J.-M. Sainthillier (Ingénieur de recherche, Habilité à diriger des recherches) , S. Mac Mary (Docteur ès sciences, Ingénieur de recherche) , M. Le Maitre (Dermatologue, Médecin spécialiste en dermatologie et vénéréologie) , P. Humbert (Professeur)
{"title":"Fotografia digitale in dermatologia estetica","authors":"J.-M. Sainthillier (Ingénieur de recherche, Habilité à diriger des recherches) , S. Mac Mary (Docteur ès sciences, Ingénieur de recherche) , M. Le Maitre (Dermatologue, Médecin spécialiste en dermatologie et vénéréologie) , P. Humbert (Professeur)","doi":"10.1016/S1776-0313(20)44538-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(20)44538-1","url":null,"abstract":"<div><p>Le fotocamere digitali obbediscono agli stessi principi ottici delle macchine fotografiche. L’unica cosa che conta, alla fine, è far entrare la giusta quantità di luce. Tutte le regolazioni ottiche servono a trovare un compromesso, controllando questo ingresso di luce nel modo più preciso possibile, tenendo conto delle condizioni variabili di cattura dell’immagine. Questa padronanza dell’esposizione richiede la conoscenza dei sistemi di flash e di illuminazione disponibili, ma anche di strumenti più specifici, come i filtri di polarizzazione, progettati per isolare la componente speculare della pelle e la luce ultravioletta riflessa, che consente di mostrare il fotoinvecchiamento, Si noti l’esistenza da diversi anni di dispositivi integrati o “scatole luminose”, che costituiscono un set completo di acquisizione standardizzata delle immagini. La fotografia digitale presuppone la gestione informatica delle immagini, dal punto di vista hardware e software. Il dermatologo deve conoscere la sua attrezzatura informatica, ma anche i suoi software di ritocco e di classificazione. Infatti, la fotografia digitale è raramente utilizzabile direttamente, senza trasferirla su un computer, senza visualizzarla su uno schermo, senza ritocchi e manipolazioni, al fine di ritagliarla, commentarla o archiviarla. I concetti di formato dell’immagine, compressione, risoluzione e definizione sono fondamentali, poiché, se non compresi, possono portare a un degrado rapido e irreversibile dell’immagine. Questa gestione delle immagini tramite software è spesso sottovalutata dal professionista, che la considera troppo complessa, a causa della mancanza di informazione. Tuttavia, esiste un vasto archivio su questo argomento, con software gratuiti, semplici e intuitivi, che offrono una libertà di lavoro praticamente illimitata. Noi pensiamo che la costituzione e la padronanza di questa “cassetta degli attrezzi” sia essenziale quanto quella dell’apparecchio fotografico propriamente detto. Per il dermatologo, l’obiettivo finale della fotografia digitale è di tendere a diventare una fotografia scientifica, cioè standardizzata, ripetibile e riproducibile. L’obiettivo non è tanto quello di ottenere una bella fotografia, quanto una fotografia realistica e fedele dell’oggetto di studio. Particolare attenzione deve, quindi, essere posta agli aspetti pratici della ripresa, ma anche all’aspetto del paziente e, in particolare, alla sua neutralità al momento dello scatto. Questa volontà di standardizzazione richiede la progettazione e l’organizzazione di uno spazio fotografico dedicato, in modo da renderlo il più pratico e immutabile possibile.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1776-0313(20)44538-1","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72070577","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
J.-C. Beani (Professeur honoraire de dermatologie, membre correspondant de l’Académie nationale de médecine)
