H. Corté (Praticien hospitalier), N. Munoz-Bongrand (Praticien hospitalier), E. Sarfati (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
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Con il boom della laparoscopia e il guadagno d’interesse per gli atteggiamenti conservatori, la chirurgia delle milze non traumatiche si è evoluta considerevolmente e le indicazioni della chirurgia mini-invasiva hanno continuato a crescere. Le “piccole milze” sono, ora, preferibilmente operate in laparoscopia. Le principali indicazioni sono le emopatie benigne (porpora trombocitopenica immunologica [PTI], anemia emolitica autoimmune [AEAI], ecc.). Anche le emopatie maligne (linfomi, leucemia linfocitica cronica, sindromi mieloproliferative, ecc.) possono essere gestite mediante laparoscopia, quando non vi è una splenomegalia massiva associata, nel qual caso la laparotomia mantiene, naturalmente, il suo posto. Più recentemente, è stata proposta la chirurgia minimamente invasiva, mediante monotrocar, o robot-assistita, nelle indicazioni per la laparoscopia. Di fronte a un tumore splenico focale, deve, ormai, essere discussa la splenectomia parziale, preferibilmente mediante laparoscopia. Le diverse tecniche, i risultati, le complicanze e le sequele operatorie delle splenectomie sono qui esposte. Descriviamo in dettaglio le tecniche e i tempi operatori specifici della splenectomia totale o parziale, mediante laparoscopia o laparotomia.