento delle diverse entità (sale operatorie, sala di sorveglianza postintervento e locali tecnici) permette un funzionamento fluido. Il tasso di utilizzo degli spazi orari dedicati serve a eventuali riattribuzioni del tempo per ciascuna specialità. La conduzione del blocco operatorio non può riassumersi nell’ottimizzazione degli indicatori. In un sistema complesso, la comunicazione tra i membri dell’equipe è decisiva per una prestazione di qualità e che rispetti gli imperativi di sicurezza. La checklist è uno strumento generalizzato che consente di verificare gli elementi essenziali collettivamente, di preparare ognuno al compito che dovrà svolgere e di condividere le informazioni necessarie alla gestione del paziente durante l’intervento e nel postoperatorio. Lo sviluppo delle tecnologie digitali permette di seguire in tempo reale lo svolgimento del programma chirurgico e di procedere ai riadattamenti lo stesso giorno.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"25 4","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"73062986","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}