{"title":"Suggerimenti di buona pratica clinica per il disturbo evitante di personalità","authors":"I. Mammone, Giancarlo Dimaggio","doi":"10.3280/qpc52-2023oa16175","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc52-2023oa16175","url":null,"abstract":"Questa review si concentra sugli aspetti diagnostici e sul trattamento del Disturbo Evitante di Personalità (DE). Gli studi attuali sottolineano la stretta relazione tra DE e Disturbo d'Ansia Sociale e la relativa stabilità dei sintomi oltre che l'impatto in termini sociali ed economici.Le scarse evidenze empiriche mostrano risultati promettenti per gli interventi psicoterapici, in particolare per le terapie di orientamento cognitivo-comportamentale, anche di terza onda. Mancano a oggi studi randomizzati sufficientemente solidi, mentre stanno apparendo recentemente alcuni lavori su gruppi di pazienti con grave DE trattati grazie a una comprensione accurata della psicopatologia. Complessivamente, allo stato dell'arte, è possibile suggerire alcuni obiettivi generali di medio-lungo termine da tenere in considerazione nel trattamento di questi pazienti. Gli approcci terapeutici dovrebbero mirare ai pattern pervasivi di inibizione e ritiro sociale, ai sentimenti di inadeguatezza e all'ipersensibilità verso il giudizio negativo e il rifiuto. Sarebbe utile anche puntare al miglioramento delle funzioni riflessive e metacognitive, a interrompere i processi di rimuginio e ruminazione. Allo stato attuale sappiamo che il DE è un disturbo con importanti problemi sintomatici e sociali e sono urgentemente necessari studi randomizzati controllati per definire meglio come trattarlo con efficacia.","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"19 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"132493670","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP). Rassegna della letteratura sull'efficacia dei trattamenti psicologici e indicazioni di buona pratica clinica","authors":"Barbara Magnani, Giancarlo Dimaggio","doi":"10.3280/qpc52-2023oa16176","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc52-2023oa16176","url":null,"abstract":"La presente rassegna delinea le indicazioni di buona pratica clinica per il trattamento psicologico del Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP) sulla base dei dati presenti in letteratura riguardo al disturbo e agli studi di efficacia prodotti finora.Definiremo il disturbo e i criteri per la formulazione della sua diagnosi secondo il modello in uso attualmente e il modello in fase di sviluppo e revisione. Di seguito, saranno riportati i dati epidemiologici dai quali emerge che il DOCP è tra i disturbi di personalità più frequenti. Proseguendo, riporteremo i dati sulla comorbidità con altri disturbi, dai quali si rileva un quadro di estrema interazione tra il DOCP e gli altri disturbi di personalità e numerosi disturbi sintomatologici. Tale complessità si riflette in una difficoltà nel formulare una buona diagnosi differenziale e in una sottostima della presenza del disturbo. Inoltre, riporteremo i dati sull'impatto del DOCP sul funzionamento sociale del paziente che suggeriscono che la sua presenza influenza negativamente il decorso delle sintomatologie soprattutto quando associato a disturbi dell'umore, sottolineando l'importanza della sua identificazione e diagnosi. Infine, saranno riportati gli studi che indagano l'efficacia della psicoterapia nel DOCP dai quali emerge che la psicoterapia cognitiva, nelle sue varie forme, sarebbe la più efficace per il DOCP.Al momento non esistono indicazioni di buona pratica clinica da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e, per nostra conoscenza, in letteratura. Pertanto, la rassegna terminerà con la formulazione di tali indicazioni considerando la direzione suggerita dai dati riportati in ogni sezione.","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"130 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126275267","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Il disturbo narcisistico di personalità. Concettualizzazione del costrutto, rassegna empirica sull'efficacia dei trattamenti, principi e suggerimenti per una buona pratica clinica","authors":"A. Gasparre, Giancarlo Dimaggio","doi":"10.3280/qpc52-2023oa16174","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc52-2023oa16174","url":null,"abstract":"Il presente lavoro è partito da una rassegna dei contributi storici sulla concettualizzazione del narcisismo e del Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP), evidenziando l'evoluzione in termini di diagnosi clinica