F. Cuccaro, G. Moccia, Antonio Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, Rita Rosa Oro, S. M. Aliberti, Giovanni Boccia, E. Santoro, A. Petrocelli, A. Turco, M. Capunzo, F. D. Caro
{"title":"Nuova metodologia per proteggere gli studenti delle professioni sanitarie dalle ferite accidentali da punta e taglio durante il periodo formativo","authors":"F. Cuccaro, G. Moccia, Antonio Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, Rita Rosa Oro, S. M. Aliberti, Giovanni Boccia, E. Santoro, A. Petrocelli, A. Turco, M. Capunzo, F. D. Caro","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.8","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.8","url":null,"abstract":"Lo scorretto utilizzo di dispositivi medici taglienti o acuminati sono tra le pratiche assistenziali che mettono maggiormente a rischio la sicurezza sia del paziente che dell’operatore sanitario. Le lesioni accidentali da aghi o da lame costituiscono un importante rischio lavorativo degli operatori sanitari nel corso dell’attività quotidiana; di conseguenza, le punture ed il taglio accidentale devono essere collocate tra le priorità da affrontare in un programma di prevenzione teso a migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro per gli operatori sanitari, tirocinanti e studenti. Da questa premessa nasce l’esigenza da parte dell’Università, nell’adempiere all’obbligo di informazione, di formazione e di tutela degli studenti delle Professioni Sanitarie e di attuare programmi tesi alla percezione del rischio e alla conoscenza delle procedure di sicurezza. Scopo di questo lavoro è stato sia di fornire agli studenti delle professioni sanitarie un unico strumento atto a prevenire le ferite da taglio e da punta, e garantire la formazione e l’acquisizione di abilità in procedure che tengano conto della sicurezza del paziente e minimizzino il rischio clinico a cui sono sottoposti; sia di valutare la percezione che gli studenti delle professioni sanitarie hanno del rischio biologico da ferite da taglio e da punta e di individuare il numero di infortuni che si verificano durante le ore di tirocinio evidenziando il problema della sottonotifica di tali incidenti.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"51 4 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"116578740","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
M. Russo, Angela Nigro, G. Moccia, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Maisto, F. D. Caro, Giovanni Boccia, E. Santoro
{"title":"Studio osservazionale del lavaggio mani in relazione all’utilizzo dei guanti","authors":"M. Russo, Angela Nigro, G. Moccia, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Maisto, F. D. Caro, Giovanni Boccia, E. Santoro","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.3","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.3","url":null,"abstract":"Una buona adesione all’igiene mani e un uso sapiente di guanti possono ridurre le infezioni e, di conseguenza, il contagio tra pazienti e personale sanitario, riducendo i tempi di degenza e assicurando una maggiore protezione sia ai pazienti che al personale sanitario è esposto alle Infezioni Correlate all’Ambiente (ICA). L’igiene delle mani rimane la prima misura da mettere in atto per garantire la decontaminazione delle mani dopo la rimozione dei guanti. Essa può essere effettuata tramite lavaggio convenzionale oppure utilizzando prodotti idroalcolici che risultano essere significativamente più efficaci. In aggiunta alla corretta igiene delle mani si sono valutati anche la conseguente riduzione dell’utilizzo dei guanti con minore impatto sulla spesa sanitaria.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"5 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"134143421","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
S. M. Aliberti, G. Ferrucci, Antonio Nigro, A. D. Corte, R. Frammartino, E. Santoro, A. Turco, Giovanni Boccia, F. D. Caro, G. Moccia, M. Capunzo
