{"title":"Ossian sessant’anni dopo Cesarotti. Una traduzione di “Oinamora” da Giovanni Torti (1825)","authors":"Maria Maffezzoli","doi":"10.54103/2724-3346/24004","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/24004","url":null,"abstract":"La traduzione cesarottiana delle Poesie di Ossian risaputamente introduce in Italia alcuni stilemi, immagini e movenze linguistiche che saranno poi il seme della nuova sensibilità romantica. Nel 1825 Giovanni Torti, poeta di formazione pariniana “convertitosi” poi al Romanticismo, pubblica la traduzione di uno dei meno noti poemi epici dell’Ossian: Oinamora. Il testo base della traduzione non sarà però quello inglese di Macpherson, come per Cesarotti, bensì una più tarda traduzione latina di area inglese (1807), pubblicata con il testo a fronte di quello che vorrebbe essere l’originale celtico. L’articolo intende confrontare le due traduzioni (Cesarotti 1772 - Torti 1825) per metterne in luce le differenti scelte metriche, stilistiche e linguistiche, e per ragionare sui diversi modelli epici di riferimento; nel tentativo di restituire un’istantanea dello sviluppo del nuovo gusto poetico italiano, osservato a sessant’anni di distanza da quel fenomeno letterario unico che fu la pubblicazione delle Poesie di Ossian tradotte dall’abate Melchiorre Cesarotti.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"47 8","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141689970","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«Imitando i prischi atleti». Antico e moderno nei “Giuochi Olimpici” in Arcadia","authors":"Stefano Crescenzi","doi":"10.54103/2724-3346/24011","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/24011","url":null,"abstract":"A partire dagli studi di Bilinski sui Giuochi olimpici in Arcadia, l’articolo si propone di approfondire le prime edizioni della competizione, fondamentali al fine di comprendere la costruzione dell’ideale arcadico di miglioramento del passato, calato nella contemporanea querelle des anciens et des modernes. Attraverso lo studio del materiale manoscritto conservato presso la Biblioteca Angelica, tutt’ora in gran parte inedito, viene ricostruita la prima edizione dei Giuochi, celebrata nel 1697, e poi stampata con significative variazioni all’interno dell’Arcadia crescimbeniana (1708). Successivamente, tramite il confronto con le stampe successive, vengono sottolineati i punti di continuità e di cambiamento, con lo scopo di evidenziare come la competizione costituisca un punto di vista privilegiato al fine dello studio dei rapporti del consesso con il contesto della Roma curiale.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"295 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141711410","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«A cui non manca che la fortuna d’avere avuto il natale in tempo più felice»: “La Teseide” di Teresa Bandettini (1805)","authors":"G. Guassardo","doi":"10.54103/2724-3346/23997","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/23997","url":null,"abstract":"Nonostante Teresa Bandettini (1763-1837) sia stata celebrata, in vita e dai posteri, soprattutto per il suo talento di poetessa estemporanea, che le valse l’ammissione in Arcadia con il nome di Amarilli Etrusca, le sue ambizioni erano riposte nella poesia \"pensata\": in particolare nel poema epico-mitologico La Teseide, edito nel 1805 e oggi quasi dimenticato. Nel contributo si entrerà nel laboratorio del testo e si evidenzieranno gli aspetti che sul piano della materia, dell’impostazione narrativa e dello stile denotano l’adesione integrale di Amarilli a una poetica classicista. Nello specifico si esamineranno l’articolazione narrativa del poema e la caratterizzazione del personaggio di Teseo, e si offriranno alcuni esempi di riscrittura dai classici latini e volgari, la cui strategia potrebbe essere stata condizionata anche dall’esperienza di improvvisatrice della poetessa.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"104 4","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141694856","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Note sul riuso dell’epica classica nella poesia del secondo Settecento. Il \"Giorno” di Parini e gli “Amori” di Savioli","authors":"Barbara Tanzi Imbri","doi":"10.54103/2724-3346/24000","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/24000","url":null,"abstract":"L’intervento propone una riflessione sulle riprese dell’epica classica nella poesia del secondo Settecento attraverso un’indagine sulla ricontestualizzazione di motivi e immagini negli Amori di Savioli e nel Giorno di Parini. In un secolo in cui il genere fu molto poco praticato si assistette tuttavia a un massiccio recupero della classicità non soltanto sotto l’aspetto linguistico e sintattico, ma anche tematico, con frequente ripresa di immagini mitologiche. Entro questo quadro lo studio condotto ha cercato di individuare le forme di recupero e di riuso dell’epica classica, spesso identificabili con la ripresa di scene risemantizzate in chiave non solo più comunemente encomiastica, ma anche ironica e satirica, o ancora metaforica, talvolta impiegate per impreziosire scene di marcato gusto settecentesco.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"162 4","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141694930","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«In versi latini all’improviso composti»: primi appunti per una storia della poesia estemporanea latina in Arcadia","authors":"Lucrezia Arianna","doi":"10.54103/2724-3346/24009","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/24009","url":null,"abstract":"Nel delineare un profilo della poesia estemporanea in latino in Arcadia, con particolare attenzione ai custodiati di Crescimbeni (1690-1728) e Morei (1743-1766), il saggio propone un’analisi dettagliata della documentazione, in parte già nota in parte sommersa, per puntare l’attenzione su alcuni testi latini estemporanei degli arcadi Antonio de’ Felici, Antonio Somai, Antonio Re da Roma e Pietro Antonio Petrini, giunti a stampa; di questi si fornisce l’edizione, la traduzione e un commento delle fonti. Infine, rilevata l’eccezionalità e l’importanza di queste testimonianze – di cui si segnalano anche altre manoscritte, oggetto di lavori in corso – lo studio vuole riflettere sulle modalità di circolazione e fruizione della poesia estemporanea, pur nella difficoltà oggettiva di inquadrare il fenomeno nella sua interezza.