all'interno della classificazione DSM sui disturbi mentali. Si è focalizzato sulla complessità del Disturbo Narcisistico di Personalità e l'utilità di definirlo come un continuum che va dalla normalità alla patologia piuttosto che una mera categoria. All'interno di questo continuum gli autori hanno identificato le due varianti di interesse, il narcisismo overt o grandioso e covert o vulnerabile. Gli autori proseguono enucleando le principali sfide nella gestione dei pazienti con tratti narcisistici, responsabili degli esiti peggiori nella terapia.Le terapie psicologiche specificamente progettate per il trattamento dei pazienti con DNP sono relativamente poche e pochi o nessuno di questi trattamenti sono stati testati in studi controllati randomizzati. Emerge quindi come il trattamento delle PN o con DNP rappresenti una sfida sia sul piano clinico che empirico poiché mancano prove empiriche su come trattarli. La mancanza di trattamenti supportati empiricamente, ha fatto emergere la necessità di delineare linee guida di \"buona pratica clinica\", in linea con l'idea di un approccio più integrato al trattamento dei disturbi di personalità","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"2015 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"128049358","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Linee guide e indirizzi di buona pratica clinica per i disturbi sintomatici e di personalità sintomatici, il ruolo delle terapie cognitivo-comportamentali: Parte 1 - I disturbi di personalità","authors":"I. Baiardini, Giancarlo Dimaggio","doi":"10.3280/qpc52-2023oa16172","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc52-2023oa16172","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"28 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115464063","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Giuseppe Nicolò, Carla Azzara, Veronica Cantelmi, Claudio Contrada, Giorgio Mozzetta
{"title":"Sintesi delle evidenze scientifiche e delle linee guida per il trattamento psicologico dei Disturbi Borderline e Antisociale di Personalità","authors":"Giuseppe Nicolò, Carla Azzara, Veronica Cantelmi, Claudio Contrada, Giorgio Mozzetta","doi":"10.3280/qpc52-2023oa16173","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc52-2023oa16173","url":null,"abstract":"Negli ultimi anni la classificazione dimensionale dei disturbi di personalità e lo sviluppo di trattamenti manualizzati hanno concorso a una nuova concettualizzazione di tali disturbi. Pertanto, si rende necessaria la messa in atto di trattamenti clinici basati su evidenze e buone pratiche, tramite l'applicazione di linee guida internazionali per il trattamento dei disturbi di personalità. Ciò premesso, l'obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare le principali linee guida per quel che concerne il trattamento del Disturbo Borderline (BPD) e del Disturbo Antisociale di Personalità (ASPD), al fine di individuare quali sono i trattamenti raccomandati e con maggior prova di efficacia. A tale scopo sono stati presi in esame due tra i più autorevoli contributi: quello del National Institute of Health and Care Excellence (NICE) e quello dell'American Psychiatric Association (APA). Inoltre, vista la necessità di fornire evidenze scientifiche aggiornate, oltre alle linee guida sono state poi prese in considerazione recenti rassegne e metanalisi sul trattamento dei disturbi in esame. In conclusione, in linea con la nuova concettualizzazione dimensionale proposta nella III sezione del DSM-5, la letteratura sembra suggerire al clinico una maggiore attenzione all'aspetto dimensionale dei disturbi di personalità all'interno dell'intervento psicoterapico, perché permette di utilizzare tratti e domini specifici per l'impostazione di un intervento più mirato.","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"486 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126498214","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Cognizione sociale, metacognizione e psicopatologia","authors":"Pietro Grimaldi","doi":"10.3280/qpc51-2022oa15180","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15180","url":null,"abstract":"Gli esseri umani comprendono e danno un senso al mondo sociale utilizzando la cognizione sociale, ovvero processi cognitivi attraverso i quali vengono comprese, elaborate e ricordate le proprie interazioni con gli altri (Morgan et al., 2017). Il termine cognizione sociale in maniera generale, viene riferito alle operazioni mentali che sono alla base delle interazioni sociali, tra cui percepire, interpretare