L. Mulon (Toxicologue Eurotox, Docteur en pharmacie) , R. Anton (Professeur émérite de l’Université de Strasbourg et honoraire de la Faculté de pharmacie, membre des Académies nationales de pharmacie et de médecine)
{"title":"用于皮肤科的精油","authors":"L. Mulon (Toxicologue Eurotox, Docteur en pharmacie) , R. Anton (Professeur émérite de l’Université de Strasbourg et honoraire de la Faculté de pharmacie, membre des Académies nationales de pharmacie et de médecine)","doi":"10.1016/S1776-0313(25)50139-9","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><div>Gli oli essenziali (OE) rispondono a delle definizioni precise. Questi prodotti complessi sono costituiti da sostanze lipofile come i derivati terpenici e del fenilpropano, presenti durante i processi di estrazione. Numerosi fattori di variabilità possono indurre modifiche organolettiche ma anche fisicochimiche e dunque biologiche e/o fisiologiche oppure tossicologiche. La qualità dell’OE è quindi fondamentale e i processi scientifici e analitici stanno attualmente beneficiando di efficienti progressi. A oggi non esistono delle normative specifiche per gli OE. Sono stati quindi connessi automaticamente alla regolamentazione sulle sostanze chimiche e, in questo contesto, i test utilizzati non sono adeguati alla loro specificità. La Commissione Europea ha richiesto un aggiornamento della normativa nell’ambito del suo “Green Deal”, portando a un inasprimento della classificazione dei pericoli per queste sostanze; i produttori si sono mobilitati per far evolvere questo quadro normativo applicato agli OE. In ogni caso, un OE o il prodotto che lo contiene devono soddisfare la definizione del regolamento (CE) n<sup>o</sup> 1223/2009, per avere uno statuto cosmetico, nei riguardi degli organi di controllo. Rischi di uso improprio e di tossicità possono essere osservati per i prodotti cosmetici contenenti degli OE. Se usati esternamente, i fenomeni allergici sono ben noti, per non parlare dei rischi associati alla somministrazione orale. Le specifiche dei “cosmetici biologici” offrono garanzie circa le modalità di coltivazione, lavorazione e formulazione, ma senza escludere una possibile tossicità dei costituenti. La denominazione “bio” permette tuttavia di limitare la presenza di sostanze indesiderate (pesticidi, insetticidi, ecc.). Se, inoltre, i professionisti, gli scienziati, le autorità pubbliche e i media potessero incoraggiarne un uso “ragionevole”, lo scopo di questo articolo sarebbe dunque quello di augurare un futuro luminoso per questi “OE bio” e per la sanità pubblica.</div></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"22 1","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2025-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Oli essenziali utilizzati in dermatologia\",\"authors\":\"L. 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Sono stati quindi connessi automaticamente alla regolamentazione sulle sostanze chimiche e, in questo contesto, i test utilizzati non sono adeguati alla loro specificità. La Commissione Europea ha richiesto un aggiornamento della normativa nell’ambito del suo “Green Deal”, portando a un inasprimento della classificazione dei pericoli per queste sostanze; i produttori si sono mobilitati per far evolvere questo quadro normativo applicato agli OE. In ogni caso, un OE o il prodotto che lo contiene devono soddisfare la definizione del regolamento (CE) n<sup>o</sup> 1223/2009, per avere uno statuto cosmetico, nei riguardi degli organi di controllo. Rischi di uso improprio e di tossicità possono essere osservati per i prodotti cosmetici contenenti degli OE. Se usati esternamente, i fenomeni allergici sono ben noti, per non parlare dei rischi associati alla somministrazione orale. 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Gli oli essenziali (OE) rispondono a delle definizioni precise. Questi prodotti complessi sono costituiti da sostanze lipofile come i derivati terpenici e del fenilpropano, presenti durante i processi di estrazione. Numerosi fattori di variabilità possono indurre modifiche organolettiche ma anche fisicochimiche e dunque biologiche e/o fisiologiche oppure tossicologiche. La qualità dell’OE è quindi fondamentale e i processi scientifici e analitici stanno attualmente beneficiando di efficienti progressi. A oggi non esistono delle normative specifiche per gli OE. Sono stati quindi connessi automaticamente alla regolamentazione sulle sostanze chimiche e, in questo contesto, i test utilizzati non sono adeguati alla loro specificità. La Commissione Europea ha richiesto un aggiornamento della normativa nell’ambito del suo “Green Deal”, portando a un inasprimento della classificazione dei pericoli per queste sostanze; i produttori si sono mobilitati per far evolvere questo quadro normativo applicato agli OE. In ogni caso, un OE o il prodotto che lo contiene devono soddisfare la definizione del regolamento (CE) no 1223/2009, per avere uno statuto cosmetico, nei riguardi degli organi di controllo. Rischi di uso improprio e di tossicità possono essere osservati per i prodotti cosmetici contenenti degli OE. Se usati esternamente, i fenomeni allergici sono ben noti, per non parlare dei rischi associati alla somministrazione orale. Le specifiche dei “cosmetici biologici” offrono garanzie circa le modalità di coltivazione, lavorazione e formulazione, ma senza escludere una possibile tossicità dei costituenti. La denominazione “bio” permette tuttavia di limitare la presenza di sostanze indesiderate (pesticidi, insetticidi, ecc.). Se, inoltre, i professionisti, gli scienziati, le autorità pubbliche e i media potessero incoraggiarne un uso “ragionevole”, lo scopo di questo articolo sarebbe dunque quello di augurare un futuro luminoso per questi “OE bio” e per la sanità pubblica.