欧洲的创始神话和当前的教学挑战

Q4 Social Sciences
Massimiliano Tarozzi
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A quel punto, Zeus-toro si tuffò in acqua e si allontanò dalla riva rapendo la fanciulla. Poi il racconto si fa confuso: probabilmente Zeus le usò violenza tanto che quando dopo lungo peregrinare attraverso il Mediterraneo la scaricò sulle spiagge dell’isola di Creta, la fanciulla era incinta. Di certo, dall’unione con Zeus nacquero tre figli, fra i quali Minosse che sarebbe divenuto re di Creta. Fu proprio il figlio semidio che per onorare la madre volle intitolare tutte le terre a nord di Creta con il suo nome, che ancora oggi portano. Benché sia sempre rischioso leggere con le categorie del contemporaneo i miti classici, cosa ci dice il mito del ratto d’Europa che ha variamente ispirato l’immaginazione di artisti post-rinascimentali come Tiepolo, Tiziano, Veronese o Rembrandt? Prima di tutto che il nostro continente prende il nome da una libanese rifugiata in un paese dell’attuale Unione Europea. Europa, strappata contro la sua volontà e in modo violento dalla sua patria, probabilmente stuprata dal suo rapitore ottiene però asilo in una nuova terra dove anzi riesce a ricostruire un futuro. Inoltre, il mito celebra una fondazione basata su un incontro interculturale fra la lingua e la civiltà fenicia e quella greca che fino ad allora rappresentavano mondi distanti e incomunicabili. Inevitabilmente, infine, questo mito ci ricorda come quella stessa terra che accoglieva rifugiati e richiedenti asilo e anzi ne porta il nome, oggi chiude le sue frontiere a coloro che fuggono dalla povertà, dalla guerra, dalle persecuzioni. Questo mito, insieme ad altri come quello del troiano (e quindi turco) Enea, che fugge dalla guerra e dalla sua città natale in fiamme e sbarca come profugo sulle coste laziali e diviene il capostipite della romanità, comunque li si voglia interpretare, ci interpellano rispetto al valore etico della solidarietà e alle sue origini antiche.","PeriodicalId":38147,"journal":{"name":"Encyclopaideia","volume":" ","pages":"1-4"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2019-05-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"1","resultStr":"{\"title\":\"Il mito fondativo di Europa e le sfide pedagogiche attuali\",\"authors\":\"Massimiliano Tarozzi\",\"doi\":\"10.6092/ISSN.1825-8670/9408\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"Alla vigilia di un’importante elezione europea che qualcuno vuole ridurre a un derby fra sovranisti e globalisti, è sorprendente e sconcertante riflettere sul mito fondativo di Europa. 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摘要

在一场重要的欧洲选举前夕,一些人希望将其简化为主权国家和全球主义者之间的德比,反思欧洲的创始神话是令人惊讶和不安的。在古典神话中,欧罗巴是腓尼基城国王阿格诺的女儿。阿格诺位于黎巴嫩南部贝鲁特以南约90公里处。赫希修斯和奥维迪厄斯后来告诉他们,这个女孩是如此美丽,以至于不敬虔的宙斯爱上了她,非常想拥有她。但由于她的顽强,她经常求助于一个诡计:她变成了一头美丽的白公牛,和几个朋友在海滩上玩耍时出现在她面前。被那头不寻常的温顺的欧洲公牛吸引住了。就在这时,他跳进水里,从岸边逃走了,带走了那个女孩。宙斯很可能对她使用了暴力,所以当她在地中海漫步时,他把她冲到了克里特岛的海滩上,她怀孕了。当然,与宙斯的结合产生了三个孩子,其中包括米诺斯,他将成为克里特岛的国王。他是半神的儿子,为了纪念他的母亲,他想以他的名字命名克里特岛北部的所有土地,直到今天,他们仍然拥有这些土地。尽管与当代的古典神话类别一起阅读经典神话总是有风险的,但欧洲鼠的神话告诉我们什么呢?欧洲鼠的神话在不同程度上激发了文艺复兴后艺术家(如蒂波罗、蒂齐亚诺、维罗纳或伦勃朗)的想象力。首先,我们的大陆是以目前欧盟国家的一名黎巴嫩难民的名字命名的。欧洲违背自己的意愿,暴力地离开了自己的国家,很可能被绑架者强奸,但它却得到了一个新的家园的庇护,在那里它可以重建未来。此外,这个神话还庆祝了一个建立在腓尼基语和希腊语之间的跨文化交集基础上的基础,在此之前,这些语言代表着遥远和不可交流的世界。最后,这一神话不可避免地提醒我们,这片土地曾经接纳难民和寻求庇护者,并以他们的名字命名,现在它对那些逃离贫困、战争和迫害的人关闭了边界。这个神话,其他像特洛伊(土耳其),Enea,逃离战争和她的家乡在火焰和物的亲代laziali海岸和成为难民romanità,无论我们如何解释他们,相比我们你团结及其起源古老的道德价值。
