{"title":"Divinità e offerenti in Mantova etrusca","authors":"E. M. Menotti","doi":"10.54103/2035-4797/17776","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17776","url":null,"abstract":"Le scoperte archeologiche occorse a Mantova negli annui duemila hanno portato all’individuazione di elementi che, a partire dall’età arcaica, definiscono un’area sacra. Tre graffiti vascolari hanno dediche alle divinità femminili Vei e Zipni. Vei corrisponde per taluni aspetti a Demetra e per altri a Kore ed il suo culto era diffuso in molti siti dell’Etruria centro meridionale e a Mantova, Felsina, Marzabotto, Servirola di San Polo d’Enza e Parma. Il suo partner, Dis Pater noto anche come Mantus, era la divinità più importante della dodecapoli padana. La presenza di un culto di Vei in Mantova può essere prova della presenza del culto di Dis Pater/Mantus. Alcuni dati paleografici e onomastici graffiti su supporti vascolari indicano la presenza di devoti di lingua celtica.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76416598","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Sull’identità civica di Apollonia di Cirenaica","authors":"S. Struffolino","doi":"10.54103/2035-4797/17770","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17770","url":null,"abstract":"Si vuole dimostrare che Apollonia di Cirenaica non fu né una fondazione indipendente, né una vera e propria subcolonia, piuttosto uno scalo marittimo: “il porto di Cirene”, dove trovavano sede installazioni portuali e militari; abitata fra l’età arcaica e quella ellenistica da mercanti e artigiani, guarnigioni e personale marittimo. Seguire il suo sviluppo civico è di estremo interesse: frequentata dai membri della corte alessandrina, diviene polis autonoma con proprie istituzioni col passaggio alla dominazione romana, poi capitale della Libya superior a metà del IV sec. d.C., e in quanto tale oggetto della munificenza imperiale. Nonostante momenti di dissidio non perderà mai del tutto il legame privilegiato con Cirene.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"72 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-04-29","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"90286622","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Le sfumature del lusso a Bedriacum. Note su alcuni vetri preziosi di prima età imperiale dal Quartiere degli Artigiani","authors":"Miriam Romagnolo","doi":"10.54103/2035-4797/17692","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17692","url":null,"abstract":"Questo articolo prende in considerazione alcuni reperti in vetro di notevole pregio, provenienti dal vicus romano di Bedriacum (attuale Calvatone, CR), scoperti durante le campagne di scavo svoltesi tra 2005 e 2013 nell’area del Quartiere degli Artigiani (scavi diretti dalla prof. Maria Teresa Grassi, Università degli Studi di Milano). I reperti analizzati si collocano cronologicamente tra la fine del I sec. a.C. e il pieno I sec. d.C., periodo che corrispose a una particolare fioritura del vicus stesso. Si è deciso pertanto di focalizzare l’attenzione su alcuni preziosi reperti ottenuti con la tecnica del vetro mosaico, della colatura e modellazione su forma capovolta (una coppa tipo Is.20, un unicum finora a Bedriacum, un fr. di coppa tipo Is.1/18 e due coppe costolate tipo Is.3), della soffiatura entro stampo (due frr. di coppe ispirate alla produzione di Ennione e un fr. di bicchiere troncoconico tipo Is.31) e tramite soffiatura libera (coppette costolate tipo Is.17 e frr. decorati a macchie).","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"41 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-04-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81519949","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Archeologia e small finds: indagini preliminari su un nucleo di materiali metallici da Calvatone - Bedriacum","authors":"F. Grossi","doi":"10.54103/2035-4797/17676","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17676","url":null,"abstract":"Il vicus di Calvatone - Bedriacum è da sempre uno dei siti privilegiati per lo studio della ceramica in Cisalpina. Tuttavia, esso ha restituito anche numerosi materiali di vario genere, dei quali gli oggetti metallici costituiscono una percentuale notevole. L’interesse a loro relativo, però, è spesso smorzato non solo a causa delle condizioni di conservazione - che non ne permettono l’identificazione - ma anche dal pregiudizio che, essendo small finds, i dati ricavabili da essi siano di scarso valore, poco utili dal punto di vista cronologico e interpretativo. Scopo di questo lavoro è l’analisi preliminare di un nucleo di materiali in metallo provenienti dal sito, il cui studio permetterà sia di proporre confronti con oggetti simili, sia di formulare alcune ipotesi su un loro possibile impiego all’interno del vicus.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"17 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-04-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"83415912","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Giochi sonori e trottole ronzanti da Corinto. Su due oggetti ludici inediti di Ginevra","authors":"C. Lambrugo","doi":"10.54103/2035-4797/17675","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17675","url":null,"abstract":"La presente nota pubblica due manufatti fittili inediti, conservati presso la sezione archeologica del Musée d’Art et d’Histoire della città di Ginevra. Si tratta nel primo caso certamente di un sonaglio in terracotta a forma di palla; nel secondo di un oggetto troncoconico con foro passante, il cui accurato decoro consente un inquadramento nella produzione artigianale di Corinto tra Protocorinzio Tardo e Corinzio Antico e che l’Autore propone di interpretare come trottola. I due oggetti ludici sono accomunati da suggestivi effetti visivi e sonori.