{"title":"Superstitiosi Vates. Nota a un frammento tragico di Ennio (sc. 319 V.2)","authors":"A. Russo","doi":"10.54103/2282-0035/19879","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/19879","url":null,"abstract":"Sulla base di una dimenticata intuizione di Alberto Grilli, l’articolo si propone di rivendicare, con nuovi argomenti e precisazioni, l’attribuzione a un frammento del Telamo di Ennio delle parole superstitiosi vates inpudentesque harioli (Enn. sc. 319 V.2) che nelle edizioni più recenti delle tragedie enniane vengono invece attribuite a Cicerone, fonte del frammento.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-03-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43521514","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"L’equivalenza di una nuvola. Sulla forma forografica","authors":"Giovanni Ferrario","doi":"10.54103/2282-0035/19890","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/19890","url":null,"abstract":"Inizialmente, il saggio tratteggia una breve storia estetico-artistica della nuvola, dagli archè della filosofia naturalistica presocratica, in cui si mostrano le nuvole come un compendio perfetto della vita e della sua immagine mutevole, alla tesi kantiana sull’origine nuvolosa del cosmo. Le nuvole sono immagini attraverso le quali si evoca la struttura di cui è fatta ogni forma che ha in sé le leggi dell’apparire e della materia. Esse rappresentano, dunque, un’origine senza origine e il complesso rapporto analogico e linguistico con la realtà. A partire da tali considerazioni lo scritto analizza per via analogica Equivalents (1993) dell’artista brasiliano Vik Muniz. Queste opere intensificano la riflessione sul vedere e sull’esistenza, mettono in discussione i principi della fotografia e aprono a nuove pratiche non più fotografiche ma forografiche. Le nuvole dimostrano come l’arte non sia il tentativo di cercare la bellezza ma di avere il coraggio di riceverla, sollecitando costantemente nuovi e mutevoli linguaggi.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-03-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49397862","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«Copiati esattissimamente in misura rigorosa»: note sulle prime incisioni dei dittici eburnei del Tesoro del Duomo di Monza. Anton Francesco Gori, Anton Francesco Frisi e i fratelli Trivulzio nella seconda metà del Settecento","authors":"M. Erba","doi":"10.54103/2282-0035/19886","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/19886","url":null,"abstract":"Nel Tesoro del Duomo di Monza si conservano tre celebri dittici eburnei relativi alla dotazione di suppellettili liturgiche di Berengario del Friuli (inizi X secolo): il dittico di Stilicone e quello del Poeta e della Musa, entrambi tardo antichi; il dittico di re Davide e san Gregorio Magno, di datazione e lettura più controverse (VI secolo ed età carolingia). Primo editore dei pezzi è Anton Francesco Gori nel secondo volume del Thesaurus veterum diptychorum consularium et ecclesiasticorum (1759), corredato di tre tavole di Andrea Scacciati. Pur non avendo mai visionato i manufatti, l’erudito fiorentino dedica ad essi un’ampia disamina critica basandosi essenzialmente sugli acquerelli del pittore Girolamo Ferroni, reclutato dal marchese milanese e prezioso intermediario Alessandro Teodoro Trivulzio. Nel 1794 il padre della storiografia monzese, il canonico Anton Francesco Frisi, risolve di rieditare i dittici in apertura del terzo tomo delle sue Memorie storiche di Monza e sua corte. Consigliato da quel don Carlo Trivulzio erudito e proprietario di un ricco nucleo di avori antichi, supportato dalle modeste incisioni di Giulio Cesare Bianchi, offre una rilettura che puntualizza ed emenda in parte quanto scritto dal Gori, condita da una vena polemica contro «chi non ha esaminati personalmente i Monumenti, sui quali ragiona». Sullo sfondo del contesto culturale dell’epoca e delle personalità che vi presero parte, con l’ausilio della documentazione divisa tra la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, l’Archivio della Fondazione Trivulzio e la Biblioteca Marucelliana di Firenze, il contributo intende proporre una ricostruzione degli avvenimenti con attenzione al rapporto tra originale (i dittici monzesi) e copia (disegni e incisioni che ne scaturirono).","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-03-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47909810","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"'Maschio’ e ‘femmina’ in quechua","authors":"Vito Bongiorno","doi":"10.54103/2282-0035/18668","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/18668","url":null,"abstract":"In questo articolo si descrivono e discutono le caratteristiche principali della lingua quechua relative alla distinzione tra ‘maschio’ e ‘femmina’. La prima parte del testo indica il modo in cui il quechua codifica questa distinzione attraverso il lessico, ponendo l’attenzione sui termini di parentela; la seconda parte mostra i sostantivi, aggettivi e verbi indicanti persone, comportamenti e abitudini considerati come tipicamente femminili o maschili. Sia la prima parte che la seconda sono vòlte a evidenziare alcuni fattori di tipo socio-culturale associati alla distinzione linguistica tra genere femminile e maschile.