拯救灵魂的工具:尤斯·韦图斯和尤斯·诺夫姆之间“无纪律”神职人员的纠正

Q4 Social Sciences
A. Massironi
{"title":"拯救灵魂的工具:尤斯·韦图斯和尤斯·诺夫姆之间“无纪律”神职人员的纠正","authors":"A. Massironi","doi":"10.54103/2464-8914/19452","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Nel Decretum di Graziano trovarono accoglienza alcuni testi (per la maggior parte scritti di Agostino di Ippona e di Gregorio Magno e canoni conciliari del VI e del VII secolo) che trattavano il tema della correzione del clero regolare e secolare da parte del superiore gerarchico, in special modo del vescovo e dell’abate. All’interno di una diocesi, infatti, il vescovo era chiamato in prima persona a intervenire per controllare i chierici sottoposti alla sua autorità. Lo stesso valeva per l’abate nel monastero che reggeva.Quali erano gli strumenti a loro disposizione per condurre verso l’emenda chi avesse dato segni e compiuto gesti classificabili come indisciplina? Sicuramente ammonire, esortare o addirittura minacciare erano le prime strade da percorrere. Tuttavia, per quanto fossero autorevoli tali moniti, rischiavano di rimanere ignorati in mancanza di strumenti che li rendessero efficaci. La liceità e le modalità di esercizio dell’uso della violenza fisica quale strumento di correzione e punizione – comunemente accettato a tutti i livelli della società, dato che peraltro era raccomandato anche dalle Scritture –, non emergevano tuttavia in modo perspicuo dalla lettura dei capitoli grazianei. Infatti, a fronte del riconoscimento operato da alcuni di essi, altri sembravano guardarvi con titubanza e porvi limiti, se non addirittura divieti, poiché non era conveniente che uomini di Chiesa adoperassero tali mezzi o di tali mezzi fossero i destinatari. Un capitolo, in particolare, costituiva un serio ostacolo all’impiego della forza a fini disciplinari. Si trattava di un testo più tardo (almeno nella sua formulazione definitiva), cioè il celebre can. 15 (Si quis suadente) del II Concilio lateranense del 1139, che introducendo l’intangibilità fisica delle persone consacrate – pena la scomunica – ammantava la figura del chierico di un’aura di sacralità che pareva rendere assai difficile per il superiore avvalersi dei tradizionali strumenti 'educativi'. Tuttavia, numerose decretali successive (di Alessandro III, Celestino III, Innocenzo III e Gregorio IX) implementarono la materia, prevedendo una serie di eccezioni al cd. privilegium canonis. Si sollevavano così dal rischio di incorrere nella scomunica coloro che esercitavano verso i loro sottoposti una legittima potestà, che si poteva articolare pertanto anche nell’impiego della coercizione fisica. La scienza giuridica canonistica, da parte sua, svolgeva il fondamentale compito di coordinare tra loro le diverse fonti, soprattutto interpretando i testi del Decretum grazianeo alla luce dello ius novum di emanazione pontificia, cercando di definire con chiarezza i limiti, le modalità e la portata dei poteri di correzione dei soggetti che erano quindi pienamente legittimati a intervenire verso chierici e monaci per contenere la loro immoralità, distoglierli dalla propensione al peccato e contrastarne la disobbedienza e l’indisciplina. ","PeriodicalId":33872,"journal":{"name":"Italian Review of Legal History","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-12-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Uno strumento per la salvezza dell’anima: la correzione del clero ‘indisciplinato’ tra ius vetus e ius novum\",\"authors\":\"A. 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摘要

