Francesco Giacinto, Elisabetta Giacinto, M. Giacinto, F. Casciani, Domenica Ciuffoletti
{"title":"Applicazione della sulfadiazina argentica 1% in crema per il trattamento e la prevenzione delle infezioni nelle ulcere croniche degli arti inferiori/Use of silver sulfadiazine 1% cream for the treatment and prevention of infected chronic leg ulcers","authors":"Francesco Giacinto, Elisabetta Giacinto, M. Giacinto, F. Casciani, Domenica Ciuffoletti","doi":"10.4081/IJWC.2019.49","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2019.49","url":null,"abstract":"Il trattamento delle lesioni cutanee è complesso per la varietà delle eziologie, della presentazione della ferita, del decorso e delle elevate comorbidità associate. La risoluzione di un’eventuale infezione, che rappresenta la condizione indispensabile per la successiva guarigione della lesione, è da considerarsi l’obiettivo primario di qualsiasi intervento. Numerose sono le evidenze presenti in letteratura che attestano la superiorità di un trattamento antibiotico topico rispetto a una terapia antibiotica sistemica in presenza di una ferita infetta. È stato evidenziato come la sulfadiazina argentica 1% crema (SSD Ag 1%), un antibiotico chemioterapico topico, sia efficace nella prevenzione e cura delle lesioni cutanee acute e croniche infette e/o suscettibili di superinfezioni. Lo scopo di questo studio è quello di verificare l’efficacia della SSD nel migliorare la qualità di vita di pazienti affetti da lesioni. La ricerca è stata condotta presso l’Ambulatorio sperimentale di Vulnologia nel CAPT di Praia a Mare (ASP Cosenza, Italia); ha coinvolto 86 pazienti nell’arco di 4 mesi, trattati in parte in ambulatorio ed in parte in assistenza domiciliare, con età media di 69,6 anni, per la profilassi (50/86, 58%) o per il trattamento (36/86, 42%) di ulcere interessanti principalmente gli arti inferiori. I risultati ottenuti dall’utilizzo della SSD Ag 1% hanno evidenziato che, nei pazienti in cui il prodotto è stato applicato come trattamento, la percezione del dolore è diminuita in 18 su 24 pazienti, con un’aumentata qualità di vita valutata attraverso la Visual Analogue Scale-Quality of Life Scale. L’efficacia della SSD Ag 1% è stata dimostrata dai 23 casi di guarigione in 12 settimane e dai 5 casi in 4 settimane e dai 10 casi di risoluzione della sola infezione. La SSD Ag% si dimostra essere un ottimo prodotto sia per la profilassi (per prevenire l’insorgenza dell’infezione nelle ulcere a rischio) che per il trattamento dell’infezione delle ferite, coniugando efficacia e tollerabilità. \u0000Treating skin lesions is complex due to the variety of aetiologies, the presentation of the wound, the course of the injury and the high number of associated comorbidities. The main aim of any treatment is to resolve any infection, as this is the essential condition for the lesion to subsequently heal. There is a lot of evidence in literature that a topical antibiotic treatment is better than a systemic antibiotic therapy for infected wounds. Silver sulfadiazine 1% cream (SSD Ag 1%), a topical chemotherapy antibiotic, has been proved to be effective for the prevention and cure of acute and chronic skin lesions that are infected or susceptible to superinfection. The purpose of this study is to confirm the efficacy of SSD Ag 1%in improving the quality of life of patients with lesions. The study was conducted at the Experimental Wound Treatment Outpatients Department of the Praia a Mare Local Healthcare Centre (Cosenza Health Authority, Italy); it involved 86 patients du","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"24 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-06-27","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"114495701","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Garavello, M. Ponte, S. Gilardi, Paola Fiamma, M. Tozzi