e generare risposte alle intenzioni, alle disposizioni e ai comportamenti degli altri (Green et al., 2008). Un livello di ordine superiore della cognizione sociale è rappresentato dalla capacità di comprendere e ragionare sugli stati mentali e affettivi propri e altrui, utilizzando tale comprensione per risolvere i problemi e gestire la sofferenza soggettiva, livello definito mentalizzazione (Bateman & Fonagy, 2012; Choi-Kain & Gunderson, 2008) o metacognizione (Semerari & Dimaggio, 2003). L'attivazione dei sistemi motivazionali interpersonali, così come degli schemi relazionali, possono influenzare l'intersoggettività e le capacità mentali necessarie per gestire i compiti della vita e le relazioni interpersonali.La compromissione della cognizione sociale, così come le disfunzioni delle diverse abilità metacognitive sono riconosciute come una caratteristica chiave di diverse condizioni psicopatologiche.","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"295 1 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"121268735","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Un caso clinico di ansia sociale","authors":"M. Staiano, P. Grimaldi","doi":"10.3280/qpc51-2022oa15184","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15184","url":null,"abstract":"In questo articolo viene presentato il caso clinico di Monica, una donna di 32 anni che richiede una psicoterapia per un Disturbo di ansia sociale che sta mettendo a rischio il suo nuovo lavoro. L'ansia sociale è definita come una sindrome cognitivo-affettiva contraddistinta da apprensione e intensa paura che si manifesta in situazioni sociali in cui la persona è sottoposta alla valutazione oppure allo sguardo degli altri (Grimaldi, 2008; Leary & Kowalski, 1995). Gli approcci cognitivisti hanno studiato e approfondito le tematiche dell'ansia sociale, con la formulazione di diverse teorie e modelli (Beck & Emery, 1985; Clark & Wells, 1995; Hofmann, 2007; Moscovitch, 2009; Orazi & Mancini, 2011; Rapee & Heimberg, 1997; Rapee, 2010; Schlenker & Leary, 1982b; Stopa, 2009). A partire da questi modelli, sono stati implementati trattamenti efficaci per l'ansia sociale, tra cui i protocolli di trattamento della terapia cognitivo-comportamentale che sono ad oggi i più validati e statisticamente più efficaci. Tuttavia, questi modelli si focalizzano sui meccanismi di mantenimento, senza indicare come essi potrebbero svilupparsi, né specificare una base eziologica del disturbo (Wong et al., 2017), con ripercussioni sull'impostazione del trattamento. Il caso di Monica viene di seguito formulato facendo riferimento al Modello Cognitivo Integrato (Grimaldi, 2019) basato appunto sull'integrazione di modelli e ricerche provenienti da diversi ambiti al fine di costruire un modello psicopatologico che spieghi lo sviluppo e il mantenimento dei vari disturbi d'ansia sociale, e sulla base del quale mettere a punto un intervento terapeutico maggiormente efficace.","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"156 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115743673","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Neurobiologia del cervello sociale nei disturbi d'ansia e dell'umore - Mini-review","authors":"S. Porcelli","doi":"10.3280/qpc51-2022oa15181","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15181","url":null,"abstract":"La conoscenza attuale permette di tracciare un iniziale quadro dei complessi substrati neurobiologici che sostengono il funzionamento del cervello sociale negli umani. L'alta complessità del cervello sociale determina tuttavia un'alta vulnerabilità verso diversi disturbi neuropsichiatrici.Nel presente articolo, ci siamo focalizzati sulle disfunzioni sociali presenti nei principali disturbi dell'umore e di ansia, descrivendo i substrati neurobiologici che sono stati associati a tali deficit. È interessante notare che tali substrati risultano simili in questi disturbi e simili a quelli riscontrati in altri disturbi neuropsichiatrici, seppure risultino impattati in misura diversa nelle diverse condizioni. Perciò, le disfunzioni sociali potrebbero rappresentare un dominio (parzialmente) indipendente con specifiche alterazioni biologiche alla sua base.Una migliore comprensione di tali basi neurobiologiche potrebbe aprire la strada allo sviluppo di trattamenti mirati per tali deficit.","PeriodicalId":117083,"journal":{"name":"QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA","volume":"1 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"125767034","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}