{"title":"Radiazioni solari: aspetti fondamentali","authors":"J.-C. Beani (Professeur honoraire de dermatologie, membre correspondant de l’Académie nationale de médecine)","doi":"10.1016/S1776-0313(20)43313-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(20)43313-1","url":null,"abstract":"<div><p>La luce è composta da radiazioni elettromagnetiche (Rem), descritte secondo due teorie complementari: ondulatoria, definita dalla lunghezza d’onda (Lo) (espressa in nanometri), e corpuscolare, caratterizzata da un quanto di energia (espressa in Joule [J] o in elettronvolt [Ev]) chiamato fotone. Il sole emette una radiazione policromatica e continua che si estende dai raggi cosmici alle onde radio; questa emissione viene filtrata dall’attraversamento dell’atmosfera, in particolare dallo strato di ozono che blocca le radiazioni più dannose. Lo spettro terrestre comprende, quindi, solo l’ultravioletto (UV) B e A, il visibile e una parte dell’infrarosso (IR). Tra i raggi UVA, i più lunghi, chiamati UVA 1, sono i più biologicamente attivi. L’indice UV consente, in maniera semplice e comprensibile, di informare sull’intensità di un’esposizione solare. L’assorbimento della luce da parte di alcune molecole della pelle (cromofori) provoca reazioni fotochimiche dirette, alterando la struttura del cromoforo, e reazioni fotosensibilizzate, all’origine della produzione di specie reattive dell’ossigeno (SRO), aggressive per i principali componenti cellulari, che qualificano lo stress ossidativo indotto dai fotoni in cui la feomelanina sembra avere un ruolo cruciale. L’acido desossiribonucleico (DNA) è oggetto sia di lesioni dirette (dimeri pirimidinici di ciclobutano [CPD]) che di danni ossidativi, principalmente sulla guanina, sotto l’effetto dei raggi UVA e UVB; le lesioni indotte dai raggi UVA sono diverse nei cheratinociti e nei melanociti (Mc). Anche l’acido urocanico è un cromoforo diretto importante per il suo ruolo nella fotoimmunosoppressione. Questi danni molecolari inducono sulle diverse cellule cutanee degli effetti complessi; il loro meccanismo intrinseco dovrebbe eventualmente beneficiare di nuove conoscenze sulla biologia cellulare. In combinazione tra loro, queste risposte cellulari portano agli effetti biologici e clinici del sole sulla pelle.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72067238","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Promozione dell’assorbimento cutaneo in cosmetologia: formulazioni e strumenti","authors":"G. Marti-Mestres (Professeur)","doi":"10.1016/S1776-0313(20)43319-2","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(20)43319-2","url":null,"abstract":"<div><p>La pelle limita l’ingresso delle sostanze applicate e regola le perdite d’acqua attraverso il suo strato corneo. La funzione barriera della pelle non è assoluta e la sua permeabilità è correlata alle proprietà fisicochimiche delle molecole in contatto. Le molecole assorbite vengono distribuite nel corpo dopo un trasferimento passivo, poi vengono eliminate o immagazzinate. In questo contesto, anche lo stato della pelle è un fattore primario e le differenze di assorbimento sono importanti tra pelle sana e pelle patologica o con lesioni di varia origine. La stima della percentuale di sostanza assorbita è un punto particolarmente importante per la valutazione del rischio in cosmetica. In generale, questa valutazione viene effettuata su una pelle sana, ma lo sviluppo delle routine di cura, l’ampio uso di promotori dell’assorbimento, l’uso in vista di migliorare l’efficacia dei cosiddetti prodotti “di frontiera” e, infine, l’utilizzo ricorrente di gadget o tecniche nate dal settore farmaceutico possono aumentare l’assorbimento degli ingredienti utilizzati. Questo articolo sviluppa l’analisi dell’impatto delle formulazioni e dei dispositivi utilizzati a favore della penetrazione dei principi attivi, nonché le conseguenze dell’uso di prodotti il cui obiettivo iniziale è di migliorare le condizioni della pelle e per i quali l’assorbimento degli ingredienti è un elemento secondario.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72068041","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Cosmetologia del lattante e del prematuro","authors":"L. Boujenah (Praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1776-0313(20)43318-0","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(20)43318-0","url":null,"abstract":"<div><p>La pelle del neonato è un organo complesso, ancora immaturo, che continua a svilupparsi nei primi mesi e anni di vita. Questa immaturità ha, come conseguenze, un aumento delle perdite d’acqua transepidermica (TEWL), in particolare nei neonati pretermine, un rischio significativo di penetrazione di sostanze chimiche mediante assorbimento percutaneo e un aumento