J. Reeb (Lung Transplant & ECLS Clinical Fellow) , A. Olland (Praticien hospitalo-universitaire) , S. Renaud (Chef de clinique des Universités, assistant hospitalier) , M. Kindo (Praticien hospitalier) , N. Santelmo (Praticien hospitalier) , G. Massard (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , P.-E. Falcoz (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"胸外循环和呼吸辅助的原则和指示","authors":"J. Reeb (Lung Transplant & ECLS Clinical Fellow) , A. Olland (Praticien hospitalo-universitaire) , S. Renaud (Chef de clinique des Universités, assistant hospitalier) , M. Kindo (Praticien hospitalier) , N. Santelmo (Praticien hospitalier) , G. Massard (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , P.-E. Falcoz (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1288-3336(16)79382-4","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>In origine, l’<em>extracorporeal membrane oxygenation</em> (ECMO) era una tecnica di assistenza respiratoria che utilizzava uno scambiatore gassoso a membrana. Per estensione, l’ECMO è diventata una tecnica respiratoria e cardiopolmonare utilizzata in caso di deficit respiratorio e/o cardiaco nell’attesa della restaurazione della funzione deficitaria o di un eventuale trapianto. Il supporto emodinamico può essere parziale o totale. Gli accessi vascolari possono essere periferici o centrali. Questo tipo di assistenza utilizza il concetto di circolazione extracorporea (CEC) sanguigna che in epoca moderna si è estesa con l’utilizzo di polmoni artificiali a membrana. Il circuito di base è semplice e comprende una pompa, un ossigenatore (che permette al sangue di caricarsi di O<sub>2</sub> e di eliminare CO<sub>2</sub>) e delle vie d’accesso (una di drenaggio e una di reinfusione). La sua attuazione è facile, veloce e può essere avviata al letto del malato. Il miglioramento delle attrezzature, una migliore conoscenza delle tecniche e delle indicazioni, e le politiche di salute pubblica hanno reso popolare questa tecnica. Alcuni centri di chirurgia toracica la utilizzano di routine come assistenza alla realizzazione di un intervento terapeutico (soprattutto trapianto) assieme a team di rianimazione per il trattamento della sindrome da distress respiratorio acuto. Nel quadro della malattia polmonare dell’adulto, l’idea principale è quella di sviluppare il concetto di strategia minimalista con l’uso di una CEC adiuvante parziale – più che sostitutiva totale – che permetterebbe il recupero metabolico ad integrum del paziente. Nei prossimi anni, i progressi della tecnologia e dell’ingegneria così come le conoscenze approfondite permetteranno il miglioramento della prognosi dei pazienti colpiti da deficit respiratorio sotto assistenza meccanica.</p></div>","PeriodicalId":100457,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Torace","volume":"20 1","pages":"Pages 1-18"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2016-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1288-3336(16)79382-4","citationCount":"1","resultStr":"{\"title\":\"Principi e indicazioni dell’assistenza circolatoria e respiratoria extracorporea in chirurgia toracica\",\"authors\":\"J. 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Principi e indicazioni dell’assistenza circolatoria e respiratoria extracorporea in chirurgia toracica
In origine, l’extracorporeal membrane oxygenation (ECMO) era una tecnica di assistenza respiratoria che utilizzava uno scambiatore gassoso a membrana. Per estensione, l’ECMO è diventata una tecnica respiratoria e cardiopolmonare utilizzata in caso di deficit respiratorio e/o cardiaco nell’attesa della restaurazione della funzione deficitaria o di un eventuale trapianto. Il supporto emodinamico può essere parziale o totale. Gli accessi vascolari possono essere periferici o centrali. Questo tipo di assistenza utilizza il concetto di circolazione extracorporea (CEC) sanguigna che in epoca moderna si è estesa con l’utilizzo di polmoni artificiali a membrana. Il circuito di base è semplice e comprende una pompa, un ossigenatore (che permette al sangue di caricarsi di O2 e di eliminare CO2) e delle vie d’accesso (una di drenaggio e una di reinfusione). La sua attuazione è facile, veloce e può essere avviata al letto del malato. Il miglioramento delle attrezzature, una migliore conoscenza delle tecniche e delle indicazioni, e le politiche di salute pubblica hanno reso popolare questa tecnica. Alcuni centri di chirurgia toracica la utilizzano di routine come assistenza alla realizzazione di un intervento terapeutico (soprattutto trapianto) assieme a team di rianimazione per il trattamento della sindrome da distress respiratorio acuto. Nel quadro della malattia polmonare dell’adulto, l’idea principale è quella di sviluppare il concetto di strategia minimalista con l’uso di una CEC adiuvante parziale – più che sostitutiva totale – che permetterebbe il recupero metabolico ad integrum del paziente. Nei prossimi anni, i progressi della tecnologia e dell’ingegneria così come le conoscenze approfondite permetteranno il miglioramento della prognosi dei pazienti colpiti da deficit respiratorio sotto assistenza meccanica.