S. Gaujoux (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , B. Acidi (CCA, Docteur) , C. de Ponthaud (CCA, Docteur) , A. Sauvanet (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
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Pancreatectomie cefaliche e istmiche con preservazione duodenale in alternativa alla duodenopancreatectomia cefalica
La duodenopancreatectomia cefalica (DPC), una volta indicata soprattutto per tumori periampollari invasivi, è attualmente considerata un intervento talvolta eccessivo, per patologie benigne (pancreatite cronica) o tumori meno aggressivi (tumori solidi e pseudopapillari e in particolare tumori neuroendocrini) della testa del pancreas. La DPC è caratterizzata da una significativa dissecazione vascolare, da una modifica del circuito digerente con la realizzazione di tre anastomosi, da un’elevata mortalità postoperatoria (fino al 5% nei centri ad alto volume) e infine da una perdita di parenchima pancreatico funzionale significativo. Di conseguenza, la DPC è responsabile di disturbi funzionali immediati e a distanza, la gran parte dei quali (insufficienza esocrina, diarrea) è legata alla soppressione del duodeno e/o della continuità tra la testa del pancreas e il duodeno, così come all’alterazione della continuità biliodigestiva. Per superare queste complicanze inerenti alla DPC, sono state sviluppate nuove tecniche di pancreatectomia che preservano il duodeno: pancreatectomia totale o subtotale con preservazione duodenale, pancreatectomia cefalica con preservazione duodenale e pancreatectomia mediana (PM).