del rischio di colonizzazione batterica patologica e di infezione a partenza cutanea. Per tutti questi motivi, la cura della pelle dei neonati e dei lattanti richiede una buona conoscenza delle ultime raccomandazioni. Il primo bagno non viene più fatto alla nascita, per favorire il contatto cutaneo e l’allattamento materno. Successivamente, il bagno può essere fatto da due a tre volte a settimana. Il bagno è preferibile alla toilette con il guanto. Può essere usato un prodotto detergente delicato tipo syndet; la pelle del bambino può anche essere pulita solo con acqua. Può essere considerato l’uso di un emolliente adatto dopo il bagno, per migliorare la funzione di barriera della pelle. I pannolini assorbenti devono essere cambiati tutte le volte che è necessario per mantenere il sederino pulito e asciutto ed evitare la dermatite da pannolino, mentre la pulizia può essere effettuata con acqua o salviette idonee. Il linimento oleocalcareo (LOC) non è un prodotto per la pulizia. La cura del cordone ombelicale può essere eseguita con acqua e sapone; l’uso di antisettici di routine non sembra indispensabile per il neonato a termine, nei paesi sviluppati. È importante conoscere la composizione dei prodotti utilizzati nei neonati e nei lattanti per assicurarsi che non contengano sostanze irritanti o profumi e che il loro pH sia neutro o leggermente acido.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72067236","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
J.-C. Beani (Professeur honoraire de dermatologie)
{"title":"Prodotti di protezione solare","authors":"J.-C. Beani (Professeur honoraire de dermatologie)","doi":"10.1016/S1776-0313(20)43316-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(20)43316-7","url":null,"abstract":"<div><p>I prodotti di protezione solare (PPS) composti da filtri chimici e/o filtri minerali occupano, oggi, un posto importante nella fotoprotezione. Sono stati all’origine di ampie polemiche, alcune delle quali non sono ancora cessate, sulla loro reale efficacia nella prevenzione primaria dei carcinomi cutanei (CC), nonché sui loro potenziali rischi sanitari ed ecologici. I filtri chimici agiscono assorbendo le radiazioni luminose; distinguiamo i filtri UVB puri e i filtri larghi, il cui spettro di assorbimento si estende ai raggi UVA. I filtri minerali diffraggono o riflettono le radiazioni; i due principali sono il biossido di titanio (TiO<sub>2</sub>) e l’ossido di zinco (ZnO); per contingenze cosmetiche la dimensione delle loro particelle è stata ridotta a nanoparticelle. Un PPS deve rispondere alle qualità di persistenza, sostantività e fotostabilità. Vengono proposti due tipi di metodi per la valutazione dei coefficienti di protezione (CP) dei PPS: metodi in vivo su volontari sani e metodi in vitro, che utilizzano vari substrati e basati sulla spettrometria. Il <em>sun protective factor</em> (SPF) in vivo è il CP UVB universalmente accettato; per il CP UVA, il metodo in vivo del <em>persistent pigment darkening</em> (PPD), anche se non consensuale, rimane ancora oggi il più utilizzato in Europa. La misurazione della lunghezza d’onda critica (Lc) ha un grande interesse nel definire l’entità della protezione negli UVA lunghi più deleteri. I filtri chimici sono una nota causa di reazioni locali; è stato menzionato, negli ultimi anni, un rischio particolare per l’octocrilene. Recentemente, il dibattito si è concentrato principalmente sul rischio di perturbazione endocrina (effetto che imita l’estradiolo dopo somministrazione orale a dosi molto elevate nei ratti), che può essere indotto da alcuni (ma non da altri!) filtri chimici, principalmente il 4-metilbenzilidene canfora e i benzofenoni. Il rischio negli umani sembra irrilevante nelle normali condizioni d’uso dei PPS; il rischio ambientale di alcuni filtri, se dimostrato, sarebbe probabilmente dovuto alla loro presenza in molti altri prodotti, oltre ai PPS. I filtri minerali, spesso esaltati nei bambini, sollevano la questione del rischio di nanoparticelle. In ogni caso, nell’ambito del “Piano d’azione nazionale sulla fertilità” e di una valutazione del rischio delle nanoparticelle, l’Afssaps/ANSM ha fornito le raccomandazioni adeguate relative