{"title":"胆囊切除术并发症","authors":"L. Barbier , C. Hobeika","doi":"10.1016/S1283-0798(23)48536-1","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La colecistectomia è l’intervento più frequente in chirurgia digestiva, con circa 120 000 interventi all’anno in Francia; è nella grande maggioranza dei casi realizzata per via laparoscopica. Le complicanze postcolecistectomia sono dominate dalle lesioni iatrogene della via biliare (0,4-1%). Saper identificare le situazioni a rischio, chiamare in aiuto un collega in caso di dubbio e ricorrere alla conversione in laparotomia e/o alla colecistectomia parziale subtotale in caso di difficoltà (in particolare assenza di visualizzazione della <em>critical view of safety</em>) sono misure preventive efficaci. In caso di sospetto di lesione biliare e se non si dispone di un collega epatobiliare, è necessario innanzitutto assicurare un drenaggio efficace e trasferire rapidamente il paziente. È necessaria una comunicazione di buona qualità, comprensibile e, se possibile, in presenza di terzi con il paziente, nonché con l’equipe che lo gestirà. Il bilancio iniziale si basa su una diagnostica per immagini in sezioni (TC con contrasto, bili-RM). Il trattamento delle lesioni biliari deve essere discusso tra chirurghi, radiologi ed endoscopisti. L’endoscopia e la radiologia interventistica hanno il loro posto nella gestione delle lesioni delle vie biliari, specialmente nei casi di ferite minori o anche di stenosi della via biliare principale. L’assenza di sepsi è un prerequisito necessario per una riparazione precoce. Sul piano chirurgico, il trattamento deve essere realizzato se possibile da un chirurgo epatobiliare e l’anastomosi epatodigiunale rimane il gold standard per le stenosi e le ferite complesse.</p></div>","PeriodicalId":100456,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale","volume":"29 4","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-11-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Complicanze della colecistectomia\",\"authors\":\"L. Barbier , C. Hobeika\",\"doi\":\"10.1016/S1283-0798(23)48536-1\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"<div><p>La colecistectomia è l’intervento più frequente in chirurgia digestiva, con circa 120 000 interventi all’anno in Francia; è nella grande maggioranza dei casi realizzata per via laparoscopica. Le complicanze postcolecistectomia sono dominate dalle lesioni iatrogene della via biliare (0,4-1%). 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La colecistectomia è l’intervento più frequente in chirurgia digestiva, con circa 120 000 interventi all’anno in Francia; è nella grande maggioranza dei casi realizzata per via laparoscopica. Le complicanze postcolecistectomia sono dominate dalle lesioni iatrogene della via biliare (0,4-1%). Saper identificare le situazioni a rischio, chiamare in aiuto un collega in caso di dubbio e ricorrere alla conversione in laparotomia e/o alla colecistectomia parziale subtotale in caso di difficoltà (in particolare assenza di visualizzazione della critical view of safety) sono misure preventive efficaci. In caso di sospetto di lesione biliare e se non si dispone di un collega epatobiliare, è necessario innanzitutto assicurare un drenaggio efficace e trasferire rapidamente il paziente. È necessaria una comunicazione di buona qualità, comprensibile e, se possibile, in presenza di terzi con il paziente, nonché con l’equipe che lo gestirà. Il bilancio iniziale si basa su una diagnostica per immagini in sezioni (TC con contrasto, bili-RM). Il trattamento delle lesioni biliari deve essere discusso tra chirurghi, radiologi ed endoscopisti. L’endoscopia e la radiologia interventistica hanno il loro posto nella gestione delle lesioni delle vie biliari, specialmente nei casi di ferite minori o anche di stenosi della via biliare principale. L’assenza di sepsi è un prerequisito necessario per una riparazione precoce. Sul piano chirurgico, il trattamento deve essere realizzato se possibile da un chirurgo epatobiliare e l’anastomosi epatodigiunale rimane il gold standard per le stenosi e le ferite complesse.