A. Jacquens , E. Shotar , K. Premat , M.-H. Pari , R. Pasqualotto , S. Latreille , L. Fitoussi , S. Deltour , F. Clarençon , V. Degos
{"title":"术后脑血管意外","authors":"A. Jacquens , E. Shotar , K. Premat , M.-H. Pari , R. Pasqualotto , S. Latreille , L. Fitoussi , S. Deltour , F. Clarençon , V. Degos","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44497-4","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Dopo un intervento chirurgico, il verificarsi di un accidente cerebrovascolare (AVC) ischemico è un evento raro ma drammatico. Infatti, è responsabile di un aumento significativo della morbimortalità. La comprensione dei meccanismi fisiopatologici all’origine di questi accidenti ha consentito l’identificazione dei fattori di rischio e la descrizione di principi di prevenzione. I fattori di rischio sono molteplici; da considerare in particolare il tipo di intervento chirurgico nonché la sua urgenza, una storia di AVC o di attacco ischemico transitorio, la fibrillazione atriale, la stenosi carotidea sintomatica, il sesso femminile e l’età. L’anestesista ha un ruolo centrale nella gestione; ciò comporta l’identificazione dei pazienti a rischio ottimizzandone la gestione preoperatoria (gestione precisa dei trattamenti anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici e betabloccanti), intraoperatoria (limitazione degli episodi di ipotensione arteriosa, ottimizzazione delle strategie di ventilazione) e la diagnosi postoperatoria precoce, per consentire una gestione rapida, multidisciplinare ed efficiente. La trombectomia sembra essere una soluzione particolarmente interessante in questa situazione a rischio emorragico.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 1","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2021-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0771(20)44497-4","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Accidente cerebrovascolare postoperatorio in SSPI\",\"authors\":\"A. Jacquens , E. Shotar , K. Premat , M.-H. Pari , R. Pasqualotto , S. Latreille , L. Fitoussi , S. Deltour , F. Clarençon , V. Degos\",\"doi\":\"10.1016/S1283-0771(20)44497-4\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"<div><p>Dopo un intervento chirurgico, il verificarsi di un accidente cerebrovascolare (AVC) ischemico è un evento raro ma drammatico. Infatti, è responsabile di un aumento significativo della morbimortalità. La comprensione dei meccanismi fisiopatologici all’origine di questi accidenti ha consentito l’identificazione dei fattori di rischio e la descrizione di principi di prevenzione. I fattori di rischio sono molteplici; da considerare in particolare il tipo di intervento chirurgico nonché la sua urgenza, una storia di AVC o di attacco ischemico transitorio, la fibrillazione atriale, la stenosi carotidea sintomatica, il sesso femminile e l’età. L’anestesista ha un ruolo centrale nella gestione; ciò comporta l’identificazione dei pazienti a rischio ottimizzandone la gestione preoperatoria (gestione precisa dei trattamenti anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici e betabloccanti), intraoperatoria (limitazione degli episodi di ipotensione arteriosa, ottimizzazione delle strategie di ventilazione) e la diagnosi postoperatoria precoce, per consentire una gestione rapida, multidisciplinare ed efficiente. La trombectomia sembra essere una soluzione particolarmente interessante in questa situazione a rischio emorragico.</p></div>\",\"PeriodicalId\":100410,\"journal\":{\"name\":\"EMC - Anestesia-Rianimazione\",\"volume\":\"26 1\",\"pages\":\"Pages 1-10\"},\"PeriodicalIF\":0.0000,\"publicationDate\":\"2021-01-01\",\"publicationTypes\":\"Journal Article\",\"fieldsOfStudy\":null,\"isOpenAccess\":false,\"openAccessPdf\":\"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0771(20)44497-4\",\"citationCount\":\"0\",\"resultStr\":null,\"platform\":\"Semanticscholar\",\"paperid\":null,\"PeriodicalName\":\"EMC - Anestesia-Rianimazione\",\"FirstCategoryId\":\"1085\",\"ListUrlMain\":\"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077120444974\",\"RegionNum\":0,\"RegionCategory\":null,\"ArticlePicture\":[],\"TitleCN\":null,\"AbstractTextCN\":null,\"PMCID\":null,\"EPubDate\":\"\",\"PubModel\":\"\",\"JCR\":\"\",\"JCRName\":\"\",\"Score\":null,\"Total\":0}","platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077120444974","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
Dopo un intervento chirurgico, il verificarsi di un accidente cerebrovascolare (AVC) ischemico è un evento raro ma drammatico. Infatti, è responsabile di un aumento significativo della morbimortalità. La comprensione dei meccanismi fisiopatologici all’origine di questi accidenti ha consentito l’identificazione dei fattori di rischio e la descrizione di principi di prevenzione. I fattori di rischio sono molteplici; da considerare in particolare il tipo di intervento chirurgico nonché la sua urgenza, una storia di AVC o di attacco ischemico transitorio, la fibrillazione atriale, la stenosi carotidea sintomatica, il sesso femminile e l’età. L’anestesista ha un ruolo centrale nella gestione; ciò comporta l’identificazione dei pazienti a rischio ottimizzandone la gestione preoperatoria (gestione precisa dei trattamenti anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici e betabloccanti), intraoperatoria (limitazione degli episodi di ipotensione arteriosa, ottimizzazione delle strategie di ventilazione) e la diagnosi postoperatoria precoce, per consentire una gestione rapida, multidisciplinare ed efficiente. La trombectomia sembra essere una soluzione particolarmente interessante in questa situazione a rischio emorragico.