{"title":"Uso di sostanze psicoattive e performance compromessa sul lavoro","authors":"S. M. Aliberti, G. Ferrucci, Antonio Nigro, A. D. Corte, R. Frammartino, E. Santoro, A. Turco, Giovanni Boccia, F. D. Caro, G. Moccia, M. Capunzo","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.12","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.12","url":null,"abstract":"Non tutte le persone possiedono le stesse competenze in materia di salute, non tutti sono in grado di organizzarsi e decidere rispetto a questioni riguardanti il proprio benessere psico-fisico, migliorarlo, trovare informazioni e comprenderle, assumersi la responsabilità della propria qualità della vita. Queste competenze non fanno parte del bagaglio esperienziale comune ma, come afferma l’OMS: «La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama» I fattori di rischio lavorativo non sono solo agenti chimici, fisici e biologici ma anche errori umani, procedure non corrette, comportamenti inadeguati. I lavoratori stessi possono risultare pericolosi per gli altri. Ciò accade quando essi presentano condizioni come: uso e abuso di alcol, farmaci o droghe; malattie neuro-psichiatriche (demenze, disturbi comportamentali, etc.), malattie infettive contagiose [5]. Il rischio per i terzi può essere maggiore in settori come la sanità, i trasporti, le forze armate e di polizia, gli impianti industriali ove si manipolino prodotti pericolosi. Ma, più in generale, in tutti gli ambienti di lavoro si possono registrare situazioni critiche per la presenza di lavoratori con gravi problemi comportamentali. La legislazione vigente nel nostro Paese ha recentemente previsto un più accurato controllo sui lavoratori che svolgono mansioni ad elevato rischio per sé e per gli altri, con l’obiettivo di disincentivare condotte pericolose. Si ritiene, tuttavia, che il principale strumento di contrasto delle dipendenze debba essere la sensibilizzazione degli interessati attraverso un’informazione chiara e completa, per ottenere luoghi di lavoro liberi dalle conseguenze negative legate al consumo di alcol e sostanze stupefacenti.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"43 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"124162765","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
D. Borelli, G. Moccia, A. Borrelli, G. Genovese, A. Maisto, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Turco, F. D. Caro
{"title":"Un intervento di sanità pubblica: elaborazione di una campagna vaccinale anti-influenzale in operatori sanitari","authors":"D. Borelli, G. Moccia, A. Borrelli, G. Genovese, A. Maisto, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Turco, F. D. Caro","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.9","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.9","url":null,"abstract":"La tutela della salute degli operatori sanitari è un argomento di estremo interesse per la comunità scientifica internazionale, che negli ultimi anni ha dato luogo a prolifiche ed interessanti analisi su quanto sia importante migliorare e potenziare tutte le misure di sicurezza atte a proteggere pazienti ed operatori sanitari. Il compito di chi si occupa della Prevenzione Sanitaria è innanzitutto di educare i lavoratori a tutte le misure atte a proteggere se stessi e gli altri. Molti studi internazionali descrivono il grande stress a cui sono continuamente sottoposti gli operatori sanitari che ha rilevantissime conseguenze nella loro salute fisica e mentale. È da sottolineare, appunto, come figure professionali di medici, ostetriche ed infermieri non sono “immuni” agli agenti patogeni con cui rischiano quotidianamente di entrare in contatto e, quindi, di sviluppare patologie infettive. Questo non solo comporta un danno diretto alla salute dei lavoratori, con possibilità di eventuali complicanze e cronicizzazione di eventuali patologie ma anche un danno sociale ed economico con perdita di giornate lavorative e, di conseguenza, danno all’utenza. Ma c’è un altro aspetto importante da analizzare: un medico o infermiere che entra in contatto con un agente infettivo può essere un subdolo veicolo di infezione e trasmettere l’agente infettivo a tutta l’utenza e, in particolare, a chi si trova in una situazione di immunodeficienze come anziani, donne gravide, neonati ed allettati. Questo studio da noi condotto presso l’A.O.U. “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” coadiuvati dalla U.O.S.D. Sorveglianza Sanitaria e Radioprotezione, ha avuto come scopo la promozione, utilizzando strumenti e tecniche comunicative studiate ad hoc, e l’analisi dell’adesione al piano vaccinale antinfluenzale dei dipendenti dell’Azienda Ospedaliera confrontando i risultati con l’adesione degli anni precedenti.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"7 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"133893031","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
