G. Christe Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc, A. Vaswani (Physiothérapeute, maître d’enseignement HES), P. Balthazard Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc
{"title":"外侧髁的物理治疗","authors":"G. Christe Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc, A. Vaswani (Physiothérapeute, maître d’enseignement HES), P. Balthazard Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc","doi":"10.1016/S1283-078X(22)47160-4","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>L’epicondilalgia laterale (EL) è un problema frequente, che colpisce tra l’1% e il 3% della popolazione e presenta una prevalenza nel corso della vita di circa il 40%. La fisiopatologia dell’EL è multifattoriale e non si riassume in una semplice tendinopatia degli estensori del polso e delle dita. Le sue diverse componenti possono essere presenti in varia misura a seconda degli individui. Pertanto, la raccolta di informazioni durante l’anamnesi e la valutazione fisica costituisce un passo importante per identificare i deficit. La diagnosi di EL si basa sul seguente elemento: la presenza di sintomi sulla faccia laterale del gomito, aggravati dalle attività di presa e riprodotti dalla palpazione di questa regione. La valutazione dei movimenti angolari attivi e passivi e dei movimenti accessori del gomito permette di evidenziare una limitazione di ampiezza o la presenza di sintomi in una direzione del movimento. Il bilancio muscolare consente di identificare un deficit di forza e di riprodurre i dolori con la contrazione. La meccanosensibilità del nervo radiale è valutata con il test neurodinamico upper limb neurodynamic test (ULNT) 2b. L’esame fisico deve comprendere anche la regione cervicale, spesso coinvolta nei sintomi di EL. I pilastri del trattamento dell’EL sono l’educazione del paziente e gli esercizi attivi. Lo scopo degli esercizi è aumentare progressivamente il carico sul tendine, partendo da una posizione indolore e andando verso l’ampiezza problematica, e integrare tutto l’arto superiore. La terapia manuale del gomito ha anche mostrato effetti positivi a breve termine sui sintomi. Questa gestione può essere integrata da taping, stretching, mobilizzazioni neurodinamiche e mobilizzazioni del rachide cervicale a seconda del paziente.</p></div>","PeriodicalId":100432,"journal":{"name":"EMC - Medicina Riabilitativa","volume":"29 4","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Trattamento fisioterapico dell’epicondilalgia laterale\",\"authors\":\"G. Christe Physiothérapeute, maître d’enseignement HES, MSc, A. Vaswani (Physiothérapeute, maître d’enseignement HES), P. 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L’epicondilalgia laterale (EL) è un problema frequente, che colpisce tra l’1% e il 3% della popolazione e presenta una prevalenza nel corso della vita di circa il 40%. La fisiopatologia dell’EL è multifattoriale e non si riassume in una semplice tendinopatia degli estensori del polso e delle dita. Le sue diverse componenti possono essere presenti in varia misura a seconda degli individui. Pertanto, la raccolta di informazioni durante l’anamnesi e la valutazione fisica costituisce un passo importante per identificare i deficit. La diagnosi di EL si basa sul seguente elemento: la presenza di sintomi sulla faccia laterale del gomito, aggravati dalle attività di presa e riprodotti dalla palpazione di questa regione. La valutazione dei movimenti angolari attivi e passivi e dei movimenti accessori del gomito permette di evidenziare una limitazione di ampiezza o la presenza di sintomi in una direzione del movimento. Il bilancio muscolare consente di identificare un deficit di forza e di riprodurre i dolori con la contrazione. La meccanosensibilità del nervo radiale è valutata con il test neurodinamico upper limb neurodynamic test (ULNT) 2b. L’esame fisico deve comprendere anche la regione cervicale, spesso coinvolta nei sintomi di EL. I pilastri del trattamento dell’EL sono l’educazione del paziente e gli esercizi attivi. Lo scopo degli esercizi è aumentare progressivamente il carico sul tendine, partendo da una posizione indolore e andando verso l’ampiezza problematica, e integrare tutto l’arto superiore. La terapia manuale del gomito ha anche mostrato effetti positivi a breve termine sui sintomi. Questa gestione può essere integrata da taping, stretching, mobilizzazioni neurodinamiche e mobilizzazioni del rachide cervicale a seconda del paziente.