{"title":"Le ulcere flebostatiche recidive degli arti inferiori: analisi di un’esperienza/Recurrent venous leg ulcers: clinical analysis of an experience","authors":"A. Garavello, M. Ponte, S. Gilardi, Paola Fiamma, M. Tozzi","doi":"10.4081/IJWC.2019.47","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2019.47","url":null,"abstract":"Nonostante i recenti progressi in tema di wound care, le ulcere varicose degli arti inferiori restano un problema frequente, con un alto tasso di recidiva. In questo lavoro abbiamo esaminato la storia clinica, la storia chirurgica e le patologie associate di 133 pazienti affetti da ulcera varicosa degli arti inferiori, di cui 56 da ulcera recidiva o plurirecidiva. L’analisi dei fattori di rischio potenziale per recidiva ha evidenziato come la presenza di varici recidive, una pregressa trombosi venosa profonda, problemi ortopedici, interventi ortopedici, l’obesità e un’età inferiore a 60 anni siano fattori di rischio potenziale per una recidiva dell’ulcera. La combinazione di uno più fattori di rischio assume significatività per la possibilità di una recidiva; si passa dal 22,7% in assenza di fattori di rischio al 33% per i pazienti che ne presentano due, fino al 57,5% in presenza di tre fattori di rischio e all’81,3% per quattro o più. L’ulcera varicosa richiede un follow-up stretto del paziente e una terapia elastocompressiva continua, che deve vedere una stretta collaborazione del paziente e un’attenzione specifica ai fattori di rischio. \u0000Despite recent advances in wound care, varicose ulcers of lower limbs remain frequent and display a high rate of recurrence. In this paper, we examined the clinical, surgical histories and associated diseases of 133 patients with venous ulcers of the lower limbs, which were recurrent in 56 cases. The analysis of potential risk factors for recurrence showed that the presence of recurrent varicose veins, a previous deep venous thrombosis, orthopedic problems, previous orthopedic procedures, obesity and age lower than 60 are potential risk factors for ulcer recurrence. Furthermore, the association of one or more risk factors increased the likelihood of relapse, from 22.7% with no risk factors to 33% with 2 risk factors, up to 57.5% with 3 risk factors, and up to 81.3% with 4 risk factors or more. Venous ulcers require close follow-up and continuous elastic compression, close collaboration by the patient and specific focus on risk factors.","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"4 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-06-25","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"114364900","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pamela Maffenini, A. Cavicchioli, Peter Moeller, Giovanni Cestaro, Fabrizio Fasolini, M. Monti
{"title":"La terapia a pressione negativa presso i reparti acuti dell’Ospedale Regionale di Mendrisio: risultati di un audit clinico/Negative pressure wound therapy in the acute care units of the Mendrisio Regional Hospital: results of a clinical audit","authors":"Pamela Maffenini, A. Cavicchioli, Peter Moeller, Giovanni Cestaro, Fabrizio Fasolini, M. Monti","doi":"10.4081/IJWC.2019.50","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2019.50","url":null,"abstract":"Negli ultimi vent’anni si sono diffuse e perfezionate nella pratica clinica specifiche tecnologie per il trattamento delle ferite di difficile guarigione, come la terapia a pressione negativa (negative pressure wound therapy, NPWT). Tale terapia consente l’accelerazione dei tempi di guarigione di ferite inveterate e una sicura riduzione dei tempi di degenza nei pazienti ricoverati. All’interno di un reparto clinico per acuti risulta tuttavia indispensabile definire le corrette indicazioni ed il modello organizzativo che consenta di ottimizzare le risorse, ridurre gli sprechi e dare risposte tempestive ed efficaci alle persone che possono beneficiare di questo trattamento. È stata condotta un’analisi quantitativa sull’uso della metodica NPWT nei reparti acuti dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio nell’anno 2017, base per la realizzazione di un audit clinico; i dati ottenuti sono stati rapportati alle attuali evidenze scientifiche sul tema per evidenziare allineamenti e/o scostamenti nella pratica clinica quotidiana. L’audit è uno strumento di Governo Clinico; utilizzare questa metodologia vuol dire favorire una migliore conoscenza da parte degli operatori sanitari delle attività cliniche e gestionali. È, infatti, un processo di revisione strutturata fra pari che ha come obiettivo quello di individuare le opportunità di miglioramento al fine di introdurle nella pratica professionale quotidiana. Gli assistiti che necessitano di medicazione NPWT hanno solitamente un grado di complessità medio-alta, richiedono quindi un assessment preciso ed approfondito, oltre ad una presa a carico multiprofessionale. Gli staff infermieristici necessitano di formazione specifica, consulenza medica e/o infermieristica esperta, adeguato supporto documentale ed informatico al fine di assicurare sicurezza, qualità e razionalità delle cure, outcome positivi di salute. Molti sono gli articoli