本文章由计算机程序翻译,如有差异,请以英文原文为准。
Il mito fondativo di Europa e le sfide pedagogiche attuali
Alla vigilia di un’importante elezione europea che qualcuno vuole ridurre a un derby fra sovranisti e globalisti, è sorprendente e sconcertante riflettere sul mito fondativo di Europa. Secondo la mitologia classica Europa era la figlia di Agenore, re di Tiro, città fenicia, tuttora esistente a una novantina di chilometri a sud di Beirut, nel Libano meridionale. Esiodo e successivamente Ovidio raccontano che la ragazza fosse bellissima, tanto che lo spregiudicato Zeus se ne invaghì e volle a tutti i costi possederla.Ma viste le sue virtuose resistenze, ricorse come spesso faceva a uno stratagemma: si trasformò in un bellissimo toro bianco e si presentò a lei mentre giocava sulla spiaggia insieme ad alcune amiche. Attratta da quell’insolito toro mansueto Europa vi salì in groppa. A quel punto, Zeus-toro si tuffò in acqua e si allontanò dalla riva rapendo la fanciulla. Poi il racconto si fa confuso: probabilmente Zeus le usò violenza tanto che quando dopo lungo peregrinare attraverso il Mediterraneo la scaricò sulle spiagge dell’isola di Creta, la fanciulla era incinta. Di certo, dall’unione con Zeus nacquero tre figli, fra i quali Minosse che sarebbe divenuto re di Creta. Fu proprio il figlio semidio che per onorare la madre volle intitolare tutte le terre a nord di Creta con il suo nome, che ancora oggi portano. Benché sia sempre rischioso leggere con le categorie del contemporaneo i miti classici, cosa ci dice il mito del ratto d’Europa che ha variamente ispirato l’immaginazione di artisti post-rinascimentali come Tiepolo, Tiziano, Veronese o Rembrandt? Prima di tutto che il nostro continente prende il nome da una libanese rifugiata in un paese dell’attuale Unione Europea. Europa, strappata contro la sua volontà e in modo violento dalla sua patria, probabilmente stuprata dal suo rapitore ottiene però asilo in una nuova terra dove anzi riesce a ricostruire un futuro. Inoltre, il mito celebra una fondazione basata su un incontro interculturale fra la lingua e la civiltà fenicia e quella greca che fino ad allora rappresentavano mondi distanti e incomunicabili. Inevitabilmente, infine, questo mito ci ricorda come quella stessa terra che accoglieva rifugiati e richiedenti asilo e anzi ne porta il nome, oggi chiude le sue frontiere a coloro che fuggono dalla povertà, dalla guerra, dalle persecuzioni. Questo mito, insieme ad altri come quello del troiano (e quindi turco) Enea, che fugge dalla guerra e dalla sua città natale in fiamme e sbarca come profugo sulle coste laziali e diviene il capostipite della romanità, comunque li si voglia interpretare, ci interpellano rispetto al valore etico della solidarietà e alle sue origini antiche.
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