G. Ferrucci, G. Sorrentino, A. D. Corte, Angela Nigro, G. Moccia, R. Frammartino, E. Santoro, F. D. Caro, Giovanni Boccia
{"title":"Studio osservazionale sull’adesione alla pratica vaccinale degli Operatori Sanitari dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona","authors":"G. Ferrucci, G. Sorrentino, A. D. Corte, Angela Nigro, G. Moccia, R. Frammartino, E. Santoro, F. D. Caro, Giovanni Boccia","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.10","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.10","url":null,"abstract":"La vaccinazione rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della Sanità Pubblica per la prevenzione primaria delle malattie infettive]. Questa pratica comporta benefici non solo per un effetto diretto sui soggetti vaccinati ma – con il raggiungimento di elevate coperture vaccinali – anche in modo indiretto riducendo la circolazione di patogeni e inducendo la protezione di soggetti non vaccinati (herd immunity). Numerose evidenze dimostrano, infatti, che la vaccinazione è uno degli interventi sanitari di maggior successo e con il miglior rapporto costo/efficacia. In Italia i dati di copertura vaccinale del personale sanitario non sono raccolti routinariamente; studi ad hoc mostrano tassi molto bassi sia durante le stagioni epidemiche che in corso di pandemia. A differenza di quanto si è portato a pensare, gli operatori sanitari, per la loro scarsa propensione a sottoporsi ai vaccini, sono un anello debole ampiamente documentato nella catena di trasmissione delle malattie infettive. I tassi di vaccinazione oscillano da un anno all’altro in relazione ai falsi allarmi riportati dalla cronaca, esattamente come accade nella popolazione generale. Al fine di implementare interventi di promozione della vaccinazione, determinare la copertura vaccinale degli operatori sanitari, le loro caratteristiche anagrafiche e professionali in relazione allo stato vaccinale, la comparsa di eventi avversi, l'efficacia sul campo del vaccino e i motivi della vaccinazione/non vaccinazione, è stato condotto dall’UOC del Programma Infradipartimentale di Igiene Ospedaliera ed Epidemiologia dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona “Scuola Medica Salernitana” uno studio trasversale di prevalenza tramite somministrazione di un questionario standardizzato e pretestato nel contesto dell’AOU.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"110 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"128005703","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
P. Tortoriello, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, G. Cioffi, V. Paola, A. Maisto, A. Borrelli, F. D. Caro
{"title":"\"Safety Walk Round”: Giri per la sicurezza","authors":"P. Tortoriello, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, G. Cioffi, V. Paola, A. Maisto, A. Borrelli, F. D. Caro","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.1","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.1","url":null,"abstract":"L’obiettivo primario delle iniziative di risk management in area sanitaria è la prevenzione del cosiddetto “rischio clinico”, ossia la probabilità che un paziente subisca un qualunque «danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche». Oggigiorno la rilevanza di questo argomento è sentitissima più che in qualunque altra epoca storica anche, e soprattutto, a causa dell’esponenziale incremento del contenzioso legale derivante da eventi avversi presumibilmente riconducibili a “malasanità”.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"57 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"122032074","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
P. Blasio, A. D. Corte, Angela Nigro, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Genovese, A. Maisto, A. Turco, F. D. Caro, G. Moccia