scientifici e le esperienze a favore di una presa a carico infermieristica di pazienti con medicazioni complesse gestite tramite dispositivi NPWT. I presupposti affinché questo possa avvenire in sicurezza prevedono un processo definito in modo chiaro e condiviso fra professionisti sanitari ed assistiti, formazione aggiornata, documentazione corretta. \u0000During last twenty years, tailored technologies were spread and improved; they are aimed to support the treatment of difficult-toheal wounds, such as negative pressure wound therapy (NPWT). This type of treatment lead to promote healing process and to reduce hospital stay of patients. In an acute care setting, planning and managing these new technologies represent a key-point. We did a retrospective study about NPWT in acute care setting in Beata Vergine Regional Hospital in 2017, aimed at performing a clinical audit; the results were compared to scientific literature to detect differences in daily clinical practice. Audit is a very helpful tool for Clinical Government: this method leads to improve the management of clinical activitie","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"43 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-06-25","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126091864","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Il problem-based learning come metodologia di aggiornamento degli infermieri: esperienza nelle realtà dei gruppi ristretti di una residenza protetta per anziani/Problem-based learning as a training methodology for nurses: experience in small groups in a retirement home","authors":"S. Mattioli","doi":"10.4081/IJWC.2019.38","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2019.38","url":null,"abstract":"L’adulto è visto come un essere che continua ad apprendere. Il modo in cui esso apprende è descritto nell’andragogia, di cui il massimo esponente è Malcom Knowles. Nel modello andragogico risulta centrale il ruolo che riveste l’esperienza dell’adulto nel modo di apprendere e di questo contesto fanno parte gli esercizi del problem solving. Negli anni ’60, il neurologo Barrows inizia a introdurre la metodologia del problem-based learning nelle sue lezioni, proponendo una metodologia di apprendimento basata sulla risoluzione di un problema, reale o realistico, da parte dei discenti che, collaborando tra loro, cercano di dargli una soluzione, in modo che le nozioni apprese possano essere applicate alla realtà lavorativa quotidiana. Questa metodologia è stata applicata a un piccolo gruppo di dieci infermieri di una residenza protetta per anziani, riguardo alla cura delle lesioni che maggiormente si trovano a trattare nella loro realtà, al fine di vedere concretamente se potesse essere uno strumento valido da proporre come corso di aggiornamento, in alternativa agli attuali corsi in plenaria. È stato somministrato loro un questionario di 10 domande, a risposta multipla, relativo alla pratica delle medicazioni di tre tipologie di lesioni: lesioni da pressione, skin tears e lesioni venose. Questo è stato somministrato all’inizio e al termine del lavoro di gruppo, svolto su tre casi reali di lesioni e sono stati messi a confronto i risultati. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti, gli infermieri hanno dimostrato di avere imparato nuove nozioni e corretto quelle errate: si passa da un 61% di risposte corrette nel test iniziale a un 97% in quello finale. Il lavoro è stato apprezzato anche dagli stessi infermieri che lo hanno svolto, si sono sentiti coinvolti e hanno partecipato attivamente e con attenzione al corso. Questi aspetti positivi suggeriscono che si potrebbe adottare maggiormente questa metodologia applicandola ai corsi di diverse figure professionali (infermieri, medici, OSS, ecc.). \u0000The adult is seen as being who continues to learn. The way in which it learns is described in andragogy, whose leading exponent is Malcom Knowles. The role played by the adult’s experience in the way of learning is central in the androgical model and problemsolving exercises are part of this context. In the 1960’s the neurologist Barrows begins to introduce the methodology of problem-based learning in his lessons, by proposing a learning methodology based on the resolution of an issue, real or realistic, by learners. Learners had to cooperate with each other trying to find a solution and they would have applied those learned lessons to their working daily reality. This methodology was applied to a small group of ten nurses, who were working in a protected residence for the elderly, in order to verify, in a very concrete way, whether it could be considered as a valid instrument and proposed in the form of an updating course, as a possible alternative to the cu","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"1 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"130961736","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Lombardo, F. Stivala, L. Reina, E. Fontana, R. Altini, S. Valzan, G. Montanari, M. Arnaud, A. Todisco, A. D. Luca