格拉齐亚诺的法令欢迎一些文本(主要是希波的奥古斯丁和格雷戈里的著作,即六世纪和七世纪的伟大和简洁的圣典),这些文本涉及等级制度的上级,特别是主教和住持对常规和世俗神职人员的纠正这一主题。事实上,在一个教区内,主教被要求亲自干预,以控制受其管辖的神职人员。在他主持的修道院里,住持也是如此。他们有什么工具可以用来导致修正案——那些做出手势和手势的人被归类为不守纪律?当然,告诫、规劝甚至威胁是第一条路。无论这些警告多么权威,在缺乏有效工具的情况下,它们都有被忽视的风险。然而,使用身体暴力作为矫正和惩罚手段的合法性和方式——社会各阶层普遍接受,因为这也是圣经所推荐的——并没有从阅读《恩典》章节中清楚地显现出来。事实上,面对他们中的一些人的承认,其他人似乎犹豫不决地看待他们,并限制甚至禁止他们,因为教会的人不方便使用这种手段或接受这种手段。其中一章尤其严重阻碍了为惩戒目的使用武力。它是后来的文本(至少在它的最终表述中),也就是著名的罐头。1139年第二次拉特兰会议的第15页(Siquis suatente)介绍了被祝圣者的身体无形性——将被逐出教会——为神职人员的形象蒙上了神圣的光环,这似乎使上级很难利用传统的“教育”工具。然而,几项连续的法令(亚历山大三世、塞莱斯廷三世、英诺森三世和格雷戈里九世)实施了这一事项,规定了所谓特权准则的一系列例外情况。因此,那些对臣民行使合法权力的人就免除了被逐出教会的风险,因此,这也可以通过使用身体胁迫来表达。就规范法学而言,它执行了协调各种来源之间的基本任务,特别是通过根据教皇颁布的新法令来解释《格拉齐亚诺法令》的文本,因此,受试者完全有权干预神职人员和僧侣,以遏制他们的不道德行为,使他们摆脱犯罪倾向,并抵制他们的不服从和不遵守纪律。
本文章由计算机程序翻译,如有差异,请以英文原文为准。
Uno strumento per la salvezza dell’anima: la correzione del clero ‘indisciplinato’ tra ius vetus e ius novum
Nel Decretum di Graziano trovarono accoglienza alcuni testi (per la maggior parte scritti di Agostino di Ippona e di Gregorio Magno e canoni conciliari del VI e del VII secolo) che trattavano il tema della correzione del clero regolare e secolare da parte del superiore gerarchico, in special modo del vescovo e dell’abate. All’interno di una diocesi, infatti, il vescovo era chiamato in prima persona a intervenire per controllare i chierici sottoposti alla sua autorità. Lo stesso valeva per l’abate nel monastero che reggeva.Quali erano gli strumenti a loro disposizione per condurre verso l’emenda chi avesse dato segni e compiuto gesti classificabili come indisciplina? Sicuramente ammonire, esortare o addirittura minacciare erano le prime strade da percorrere. Tuttavia, per quanto fossero autorevoli tali moniti, rischiavano di rimanere ignorati in mancanza di strumenti che li rendessero efficaci. La liceità e le modalità di esercizio dell’uso della violenza fisica quale strumento di correzione e punizione – comunemente accettato a tutti i livelli della società, dato che peraltro era raccomandato anche dalle Scritture –, non emergevano tuttavia in modo perspicuo dalla lettura dei capitoli grazianei. Infatti, a fronte del riconoscimento operato da alcuni di essi, altri sembravano guardarvi con titubanza e porvi limiti, se non addirittura divieti, poiché non era conveniente che uomini di Chiesa adoperassero tali mezzi o di tali mezzi fossero i destinatari. Un capitolo, in particolare, costituiva un serio ostacolo all’impiego della forza a fini disciplinari. Si trattava di un testo più tardo (almeno nella sua formulazione definitiva), cioè il celebre can. 15 (Si quis suadente) del II Concilio lateranense del 1139, che introducendo l’intangibilità fisica delle persone consacrate – pena la scomunica – ammantava la figura del chierico di un’aura di sacralità che pareva rendere assai difficile per il superiore avvalersi dei tradizionali strumenti 'educativi'. Tuttavia, numerose decretali successive (di Alessandro III, Celestino III, Innocenzo III e Gregorio IX) implementarono la materia, prevedendo una serie di eccezioni al cd. privilegium canonis. Si sollevavano così dal rischio di incorrere nella scomunica coloro che esercitavano verso i loro sottoposti una legittima potestà, che si poteva articolare pertanto anche nell’impiego della coercizione fisica. La scienza giuridica canonistica, da parte sua, svolgeva il fondamentale compito di coordinare tra loro le diverse fonti, soprattutto interpretando i testi del Decretum grazianeo alla luce dello ius novum di emanazione pontificia, cercando di definire con chiarezza i limiti, le modalità e la portata dei poteri di correzione dei soggetti che erano quindi pienamente legittimati a intervenire verso chierici e monaci per contenere la loro immoralità, distoglierli dalla propensione al peccato e contrastarne la disobbedienza e l’indisciplina. 
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