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-09-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47102292","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Il caso del Teatro Sociale di Sondrio per la fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco","authors":"Giacomo Della Ferrera","doi":"10.54103/2282-0035/18665","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/18665","url":null,"abstract":"Il Teatro Sociale di Sondrio, inaugurato nel 1824, rappresenta tra XIX e XX secolo il più importante centro teatrale dell’intera Valtellina. Considerando anche l’importanza che riveste nella storia locale, il teatro sondriese può essere preso come esempio attraverso cui riconoscere, da un punto di vista particolare, le evoluzioni a cui va incontro la drammaturgia italiana a cavallo dei due secoli. Lo studio dei manifesti conservati negli archivi e lo spoglio dei periodici locali hanno permesso di analizzare le modalità e le tempistiche con cui venivano allestiti gli spettacoli e l’accoglienza di questi da parte del pubblico e della critica di Sondrio: su queste basi, il seguente studio cerca di offrire una fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco, un pubblico provinciale, lontano da quello delle grandi città ma che, come si vuole dimostrare, condivide con quest’ultimo gli stessi gusti: dalla ricerca della novità alla passione per i drammi sentimentali, dalla pièce bien faite alla nuova drammaturgia borghese.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-09-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42746275","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«Une des figures les plus originales de Milan»: l’antiquario Giuseppe Baslini (1817-1887)","authors":"Martina Colombi","doi":"10.54103/2282-0035/18663","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/18663","url":null,"abstract":"L’articolo si propone di indagare le numerose sfaccettature di un personaggio cruciale per il mercato dell’arte europeo del XIX secolo, a cui gli studi non hanno ancora rivolto la dovuta attenzione: l’antiquario Giuseppe Baslini. Ricordato dai contemporanei per l’eccezionale talento da connoisseur e la spregiudicata astuzia negli affari, Baslini fu probabilmente il più importante mercante milanese del secondo Ottocento. La sua bottega in via Montenapoleone 11 divenne riferimento e luogo di richiamo per restauratori, collezionisti e travelling agents di tutta Europa. Fu consulente e fornitore delle collezioni milanesi Poldi Pezzoli e Bagatti Valsecchi, che beneficiarono della poliedricità dei suoi interessi, ma anche della National Gallery di Londra e della Gemäldegalerie di Berlino. Il suo «perfido commercio», come pure il ruolo di mediatore presso gallerie e collezioni private, sono documentati dalle lettere di Giovanni Morelli e Austen Henry Layard, dai taccuini di viaggio di Charles Eastlake e Otto Mündler e dall’autobiografia di Wilhelm von Bode. La restituzione delle vicende biografiche e professionali dell’antiquario, attraverso lo studio di documenti d’archivio inediti, lettere, fatture e cataloghi d’asta, ha rivelato una personalità intrigante e controversa, importante tramite per ricostruire relazioni e provenienze collezionistiche sino a oggi ignote.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-09-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42395506","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Milano, 1881: Courbet e Carpeaux tra le “macchiette” di Navarro della Miraglia","authors":"D. Lacagnina","doi":"10.54103/2282-0035/18664","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/18664","url":null,"abstract":"Nel 1881, per i tipi dell’editore Brigola di Milano, vedeva la luce Macchiette parigine, un compendio di profili biografici che lo scrittore siciliano Emanuele Navarro della Miraglia (1838-1919) dedicava a eminenti personalità della cultura letteraria e artistica francese di metà Ottocento.Francesista, a lungo residente a Parigi (1864-1872), in contatto a Milano con gli ambienti della scapigliatura lombarda (1872-1882) e da ultimo professore di Lingua e letteratura francese presso l’Istituto superiore di magistero femminile di Roma (1883-1913), Navarro della Miraglia includeva fra le sue “macchiette” anche due ritratti d’artisti dedicati rispettivamente a Gustave Courbet e a Jean-Baptiste Carpeaux.Questo contributo si propone di definire il contesto e le ricadute di una lettura non allineata alla tempestiva e più “ortodossa” discussione della lezione di Courbet promossa da Diego Martelli presso i macchiaioli toscani, a beneficio di una geografia culturale diversamente articolata fra le aperture cosmopolite del naturalismo meridionale e le frange più avanzate della scapigliatura lombarda. Allo stesso modo il resoconto dell’atelier di Carpeaux è riconsiderato alla luce del coevo dibattito sulla scultura monumentale e delle ricerche in corso a Milano su un modellato più mosso e nervoso.