{"title":"La gestione del dolore procedurale nelle lesioni maligne fungiformi del distretto cervico-facciale/The management of procedural pain in the fungating malignant wounds of the cervical and facial area","authors":"A. Lombardo, F. Stivala, L. Reina, E. Fontana, R. Altini, S. Valzan, G. Montanari, M. Arnaud, A. Todisco, A. D. Luca","doi":"10.4081/IJWC.2019.43","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2019.43","url":null,"abstract":"Le lesioni maligne fungiformi (LMF) sono lesioni croniche definite come un’infiltrazione della cute da parte del tumore o delle metastasi. Le lesioni possono presentarsi come noduli sollevati simili ad un cavolfiore (proliferativo), come un’ulcera crateriforme (distruttivo) o una combinazione di entrambe. Le LMF sono spesso associate a diversi segni, più comunemente cattivo odore, essudato, sanguinamento, dolore lesione-correlato, slought/necrosi, infezione e prurito. In più le lesioni interessanti il distretto cervico-facciale espongono il paziente a problemi psicologici e sociali. Perciò i pazienti con LMF richiedono cure palliative e una corretta gestione della lesione, non solo per il controllo dei sintomi fisici lesione correlati, ma anche per la risoluzione dei problemi psicosociali. È stato effettuato uno studio osservazionale presso la S.C. ORL U, Presidio Ospedaliero Molinette. Dal 1 gennaio 2016 al 31 maggio 2017 sono stati osservati un totale di 18 pazienti, di cui 12 uomini e 6 donne, affetti da LMF. Il dolore è stato valutato con una Scala di valutazione validata Numerical Rating Scale, con range da 0 a 10, dove zero corrisponde ad assenza di dolore e dieci al massimo del dolore immaginabile. L’obiettivo dello studio è stato quello di Valutare l’entità del dolore percepito dai pazienti durante il cambio della medicazione, includendo le fasi di: rimozione, detersione, debridment, cura della cute perilesionale, applicazione, chiusura e fissaggio. Rimozione: media dolore 2,3 DS±1. Detersione: media dolore 3,4 DS±2. Debridment: media dolore 3,4 DS±2. Confezionamento e Fissaggio: media dolore 5,3 DS±4. Alla luce dei risultati emersi, si evidenzia la necessità di un miglior controllo del dolore correlato alla medicazione. A tale scopo si è costituito un gruppo multidisciplinare. Il gruppo di lavoro ha elaborato appropriati schemi terapeutici differenziati in relazione al dolore basale e alla presenza o meno di terapia di supporto per la malattia oncologica di base. Gli schemi terapeutici elaborati verranno sperimentati sul campo al fine di valutarne l’efficacia sulla gestione del dolore procedurale. \u0000Fungating malignant wounds (FMW) are chronic wounds defined as a skin infiltration by the tumor or metastases. They may be present as raised nodules similar to a cauliflower (proliferative), as a crateriform ulcer (destructive) or a combination of both. The FMW are often associated with different signs, most commonly odor, exudate, bleeding, related wound pain, slough/necrosis, infection and pruritus. In addition the wounds of the cervico-facial district expose the patient to psychological and social problems. Therefore patients with FMW require palliative care and proper management of the wound, not only for the control of wound-related physical symptoms, but also for the resolution of psychosocial problems. From January 1, 2016 to May 31, 2017, a total of 18 patients were observed, including 12 men and 6 women with FMW. Pain was assessed wit","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"1 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-02-05","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"130216232","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"La membrana L-PRF e suoi derivati utili nella chirurgia del wound care/The L-PRF membrane and its derivatives useful in wound care surgery","authors":"Alessandro Crisci, C. Rescigno, Michela Crisci","doi":"10.4081/IJWC.2019.46","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2019.46","url":null,"abstract":"Il