{"title":"Anestesia e analgesia peridurali nell’adulto (escluse ostetricia e pediatria)","authors":"E. Gaertner (Docteur)","doi":"10.1016/S1283-0771(21)45618-5","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Utilizzate da decenni, le tecniche di anestesia peridurale permettono di assicurare un’analgesia prolungata grazie all’introduzione di un catetere in cui viene infusa una soluzione di anestetico locale a bassa concentrazione, con o senza oppioidi. Potenzialmente dannosa per i suoi effetti secondari e per le rare ma gravi complicanze qui descritte, le indicazioni dell’analgesia peridurale al di fuori dell’ostetricia sono state modificate negli ultimi anni. I criteri di sicurezza e monitoraggio sono, attualmente, ben codificati secondo le raccomandazioni delle società scientifiche. Quasi riservata alla chirurgia sopraombelicale e toracica, l’analgesia peridurale è stata sostituita da tecniche di blocco periferico, quando si tratta di chirurgia monolaterale, in particolare dall’avvento dell’ecografia (p. es., chirurgia ortopedica, chirurgia toracica monolaterale). La peridurale fa parte integrante dei programmi di riabilitazione ottimizzata per alcuni tipi di chirurgia, garantendo, oltre a un’analgesia di qualità, un miglioramento della funzione respiratoria e una riduzione della durata dell’ileo postoperatorio. Tecnica ritenuta difficile, l’analgesia peridurale, soprattutto toracica, ha grandemente beneficiato del contributo dell’ecografia. In effetti, le tecniche ecografiche consentono la guida ecografica, precisando i criteri anatomici del paziente. La guida ecografica assicura il tracciamento dell’ago in tempo reale, facilitando il gesto.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 4","pages":"Pages 1-27"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2021-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077121456185","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Utilizzate da decenni, le tecniche di anestesia peridurale permettono di assicurare un’analgesia prolungata grazie all’introduzione di un catetere in cui viene infusa una soluzione di anestetico locale a bassa concentrazione, con o senza oppioidi. Potenzialmente dannosa per i suoi effetti secondari e per le rare ma gravi complicanze qui descritte, le indicazioni dell’analgesia peridurale al di fuori dell’ostetricia sono state modificate negli ultimi anni. I criteri di sicurezza e monitoraggio sono, attualmente, ben codificati secondo le raccomandazioni delle società scientifiche. Quasi riservata alla chirurgia sopraombelicale e toracica, l’analgesia peridurale è stata sostituita da tecniche di blocco periferico, quando si tratta di chirurgia monolaterale, in particolare dall’avvento dell’ecografia (p. es., chirurgia ortopedica, chirurgia toracica monolaterale). La peridurale fa parte integrante dei programmi di riabilitazione ottimizzata per alcuni tipi di chirurgia, garantendo, oltre a un’analgesia di qualità, un miglioramento della funzione respiratoria e una riduzione della durata dell’ileo postoperatorio. Tecnica ritenuta difficile, l’analgesia peridurale, soprattutto toracica, ha grandemente beneficiato del contributo dell’ecografia. In effetti, le tecniche ecografiche consentono la guida ecografica, precisando i criteri anatomici del paziente. La guida ecografica assicura il tracciamento dell’ago in tempo reale, facilitando il gesto.