C. Salloum (Praticien hospitalier) , C. Lim (Praticien hospitalier contractuel) , F. Cochennec (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , D. Azoulay (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"Chirurgia della vena cava inferiore","authors":"C. Salloum (Praticien hospitalier) , C. Lim (Praticien hospitalier contractuel) , F. Cochennec (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , D. Azoulay (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1283-0801(21)45038-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0801(21)45038-7","url":null,"abstract":"<div><p>La chirurgia della vena cava inferiore (VCI) è realizzata principalmente nel contesto dell’exeresi di lesioni maligne primitive della VCI (leiomiosarcomi) e dei tumori epatici e renali secondariamente estesi alla vena cava. Si è considerevolmente sviluppata negli ultimi decenni, con lo sviluppo di metodiche di diagnostica per immagini specifiche per la sua esplorazione, l’efficacia della chemioterapia neoadiuvante e adiuvante e il miglioramento delle tecniche chirurgiche, anestetiche e rianimatorie, che consentono di intervenire su tutti i suoi segmenti. La resezione tumorale deve, tuttavia, rispettare le regole dell’exeresi oncologica e, allo stesso tempo, rispettare le regole di rivascolarizzazione volte ad assicurare la pervietà del montaggio vascolare. A questo va aggiunta la considerazione delle ripercussioni emodinamiche del clampaggio della VCI, che assicura oltre il 70% del ritorno venoso nelle cavità cardiache destre. La strategia operatoria della chirurgia della VCI è determinata in base alla posizione della gemma nella vena cava in caso di trombosi, alla sua eventuale invasione parietale e alla sua estensione ad altre affluenti della vena cava (vene epatiche e vene renali). Questo capitolo specifica le tecniche di resezione e ricostruzione della vena cava inferiore nel contesto dell’exeresi di lesioni neoplastiche primitive o secondarie della VCI. Successivamente, sono esposte le vie d’accesso, le tecniche di esposizione dei suoi vari segmenti, le ripercussioni emodinamiche del suo clampaggio e le tecniche di rivascolarizzazione cavale. Sono, infine, trattati i problemi particolari posti dal trattamento dei leiomiosarcomi della VCI e dei tumori renali ed epatici che invadono la VCI.</p></div>","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"26 2","pages":"Pages 1-24"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72072171","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
C. Caradu (Chef de clinique), E. Ducasse (Professeur des Universités, praticien hospitalier), X. Bérard (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"Occlusioni aortiche acute","authors":"C. Caradu (Chef de clinique), E. Ducasse (Professeur des Universités, praticien hospitalier), X. Bérard (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1283-0801(21)45037-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0801(21)45037-5","url":null,"abstract":"<div><p>L’occlusione aortica acuta (OAA) è rara, ma resta un’urgenza grave in chirurgia vascolare. I segni clinici dipendono dal livello di occlusione e possono essere confusi con un accidente vascolare cerebrale o una patologia neurologica, generando un notevole ritardo diagnostico. Occorre concentrarsi sulla ricerca dell’eziologia, che influisce pesantemente sulla prognosi. L’avvento del catetere di Fogarty ha permesso di ridurre il tasso di mortalità postoperatoria dal 75% al 20% odierno. La prognosi resta comunque infausta e l’epidemiologia si è notevolmente modificata negli ultimi 20 anni, con le trombosi in situ che sorpassano le cause cardioemboliche e insorgono spesso dopo una chirurgia endovascolare. L’angio-TC è divenuta uno strumento diagnostico di elezione e la gestione chirurgica di prima intenzione è la tromboembolectomia con catetere di Fogarty per via femorale bilaterale, ora integrata da un’eventuale procedura endovascolare a seconda del risultato del controllo arteriografico. La sindrome da riperfusione è la sua principale complicanza e può portare alla morte. È necessario prevenirne le conseguenze realizzando delle fasciotomie di scarico, un lavaggio dell’arto e una gestione rianimatoria attiva, che associa diuresi alcalinizzata forzata, correzione dei disturbi metabolici e depurazione extrarenale precoce, se necessario.</p></div>","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"26 2","pages":"Pages 1-21"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72072172","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
J. Touma (Praticien hospitalier) , C. Bosse (Interne des Hôpitaux) , J. Marzelle (Praticien hospitalier) , P. Desgranges (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , F. Cochennec (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"Valutazione di operabilità del paziente in chirurgia vascolare","authors":"A. Hauguel , R. Coscas","doi":"10.1016/S1283-0801(20)44287-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0801(20)44287-6","url":null,"abstract":"<div><p>La valutazione di operabilità consiste nella valutazione del trittico Paziente-Atto-Struttura. Stabilisce, in primo luogo, l’eleggibilità del paziente e, poi, la scelta della tecnica chirurgica più appropriata. Soggetti a numerose comorbilità e/o a un alto rischio cardiovascolare, i pazienti di chirurgia vascolare spesso rientrano nella categoria dei pazienti ad “alto rischio operatorio”. La valutazione di operabilità definisce, quindi, le condizioni ottimali per l’esecuzione della procedura e stabilisce le misure correttive da attuare preoperatoriamente. A volte, porta a rivedere la tecnica scelta, generalmente a favore di una tecnica endovascolare. La conoscenza delle raccomandazioni relative alla valutazione di operabilità consente al chirurgo vascolare di discutere con le altre specialità coinvolte, in particolare sulla cronologia del trattamento (principalmente cardiologico e vascolare) e sui trattamenti che possono causare il rinvio dell’intervento. Questo capitolo riassume gli elementi principali della valutazione di operabilità dei pazienti in chirurgia arteriosa che ogni chirurgo vascolare deve conoscere.