crescente settore multidisciplinare dell’ingegneria tissutale mira a rigenerare, migliorare o sostituire in modo prevedibile i tessuti danneggiati o mancanti per una varietà di condizioni causate da traumi, malattie e vecchiaia. Per garantire che i metodi per l’ingegneria tissutale siano ampiamente applicabili in ambito clinico, è necessario modificarli in modo da renderli prontamente disponibili e relativamente facili da usare nella routine clinica quotidiana. Pertanto, i passaggi tra la preparazione e l’applicazione devono essere ridotti al minimo e ottimizzati per renderli pratici e l’implementazione realistica. L’obiettivo generale di sviluppare concentrati piastrinici di origine naturale può essere prodotto vicino al paziente e accelerare il processo di impianto essendo finanziariamente realistico per il paziente e per il sistema sanitario. La fibrina ricca di piastrine (PRF) e i suoi derivati sono stati utilizzati in un’ampia varietà di campi medici per la rigenerazione dei tessuti molli. In conclusione, i risultati della presente revisione sistematica evidenziano gli effetti positivi del PRF sulla guarigione delle ferite dopo terapia rigenerativa per la gestione di vari difetti dei tessuti molli riscontrabili nel wound care. \u0000Growing multidisciplinary field of tissue engineering aims to regenerate, improve or replace predictably damaged or missing tissues for a variety of conditions caused by trauma, disease and old age. To ensure that tissue engineering methods are widely applicable in the clinical setting, it is necessary to modify them in such a way that they are readily available and relatively easy to use in daily clinical routine. Therefore, the steps between preparation and application must be minimized and optimized to make them realistic implementation. General objective of developing platelet concentrates of natural origin can be produced close to the patient and accelerate the implantation process, being financially realistic for the patient and the health system. Fibrin rich in platelets and leukocytes (PRF) and its derivatives have been used in a wide variety of medical fields for soft tissue regeneration. In conclusion, the results of this systematic review highlight the positive effects of PRF on wound healing after regenerative therapy for the management of various soft tissue defects found in wound care.","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"1 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-02-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"129401588","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"La terapia a pressione negativa: costi e benefici/Negative pressure therapy: costs and benefits","authors":"Fiorella Riservati","doi":"10.4081/ijwc.2018.31","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/ijwc.2018.31","url":null,"abstract":"Con questo mio lavoro ho cercato di valutare quali aspetti caratterizzano la terapia a pressione negativa (o negative pressure therapy, NTP) e analizzato la validità di questo presidio mettendolo a confronto con l’utilizzo delle medicazioni avanzate. Oggi, in seguito alla spending review i costi di acquisizione di medicazioni, tubi, contenitori, e il costo del noleggio per uso domiciliare sono più elevati rispetto ad altri tipi di medicazioni, anche se oggi i costi della NTP stanno drasticamente diminuendo. \u0000With this work I tried to evaluate which aspects characterize the negative pressure therapy (NTP) and I analyzed the validity of this technique comparing it with the use of advanced dressings. Today, due to the spending review, the costs of dressings, tubes, containers, and the cost of renting them for home use are higher than other types of dressings, although today the costs of NTP are drastically decreasing.","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"12 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-12-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"114774303","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Chiara Bissoni, Klarida Hoxha, A. Scalise, P. Longobardi