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-09-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47846865","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«Inglesizzare» Dante: tre traduzioni recenti dell'Inferno da parte dei poeti americani","authors":"P. Loreto","doi":"10.54103/2282-0035/18667","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/18667","url":null,"abstract":"Il saggio mette a confronto tre fra le traduzioni più importanti della Commedia curate da poeti americani negli anni 2000, prendendo in analisi le loro strategie e tecniche traduttive e i conseguenti risultati estetici. La base del confronto sono le intenzioni traduttive dichiarate dai poeti-traduttori, il modo in cui hanno cercato di porle in pratica, e l’interpretazione dei loro risultati alla luce della teoria dei translation studies recente. Le idee di Lawrence Venuti sulle «versioni dei poeti» e su come leggere una traduzione, specialmente in un contesto di world literature, sono risultate particolarmente utili nel caso dei tentativi di questi poeti-traduttori di riscrivere un testo poetico autonomo, e di trasportare la complessità della poesia di Dante, potentemente padroneggiata, attraverso due tradizioni letterarie diverse.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-09-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45314622","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Verità della physis e menzogna sociale: Doktor Glas, un Übermensch fallito?","authors":"Viviana Santovito","doi":"10.54103/2282-0035/18666","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/18666","url":null,"abstract":"Questo studio investiga quali siano i punti di contatto tra il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e lo scrittore svedese Hjalmar Söderberg nel romanzo di quest’ultimo Doktor Glas. L’articolo prende in esame due testi nietzschiani finora poco messi in relazione con l’opera söderberghiana, Über Wahrheit und Lüge im außermoralischen Sinne e Die fröhliche Wissenschaft, evidenziando gli influssi che il pensiero del filosofo tedesco ha esercitato sulla concezione del Doktor Glas. L’analisi prende le mosse dai concetti di menzogna e conoscenza così come formulati in Über Wahrheit und Lüge im außermoralischen Sinne e dal concetto di “morte di Dio”, identificando in quest’ultimo il crollo della metafisica nel pensiero filosofico europeo a partire dalla rivoluzione copernicana. Il saggio illustra come a questo cambiamento sia sopraggiunto lo svilupparsi di una nuova sensibilità tecnico-scientifica legata alla physis, cambiamento che vede nella figura del medico il suo massimo esponente. L’articolo mette dunque in luce come nel Doktor Glas il passaggio dalla metafisica alla physis venga rappresentato come un momento di crisi esistenziale, non avendo il medico la capacità di superare il trauma della perdita della metafisica. Quest’incapacità è causata dalla conoscenza, la quale se offre la possibilità di scoprire le menzogne usate dalla società, non consente però di trovare lo stimolo per superare la condizione di vuoto causata dalla “morte di Dio”. Söderberg fornisce dunque nel suo romanzo un’interpretazione pessimistica della crisi di Fin de siècle, inquadrando nella paralisi interiore del dottor Tyko Gabriel Glas e l’omicidio inconcludente del pastore Gregorius il fallimento del passaggio dal paradigma metafisico al paradigma della physis e l’impossibilità di superare la crisi tramite una metamorfosi nella condizione di Übermensch.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-09-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45097092","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Lussuosi arredi romani fra Italia e Spagna: i sostegni scanalati in marmo Giallo antico","authors":"F. Slavazzi","doi":"10.54103/2282-0035/18661","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2282-0035/18661","url":null,"abstract":"Fra gli arredi marmorei di età romana si distingue un gruppo di sostegni realizzati in marmo Giallo antico, che presentano caratteristiche comuni di lavorazione e di decorazione, i cui esemplari sono stati ritrovati nel Mediterraneo occidentale (Sardegna, Francia meridionale, Spagna), con una concentrazione in alcuni centri antichi. Si propongono considerazioni su produzione, circolazione e riuso di questi oggetti di lusso.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":"91 6","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-09-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"41296294","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}