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"88 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-04-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76169023","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Apollo, la tamerice e la mantica","authors":"Giampiera Arrigoni","doi":"10.54103/2035-4797/17211","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17211","url":null,"abstract":"Apollo Myrikaios di Lesbo e Apollo Koropaios di Korope, che usavano la tamerice per la mantica, erano indipendenti da Delfi, ma il loro culto non era localmente meno importante.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"15 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-28","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76760199","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Uno spillone in osso con la testa a forma di busto femminile conservato al Museo Archeologico di Milano","authors":"Chiara Bianchi","doi":"10.54103/2035-4797/17209","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17209","url":null,"abstract":"Presso il Civico Museo Archeologico di Milano si conserva uno spillone in osso con la testa a forma di busto femminile che può essere inserito in una serie di esemplari inquadrabili cronologicamente nel IV sec. d.C. L’acconciatura rappresentata è una variante semplificata della pettinatura nota come “Scheitelzopffrisur”, nella quale i capelli erano raccolti in trecce, disposte in fasce più o meno larghe, e sollevati sul retro della testa dalla nuca verso l’alto fino al vertice dove venivano fissati con una terminazione ripiegata. Questa acconciatura è ampiamente documentata nelle sue varie evoluzioni su statue e monete con ritratti femminili: comparsa già nella prima metà del III sec. d.C., ebbe vasta diffusione, pur con alterne fasi, nella seconda metà del III sec. e ancora nel corso del IV sec. d.C. Numerosi sono gli spilloni in osso con la testa a forma di busto femminile con questa acconciatura e nell’articolo vengono esaminati nel dettaglio i confronti e le diverse varianti attestate.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"27 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-28","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"78589845","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Nora. Le domus dell’area centrale, diciott’anni di ricerche dell’Università di Milano","authors":"G. Bejor","doi":"10.54103/2035-4797/17213","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17213","url":null,"abstract":"Una sintesi di quasi due decadi di scavi archeologici a Nora (CA) permette di riconsiderare alcuni dei problemi storici e urbanistici dell’insediamento dell’antica città. Le ricerche si sono incentrate sull’area centrale, già parzialmente indagata nel secondo dopoguerra: sono emersi nuovi dati relativi soprattutto ad abitazioni private, alle loro articolazioni stratigrafiche e planimetriche, e ai loro apparati decorativi, tra cui mosaici e pareti affrescate.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"17 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-28","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"75231308","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Storia di un muro: dallo smontaggio all'interpretazione di una struttura di Calvatone-Bedriacum","authors":"Luca Restelli","doi":"10.54103/2035-4797/17210","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17210","url":null,"abstract":"Lo smontaggio di una struttura muraria di epoca romana, individuata a Calvatone-Bedriacum durante gli scavi UniMi, ha dato la possibilità di osservarne in modo dettagliato la composizione e le caratteristiche edilizie. Lo studio pone in evidenza come tale struttura sia stata edificata secondo delle tecniche inquadrabili nella tipologia elaborata da A. Bacchetta, ma con alcune specifiche accortezze e particolarità.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"16 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-28","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"83375304","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"«Ebbi una passione spiccata per la storia». La figura di don Luigi Luchini e la donazione di materiali da Bedriacum al Museo Archeologico di Cremona","authors":"M. Volonté","doi":"10.54103/2035-4797/17212","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-4797/17212","url":null,"abstract":"Nella storia delle ricerche archeologiche ottocentesche nel sito di Calvatone-Bedriacum riveste un ruolo centrale la figura di don Luigi Luchini, originario del Milanese e vissuto per gran parte della sua vita nel territorio della Diocesi di Cremona. Il Museo Civico Ala Ponzone conserva una serie di documenti d’archivio, interessanti per la ricostruzione dei primi ritrovamenti nel vicus e delle vicissitudini della collezione che da essi ebbe origine.","PeriodicalId":30332,"journal":{"name":"Annali della Facolta di Scienze della Formazione Universita degli Studi di Catania","volume":"43 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-28","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"87105329","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}