{"title":"Ossigenoterapia iperbarica e terapia a pressione negativa nel trattamento delle lesioni difficili/Hyperbaric oxygen therapy and negative pressure wound therapy in the treatment of non-healing wounds","authors":"Chiara Bissoni, Klarida Hoxha, A. Scalise, P. Longobardi","doi":"10.4081/IJWC.2018.34","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2018.34","url":null,"abstract":"Lo scopo di questo articolo è valutare i risultati ottenibili trattando lesioni difficili attraverso la combinazione di ossigenoterapia iperbarica (OTI) e terapia a pressione negativa (TPN). Individuare le modalità con cui queste possano agire in sinergia coadiuvandosi, al fine di ottimizzare la rigenerazione dei tessuti e favorire la guarigione come qualità e tempi più brevi. Sono stati presi in analisi i dati di tre pazienti trattati presso il Centro Iperbarico di Ravenna che presentavano ferite agli arti inferiori aperte da più di sei settimane. È stato eseguito l’assessment iniziale della ferita e applicato un approccio multi terapeutico OTI e TPN per un periodo compreso tra 3-6 settimane. I pazienti presi in analisi sono giunti a guarigione completa entro 10 settimane di trattamento rispetto alla media di presa in carico per 28 settimane degli altri pazienti trattati presso la stessa struttura (dato reale) e alla media di 12 settimane previste nelle linee guida (benchmark). Le due terapie associate hanno prodotto un esito positivo che avrebbe richiesto tempi e costi maggiori se fossero state utilizzate singolarmente. \u0000The purpose of this work is the evaluation of the results obtaineble by treating hard to heal wounds with the combination of Hyperbaric Oxygen Therapy (HBOT) and Negative Wound Pressure Therapy (NWPT). Identify how HBOT and NWPT can act in synergy, in order to optimize tissue regeneration and promote a good quality healing and in shorter time. The study analyzes data of three patients affected, for more than six week, by lower limb wounds and treated at the Hyperbaric Center of Ravenna. The initial wound assessment was performed and a multi-therapeutic approach, HBOT and NWPT, was applied over a period of 3-6 weeks. The patients underwent to a complete healing after a maximum of 10 weeks of treatment compared to the 28-weeks average of other patients treated at the same facility (real data) and the 12-weeks average expected in the guidelines (benchmark).The combination of the two therapies, has led to a positive result saving time and money; the individual use of them would have required more time and costs.","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"36 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-09-27","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"122783101","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Giulia Casadei, Costanza Santini, Giovanni Calbucci
{"title":"Inserimento del podologo e implementazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale del piede diabetico nell'area di Cesena/Insertion of podiatrist and implementation of the diagnostic and therapeutic care path for the diabetic foot in Cesena","authors":"Giulia Casadei, Costanza Santini, Giovanni Calbucci","doi":"10.4081/IJWC.2018.30","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/IJWC.2018.30","url":null,"abstract":"I progressi nella cura della malattia diabetica hanno portato a un allungamento dell’aspettativa di vita dei diabetici. I problemi principali sono legati alle complicanze croniche del diabete sia microangiopatiche sia macroangiopatiche; in particolare, il piede diabetico sta assumendo un ruolo rilevante, poiché si stima che il 15% dei pazienti diabetici andrà incontro nella vita a un’ulcera agli arti inferiori. Inoltre, su 100 diabetici, circa 84 hanno avuto come causa di amputazione un’ulcera cronica aggravatasi nel tempo. Questo lavoro nasce dalla necessità di definire un percorso condiviso nell’AUSL di Cesena che prevede la fase di prevenzione e cura dell’aspetto podologico della malattia diabetica, basato sulle ultime linee guida internazionali. Il Podologo, infatti, pur essendo una figura professionale di recente istituzione, è un operatore sanitario che si occupa non solo di diabete ma anche di tutte le altre affezioni a carico del piede. In diverse realtà diabetologiche italiane è già inserito a pieno regime; a Cesena, nonostante sia presente dal 2012, non è mai stato strutturato nel percorso diagnostico terapeutico assistenziale del piede diabetico. \u0000Advances in the treatment of diabetic disease have led to an increase in the life expectancy of diabetics. The main problems are related to chronic complications of both microangiopathic and macroangiopathic diabetes; in particular, the diabetic foot is assuming an important role, since it is estimated that 15% of diabetic patients will experience a lower limb ulcer in life. Furthermore, out of 100 diabetics, about 84 had a chronic ulcer