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"2015 14","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141706776","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Réécrire Homère et Virgile pour l'Opéra: les tragedies en musique de Campistron et Fontenelle analysées au prisme de la querelle des anciens et des modernes (1786-1690)","authors":"Clément Stagnol","doi":"10.54103/2724-3346/23995","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/23995","url":null,"abstract":"Au tournant des années 1690, les épopées d’Homère et Virgile font pour la première fois leur incursion dans les sujets des tragédies destinées à l’Académie royale de musique, en pleine Querelle des Anciens et des Modernes. Si Achille et Polyxène (Campistron/Collasse, 1687) renoue en partie avec les grandes conceptions aristotéliciennes de la tragédie, Énée et Lavinie (Fontenelle/Collasse, 1690) se veut une réécriture moderne, évacuant toute la dimension héroïque de l’original virgilien au profit des codes du roman contemporain. Ces deux œuvres montrent l’envie de renouveler un genre pour les auteurs de paroles, aboutissant de facto à de nouvelles situations dramaturgiques pour le musicien.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"18 3","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141709486","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"D’après ou après l’antique? L’“Hermès” et “L’Amérique” d’André Chénier ou l’épopée au risque de la philosophie","authors":"Gauthier Ambrus","doi":"10.54103/2724-3346/24003","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/24003","url":null,"abstract":"Poète du retour à l’antique qui investit l’Europe à la fin du XVIIIe siècle, André Chénier est aussi l’auteur de deux épopées «modernes», l’Hermès et L’Amérique, où il voyait son entreprise majeure. Sous sa plume, l’épique devient une exploration du savoir, sans se confondre pour autant avec la poésie didactique. Porteuses d’une visée philosophique héritée des Lumières, les deux œuvres déplacent les frontières du genre, en redéfinissant potentiellement ses contenus et ses codes. Potentiellement, puisqu’elles sont restées l’une et l’autre à l’état de chantier, preuve s’il en est des contradictions où elles sont enserrées, ce qui les rendait peut-être irréalisables. En effet, si l’objectif du poète est résolument moderne, la référence aux textes de l’Antiquité reste incontournable à ses yeux, comme modèles génériques et sources d’inspiration dont les modernes ne laissent pas d’être tributaires. L’épopée antique se prête-t-elle à définir l’épos auquel la modernité aspire?","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"40 12","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141704772","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«Ti muova il pianto che dai lumi io verso». Modelli epici in Fortunata Sulgher Fantastici","authors":"Anna Negri, Giulia Maria Romano","doi":"10.54103/2724-3346/23998","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/23998","url":null,"abstract":"Il presente contributo si propone di indagare i modelli, le fonti e le forme di una parte della produzione poetica della livornese Fortunata Sulgher Fantastici, detta Temira Parraside in Arcadia. Dopo aver tracciato i contorni del contesto culturale nel quale si inserisce l’acclamata improvvisatrice, si propone una piccola rassegna dei testi di soggetto omerico e virgiliano nei suoi Componimenti poetici del 1785, poi ripubblicati in Poesie nel 1794. Si procederà dunque con l’analisi dei componimenti: attraverso i personaggi di Andromaca, Briseide, Achille, Penelope e Didone, si tesse una trama di ritorni al passato risultante da un uso sapiente e incrociato dei modelli, che rendono il discorso lirico di Sulgher perfettamente coerente con la cultura del suo tempo.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"17 41","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141700057","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"La «stupenda macchina volante»: l’“Areostiade” di Vincenzo Lancetti tra modernità e recupero dell’antico","authors":"Jacopo Narros","doi":"10.54103/2724-3346/24002","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2724-3346/24002","url":null,"abstract":"Le prime esperienze con i palloni aerostatici dei fratelli Montgolfier, avvenute nel 1783, ovvero negli ultimi anni dell’ormai spirante ancien régime, non mancarono di catturare l’attenzione dell’opinione pubblica: artisti e letterati contribuirono a diffondere la fascinazione per la nuova invenzione grazie alle loro stampe, osservazioni tecniche sul volo, opere letterarie. In Italia Vincenzo Monti celebrerà il «volator naviglio» nella sua ode Al signor di Montgolfier. Un altro letterato, Vincenzo Lancetti (1766-1851), membro dell’Accademia dei Trasformati, allievo di Giuseppe Parini e in rapporti con lo stesso Monti, Ugo Foscolo, Carlo Porta, dedicherà all’ascensione aerostatica un intero poema, l’Areostiade (1803). Questo intervento si propone di leggere il poema lancettiano prestando particolare attenzione alle scelte stilistiche dell’autore, che dimostra di saper trattare le conquiste dell’immaginario e del progresso guardando anche alla tradizione classica, utile serbatoio di immagini mitologiche e modello formale per i momenti più alti dell’opera.","PeriodicalId":237370,"journal":{"name":"AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica","volume":"105 2","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"141694854","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}