P. Richard PharmD, PhD , T. Stojkovic MD , C. Metay PharmD, PhD , J. Lacau St Guily MD , C. Trollet PhD
{"title":"眼咽肌营养不良","authors":"P. Richard PharmD, PhD , T. Stojkovic MD , C. Metay PharmD, PhD , J. Lacau St Guily MD , C. Trollet PhD","doi":"10.1016/S1634-7072(22)46725-0","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La distrofia muscolare oculofaringea è una miopatia progressiva a trasmissione autosomica dominante caratterizzata dall’insorgenza tardiva dei segni clinici, il più delle volte dopo i 50 anni. Si tratta di una patologia rara, la cui prevalenza è inferiore a 1/100 000 in Francia. I primi sintomi sono costituiti da una ptosi progressiva simmetrica che causa una contrazione compensatoria del muscolo frontale e una disfagia. L’evoluzione è verso la comparsa di una debolezza dei muscoli prossimali, in particolare a livello della cintura pelvica. Il gene responsabile è stato localizzato sul cromosoma 14 (<em>poly A binding protein nuclear 1</em> [<em>PABPN1</em>]). Esso codifica una proteina nucleare che svolge un ruolo nella maturazione e nella stabilità degli acidi ribonucleici messaggeri (mRNA). La malattia è la conseguenza di un’espansione anormale e stabile di una ripetizione di triplette (GCN) nell’esone 1 del gene <em>PABPN1</em>. Questa espansione, la cui dimensione normale è di dieci ripetizioni, è aumentata in modo anomalo tra 11 e 18 ripetizioni. La proteina anormale risultante è responsabile della presenza di inclusioni tubulofilamentose osservate nei nuclei delle fibre muscolari del paziente e patognomoniche della malattia. Benché non esista un trattamento specifico per questa patologia, la chirurgia della ptosi, la miotomia e la dilatazione cricofaringea migliorano significativamente la qualità di vita di questi pazienti.</p></div>","PeriodicalId":100434,"journal":{"name":"EMC - Neurologia","volume":"22 3","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Distrofia muscolare oculofaringea\",\"authors\":\"P. Richard PharmD, PhD , T. Stojkovic MD , C. Metay PharmD, PhD , J. Lacau St Guily MD , C. Trollet PhD\",\"doi\":\"10.1016/S1634-7072(22)46725-0\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"<div><p>La distrofia muscolare oculofaringea è una miopatia progressiva a trasmissione autosomica dominante caratterizzata dall’insorgenza tardiva dei segni clinici, il più delle volte dopo i 50 anni. Si tratta di una patologia rara, la cui prevalenza è inferiore a 1/100 000 in Francia. I primi sintomi sono costituiti da una ptosi progressiva simmetrica che causa una contrazione compensatoria del muscolo frontale e una disfagia. L’evoluzione è verso la comparsa di una debolezza dei muscoli prossimali, in particolare a livello della cintura pelvica. Il gene responsabile è stato localizzato sul cromosoma 14 (<em>poly A binding protein nuclear 1</em> [<em>PABPN1</em>]). Esso codifica una proteina nucleare che svolge un ruolo nella maturazione e nella stabilità degli acidi ribonucleici messaggeri (mRNA). La malattia è la conseguenza di un’espansione anormale e stabile di una ripetizione di triplette (GCN) nell’esone 1 del gene <em>PABPN1</em>. Questa espansione, la cui dimensione normale è di dieci ripetizioni, è aumentata in modo anomalo tra 11 e 18 ripetizioni. La proteina anormale risultante è responsabile della presenza di inclusioni tubulofilamentose osservate nei nuclei delle fibre muscolari del paziente e patognomoniche della malattia. Benché non esista un trattamento specifico per questa patologia, la chirurgia della ptosi, la miotomia e la dilatazione cricofaringea migliorano significativamente la qualità di vita di questi pazienti.</p></div>\",\"PeriodicalId\":100434,\"journal\":{\"name\":\"EMC - Neurologia\",\"volume\":\"22 3\",\"pages\":\"Pages 1-14\"},\"PeriodicalIF\":0.0000,\"publicationDate\":\"2022-08-01\",\"publicationTypes\":\"Journal Article\",\"fieldsOfStudy\":null,\"isOpenAccess\":false,\"openAccessPdf\":\"\",\"citationCount\":\"0\",\"resultStr\":null,\"platform\":\"Semanticscholar\",\"paperid\":null,\"PeriodicalName\":\"EMC - Neurologia\",\"FirstCategoryId\":\"1085\",\"ListUrlMain\":\"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1634707222467250\",\"RegionNum\":0,\"RegionCategory\":null,\"ArticlePicture\":[],\"TitleCN\":null,\"AbstractTextCN\":null,\"PMCID\":null,\"EPubDate\":\"\",\"PubModel\":\"\",\"JCR\":\"\",\"JCRName\":\"\",\"Score\":null,\"Total\":0}","platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Neurologia","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1634707222467250","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
La distrofia muscolare oculofaringea è una miopatia progressiva a trasmissione autosomica dominante caratterizzata dall’insorgenza tardiva dei segni clinici, il più delle volte dopo i 50 anni. Si tratta di una patologia rara, la cui prevalenza è inferiore a 1/100 000 in Francia. I primi sintomi sono costituiti da una ptosi progressiva simmetrica che causa una contrazione compensatoria del muscolo frontale e una disfagia. L’evoluzione è verso la comparsa di una debolezza dei muscoli prossimali, in particolare a livello della cintura pelvica. Il gene responsabile è stato localizzato sul cromosoma 14 (poly A binding protein nuclear 1 [PABPN1]). Esso codifica una proteina nucleare che svolge un ruolo nella maturazione e nella stabilità degli acidi ribonucleici messaggeri (mRNA). La malattia è la conseguenza di un’espansione anormale e stabile di una ripetizione di triplette (GCN) nell’esone 1 del gene PABPN1. Questa espansione, la cui dimensione normale è di dieci ripetizioni, è aumentata in modo anomalo tra 11 e 18 ripetizioni. La proteina anormale risultante è responsabile della presenza di inclusioni tubulofilamentose osservate nei nuclei delle fibre muscolari del paziente e patognomoniche della malattia. Benché non esista un trattamento specifico per questa patologia, la chirurgia della ptosi, la miotomia e la dilatazione cricofaringea migliorano significativamente la qualità di vita di questi pazienti.