{"title":"Metodo PEER: Educare alla salute con nuove strategie","authors":"P. Blasio, A. D. Corte, Angela Nigro, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Genovese, A. Maisto, A. Turco, F. D. Caro, G. Moccia","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.4","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.4","url":null,"abstract":"Secondo quanto riportato nel manuale Peer Education Training of Trainers Manual (2003) si definisce Peer Education: “il processo tramite il quale giovani con un’adeguata formazione e motivazione affrontano attività informali o organizzate con loro pari (simili in età, background o interessi) lungo un periodo di tempo, con l’obiettivo di sviluppare le loro conoscenze, attitudini, credenze e competenze permettendogli di divenire responsabili della propria salute e di poterla proteggere”. Quando si parla di Peer-Education si parla di una metodica di educazione non formale che rientra tra i metodi di apprendimento “a mediazione sociale”. In quanto metodica a mediazione sociale basa le proprie fondamenta sull’idea che l’ambito sociale in cui un individuo matura le proprie esperienze rappresenti una componente fondamentale nello sviluppo dello stesso e, conseguentemente, nel suo modo di approcciarsi successivamente agli eventi della vita quotidiana.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"12 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"127518384","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Cozzolino, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, Concetta Pironti, A. Genovese, Emiliano Santoro, A. Turco, Oriana Motta, A. Borrelli, F. D. Caro
{"title":"La gestione del rischio chimico in ambito sanitario: la sala operatoria","authors":"A. Cozzolino, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, Concetta Pironti, A. Genovese, Emiliano Santoro, A. Turco, Oriana Motta, A. Borrelli, F. D. Caro","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.13","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.13","url":null,"abstract":"La medicina tradizionale è incentrata sull’obiettivo di migliorare la salute attraverso l’identificazione e il trattamento dei disturbi di salute che hanno già prodotto sintomi o complicanze. La medicina preventiva, al contrario, mira a prevenire l’insorgenza di condizioni patologiche, nonché alla diagnosi dei disturbi prima dell’insorgenza di sintomi o complicanze, quando le probabilità di recupero sono massime. Se prestata nei tempi e nelle modalità dovuti, la prevenzione migliora le condizioni di salute generale e riduce i costi della sanità. L’obiettivo generale della prevenzione è ridurre la probabilità di un soggetto di ammalarsi, sviluppare condizioni invalidanti o morire prematuramente. La medicina preventiva può, quindi, essere considerata come la forma più ampia di interdisciplinarietà esistente in campo medico e sanitario; infatti, coinvolge ogni settore di cui la moderna scienza medica dispone, nel tentativo di impedire l’insorgere di patologie, individuandone preventivamente i fattori di rischio in determinate fasce di popolazione. In questo lavoro affrontiamo, in particolare, il tema della gestione del rischio chimico al quale viene esposto il personale delle sale operatorie. Tale indagine è finalizzata al rispetto delle leggi in merito alla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione ad agenti chimici e, in particolar modo, agli anestetici volatili. Il luogo fisico maggiormente coinvolto in una struttura ospedaliera è dato dal blocco operatorio. Il primo obiettivo, quindi, è di minimizzare il rischio biologico grazie ad impianti di climatizzazione in grado di immettere aria trattata e purificata, necessari inoltre per ridurre al minimo anche il rischio chimico, diluendo ed allontanando eventuali gas e vapori, per mezzo di continui ricambi d’aria.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"7 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"125296611","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L. Siniscalchi, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Genovese, Concetta Pironti, B. Charlier, V. Izzo, Giovanni Boccia, A. Turco, A. Borrelli, F. D. Caro, Oriana Motta
