J. Seitlinger (Chef de clinique, assistant des Hôpitaux)) , S. Renaud (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , M. Renaud (Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier) , C. Tranchant (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , A. Olland (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , P.E. Falcoz (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
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A tale titolo, la gestione chirurgica, vale a dire la timectomia, ha un posto speciale nel trattamento della miastenia. In effetti, a complemento dei trattamenti farmacologici, la timectomia consente la remissione nel 13-51% dei casi, a cinque anni. Il bilancio preoperatorio completo deve consentire la ricerca di un timoma associato, che potrà, a seconda delle dimensioni, far preferire un accesso mediante sternotomia piuttosto che per via a invasività minima. Negli altri casi, devono essere privilegiati gli accessi a invasività minima mediante videotoracoscopia o la via robot-assistita. 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Gestione chirurgica della miastenia autoimmune (o miastenia grave)
La miastenia grave (MG) è una malattia autoimmune che interferisce con la trasmissione sinaptica del messaggio nervoso a livello della placca motoria tramite anticorpi diretti, il più delle volte, contro i recettori dell’acetilcolina. Colpisce principalmente le giovani donne e può essere associata ad anomalie del timo (iperplasia o timoma). La gestione di questa patologia è multidisciplinare e riguarderà neurologi, pneumologi e chirurghi toracici. A tale titolo, la gestione chirurgica, vale a dire la timectomia, ha un posto speciale nel trattamento della miastenia. In effetti, a complemento dei trattamenti farmacologici, la timectomia consente la remissione nel 13-51% dei casi, a cinque anni. Il bilancio preoperatorio completo deve consentire la ricerca di un timoma associato, che potrà, a seconda delle dimensioni, far preferire un accesso mediante sternotomia piuttosto che per via a invasività minima. Negli altri casi, devono essere privilegiati gli accessi a invasività minima mediante videotoracoscopia o la via robot-assistita. Pur riducendo la morbilità operatoria e le sequele estetiche nei pazienti giovani, queste tecniche si sono dimostrate efficaci quanto le altre in letteratura.