aggravated over time as a cause of amputation. This work stems from the need to define a shared path in the AUSL of Cesena that provides for the prevention and treatment of the podiatry aspect of diabetic disease, based on the latest international guidelines. The Podiatrist, in fact, despite being a newly established professional figure, is a health worker who deals not only with diabetes but also with all the other diseases affecting the foot. In several Italian diabetological realities it is already in full swing, in Cesena despite being present since 2012, it has never been integrated into the diabetic foot diagnostic and therapeutic care path.","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"102 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-09-27","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"133288999","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Conversation Map™: strumento per l’educazione del caregiver sulla prevenzione delle lesioni da pressione/Conversation Map™: a tool for the education of the caregiver on the prevention of pressure ulcers","authors":"Alessandra Chiossi","doi":"10.4081/ijwc.2018.36","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/ijwc.2018.36","url":null,"abstract":"Lo sviluppo di Lesioni da Pressione (LdP) rappresenta un evento molto frequente ma potenzialmente prevenibile; tuttavia, avere una fotografia reale del fenomeno è molto difficile. Le stime variano in rapporto al setting assistenziale considerato: nei reparti per acuti l’incidenza varia dallo 0,4 al 38%, nelle residenze sanitarie assistenziali dal 2,2 al 23,9%, mentre nell’ambito domiciliare dallo 0 al 17%. Si valuta che negli USA sia una condizione che colpisce circa 1,5-3 milioni di persone, comportando una spesa sanitaria annua di circa 5 miliardi di dollari, da 1.4 a 2.1 miliardi di sterline nel Regno Unito e 1 miliardo di euro in Italia, pari al 4% dei costi totali del Sistema Sanitario Nazionale. Partendo dai dati epidemiologici si è voluto indagare se i caregivers delle persone assistite a rischio di LdP conoscano le strategie idonee a prevenire questo tipo di lesioni cutanee. Quindi, con la somministrazione di un questionario di 23 domande a 60 caregivers si è voluto valutare il bisogno o meno di una conoscenza sulla prevenzione delle lesioni da pressione. Lo studio ha rivelato che 83,3% degli intervistati non ha ricevuto informazioni né su cosa siano le LdP né su come si sviluppano; di poco inferiore la percentuale riguardante le informazioni sulla prevenzione di LdP. Si è voluto trovare, quindi, una risposta a questo bisogno di informazione, sviluppando una Conversation Map™, da proporre come strumento per l’educazione dei caregivers alla prevenzione delle LdP. La Conversation Map™, creata da Healthy Interactions Inc., è uno strumento didattico unico e speciale, perché favorisce la partecipazione della persona assistita o dei caregivers in un momento didattico sia verbale che visivo. Nella mappa, che ha il setting di un campo d’atletica, vengono toccati i punti principali della prevenzione delle lesioni: cura della cute, cambi di postura, presidi antidecubito, alimentazione e le medicazioni come prevenzione. Vengono spiegate le definizioni di LdP e di LdP di 1° stadio oltre che i principali fattori che concorrono alla formazione delle LdP, la scala di Braden e l’indice di Norton. \u0000The development of Pressure Ulcers (PU) is a very frequent, but potentially preventable, event; however having a real time picture of the phenomenon is very difficult. The estimates vary depending on the considered care setting: in the acute care wards the incidence varies between 0,4 and 38%, in the Extended Care Unit between 2,2 and 23,9%, while in the home-care setting between 0 and 17%. It is estimated that in the US it’s a condition that affects around 1,5-3 million of persons, involving a healthcare expenditures of around 5 billion of dollars per year, between 1.4 and 2.1 billion of pounds in the UK and 1 billion euros in Italy; equal to the 4% of the total costs of the National Health System. Starting from epidemiological data, it has been investigated if the caregivers of the assisted persons with PU risk know the appropriate strategies to prevent this ","PeriodicalId":305425,"journal":{"name":"Italian Journal of Wound Care","volume":"37 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-09-27","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"124779464","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}