{"title":"Come rendere un ospedale “formaldeide free”","authors":"L. Siniscalchi, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, A. Genovese, Concetta Pironti, B. Charlier, V. Izzo, Giovanni Boccia, A. Turco, A. Borrelli, F. D. Caro, Oriana Motta","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.11","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.11","url":null,"abstract":"La formaldeide o aldeide formica è un gas prodotto e commercializzato sotto forma di soluzione acquosa, con il nome di “formalina” ed è utilizzata nelle strutture sanitarie per conservare cellule e tessuti asportati per finalità diagnostiche e terapeutiche. Il processo in cui un campione biologico viene trattato con formaldeide si definisce “fissazione” e consente di mantenere inalterata nel tempo la morfologia cellulare e l’architettura del tessuto, impedendone la degenerazione post-necrotica; in tal modo si può conservare il campione biologico fino al momento della diagnosi definitiva o a tempo indeterminato per diverse finalità (diagnostiche, scientifiche, medico-legali, etc.). La nuova normativa impone al datore di lavoro (nel caso specifico, l’ospedale) l’obbligo di effettuare una meticolosa valutazione dei danni connessi all’utilizzo di questa sostanza, al fine di definire se il livello di rischio sia rilevante per la salute dei lavoratori esposti. Per ridurre la possibilità di incorrere in effetti dannosi è opportuno mantenere un livello di esposizione dei lavoratori al di sotto dei valori limite di soglia stabiliti, tramite la messa in essere di misure tecniche e procedurali (art. 235 T.U. SSL). In questo lavoro si analizzano le motivazioni per le quali la formaldeide è stata considerata tossica, ovvero le acquisizioni scientifiche sugli effetti che può avere sull’organismo (in particolare il rischio cancerogeno) e quali siano gli obblighi del datore di lavoro per la salvaguardia dei lavoratori esposti, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 81/08; si descrive, inoltre, lo studio sperimentale condotto nell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, in risposta alla normativa, per stabilire il livello di esposizione dei lavoratori alla formaldeide e limitare il rischio tossico connesso; studio rivolto con particolare attenzione agli infermieri che lavorano in sala operatoria e a tutti i lavoratori dell’Anatomia Patologica. Si presentano, infine, le strategie operative possibili oltre che necessarie per adeguare l’ospedale alla nuova normativa di legge e tutelare i lavoratori dal rischio chimico derivante dalla formaldeide.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"2004 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"129611226","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
M. V. Zambrano, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, V. Paola, A. Maisto, A. Turco, A. Borrelli, F. D. Caro
{"title":"Cadute? No, grazie. Come nasce e si realizza un programma per prevenire le cadute in ambito ospedaliero","authors":"M. V. Zambrano, G. Moccia, Angela Nigro, A. D. Corte, G. Ferrucci, R. Frammartino, V. Paola, A. Maisto, A. Turco, A. Borrelli, F. D. Caro","doi":"10.48268/SANITA/2020/0001.2","DOIUrl":"https://doi.org/10.48268/SANITA/2020/0001.2","url":null,"abstract":"La “caduta” in ambito ospedaliero rappresenta uno dei più frequenti eventi avversi che può determinare conseguenze immediate o anche tardive, spesso gravi fino a condurre, in alcuni casi, alla morte del paziente. Ecco perché il Ministero della Salute nel 2011 ha emanato la Raccomandazione n. 13 “Prevenzione e gestione della caduta del paziente nelle strutture sanitarie” che si pone come strumento per la prevenzione delle cadute dei pazienti nelle strutture ospedaliere. Per tale motivo, la Regione Campania ha deciso, in accordo con le Aziende Sanitarie del territorio, di sviluppare e pubblicare il “Piano Regionale Prevenzione Cadute - Linee di indirizzo per le Aziende del Servizio Sanitario Regionale”. L’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ha recepito le Linee d’Indirizzo Regionali e ha realizzato due delibere interne (n. 67/2018 e n. 318/2019), ponendosi come mission la realizzazione e la programmazione di un Progetto di gestione dell’evento “Caduta” all’interno dell’Azienda. L’obiettivo generale del Progetto di Prevenzione “Cadute? No, grazie” è ridurre l’incidenza delle cadute nei pazienti ricoverati. La comunicazione ha rappresentato un’attività trasversale necessaria per tutte le fasi del Progetto: dalla sua strutturazione fino alla parte comunicativa/informativa non solo tra gli operatori sanitari ma anche per i pazienti e i familiari.","PeriodicalId":108590,"journal":{"name":"La Sanita pubblica. Ricerca sul campo.","volume":"47 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"127547709","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}