all’incorporazione di questi filtri, chimici e minerali, nei prodotti cosmetici e all’uso corretto dei PPS. Infine, i dati attuali non suggeriscono che i PPS possano avere un effetto dannoso inibendo gli effetti benefici del sole, in particolare la sintesi di vitamina D. I PPS hanno dimostrato, a condizione di un uso corretto, un’efficacia protettiva contro la maggior parte degli effetti deleteri del sole, purché siano progettati in conformità con le caratteristiche specifiche perfettamente identificate nelle raccomandazioni europee del 2006. In par","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72068044","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Cosmetologia del lattante e del prematuro","authors":"L. Boujenah","doi":"10.1016/s1776-0313(20)43318-0","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1776-0313(20)43318-0","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81686967","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Promozione dell’assorbimento cutaneo in cosmetologia: formulazioni e strumenti","authors":"G. Marti-Mestres","doi":"10.1016/s1776-0313(20)43319-2","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1776-0313(20)43319-2","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"78721484","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Prodotti di protezione solare","authors":"J.-C. Beani","doi":"10.1016/s1776-0313(20)43316-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1776-0313(20)43316-7","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76469226","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Abbronzatura artificiale ai raggi ultravioletti","authors":"M. Jeanmougin (Docteur en médecine, dermatologue)","doi":"10.1016/S1776-0313(20)43317-9","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(20)43317-9","url":null,"abstract":"<div><p>Nel 2009, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato tutte le radiazioni ultraviolette (UV) come cancerogeni di classe 1 (certi) per l’uomo. È, quindi, lecito identificare i rischi per la pelle attribuibili ai dispositivi di abbronzatura artificiale mediante radiazioni UV (RUV). Non vi è alcuna differenza tra le RUV naturali e artificiali, per quanto riguarda gli effetti a breve, a medio e a lungo termine. Le lesioni cutanee acute provocate dai solarium sono le ustioni, l’induzione di dermatosi e l’attivazione di fotodermatosi e di fototossicità da farmaci. Le esposizioni ripetute ai solarium aumentano le stimmate cutanee dell’eliodermia: alterazioni pigmentarie, carnagione giallastra e teleangiectasie, rughe profonde, elastosi e xerosi. Numerosi studi caso-controllo hanno stabilito un legame diretto tra la pratica dell’abbronzatura artificiale e il rischio di melanoma e carcinoma cutaneo, cosa che aumenta con il numero di sedute e l’inizio delle esposizioni prima dei 20-30 anni. Il rinforzo delle misure regolamentari per i solarium e il mantenimento di messaggi di fotoprotezione preventiva specificamente rivolti ai consumatori di raggi UV artificiali sono essenziali. La legislazione francese regola l’uso dei dispositivi a emissione di raggi UV usati per l’abbronzatura. In applicazione dal 1998, la legge codifica le condizioni per rendere questi dispositivi disponibili al pubblico. I dispositivi di tipo UV-1 e UV-3 sono consentiti, a condizione che l’irraggiamento nello spettro UVB rimanga al di sotto dell’1,5% dell’irraggiamento totale. Inoltre, obbliga alla dichiarazione di questi dispositivi e alla loro implementazione da parte di uno staff appositamente formato e qualificato, dopo averne verificato le conoscenze. Le modalità di questo insegnamento sono stabilite mediante decreto. Il contenuto dell’ispezione tecnica degli impianti, che è obbligatorio ogni due anni, è definito da un decreto, così come lo è il rinnovo annuale dell’abilitazione degli organismi accreditati. La frequentazione e l’utilizzo dei dispositivi a raggi UV sono vietati ai minori di 18 anni. È anche vietata qualsiasi rivendicazione di un effetto benefico per la salute.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-10-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72068045","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}