</p></div>","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"25 4","pages":"Pages 1-21"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72046785","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Valutazione di operabilità del paziente in chirurgia vascolare","authors":"A. Hauguel, R. Coscas","doi":"10.1016/s1283-0801(20)44287-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1283-0801(20)44287-6","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"61 1","pages":"1-21"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76953406","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Creazione di accessi vascolari per emodialisi: strategie e tecniche operatorie","authors":"N. Sadaghianloo MD, PhD , S. Declemy","doi":"10.1016/S1283-0801(20)44286-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0801(20)44286-4","url":null,"abstract":"<div><p>Gli accessi vascolari sono essenziali per la sostituzione renale mediante emodialisi. Ma i pazienti, i nefrologi e i chirurghi degli accessi vascolari si trovano spesso di fronte a delle disfunzioni. La conoscenza dei principi, delle disposizioni esistenti e delle possibili evoluzioni degli accessi vascolari nonché una formazione tecnica dedicata sono importanti garanzie di successo. In termini strategici, deve essere realizzata una valutazione clinica completa, che consideri le complicanze eventuali e le possibilità di applicazione, prima di proporre al paziente le scelte fattibili nel suo caso. Dopo questa valutazione, la fistola arterovenosa (FAV) nativa più distale possibile rimane l’accesso vascolare di prima scelta. Le altre possibilità devono essere studiate cercando di risparmiare il massimo capitale venoso, di valutare e limitare i rischi di ischemia e di prevenire i rischi di stenosi, trombosi e infezione legati alle protesi e ai cateteri a lungo termine. Resta da definire il ruolo dei dispositivi per la creazione di fistole percutanee, finché non siano stati valutati i loro vantaggi e il loro destino a medio e a lungo termine rispetto alla chirurgia.</p></div>","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"25 4","pages":"Pages 1-15"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72046784","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Creazione di accessi vascolari per emodialisi: strategie e tecniche operatorie","authors":"N. Sadaghianloo, S. Declemy","doi":"10.1016/s1283-0801(20)44286-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1283-0801(20)44286-4","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"7 1","pages":"1-15"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"88529111","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Schwein , A. Lejay , M. Ohana , M. Sagnard , F. Thaveau , N. Chakfé , P. Wolf , Y. Georg
{"title":"Complicanze vascolari del trapianto renale","authors":"A. Schwein , A. Lejay , M. Ohana , M. Sagnard , F. Thaveau , N. Chakfé , P. Wolf , Y. Georg","doi":"10.1016/S1283-0801(20)44139-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1283-0801(20)44139-1","url":null,"abstract":"<div><p>Il trapianto renale è il miglior metodo per ripristinare la funzionalità renale e presenta attualmente dei tassi di sopravvivenza dell’organo trapiantato del 92,2% e del 76,8% a, rispettivamente, uno e cinque anni. Le complicanze vascolari secondarie all’intervento chirurgico spiegano una parte della perdita dei trapianti renali e possono verificarsi in tutte le fasi, dal prelievo renale a diversi anni dopo il trapianto. L’imaging e, in particolare, l’ecografia Doppler svolgono un ruolo importante nella loro prevenzione, nella loro diagnosi e nel loro follow-up. La maggior parte delle complicanze vascolari che si verificano durante il primo mese è dovuta a un difetto tecnico durante il confezionamento delle anastomosi vascolari o a un problema di posizionamento dell’organo trapiantato. Una tecnica chirurgica rigorosa e un apprezzamento della ricolorazione dell’organo in tutte le fasi dell’intervento sono essenziali. Le complicanze più gravi sono le rotture arteriose spesso di origine settica, che possono essere pericolose per la vita. La stenosi dell’arteria del rene trapiantato è la più frequente complicanza postoperatoria tardiva, il cui trattamento si basa attualmente sui metodi endovascolari. La conoscenza, la prevenzione e le modalità di gestione di queste complicanze vascolari devono far parte del dominio di competenza di un chirurgo vascolare.</p></div>","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"25 3","pages":"Pages 1-24"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0801(20)44139-1","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72089743","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}