T. Martinez MD, M. Boye MD, N. Py MD, A. Swiech MD, M. Boutonnet MD, P. Pasquier MD, PhD
{"title":"爆炸,爆炸伤害","authors":"T. Martinez MD, M. Boye MD, N. Py MD, A. Swiech MD, M. Boutonnet MD, P. Pasquier MD, PhD","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44009-5","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Il termine “blast” è usato per indicare le lesioni anatomiche e la sindrome clinica causate dall’esposizione del corpo agli effetti di un’onda d’urto risultante da un’esplosione. Un’esplosione è una reazione chimica esotermica che trasforma, in brevissimo tempo, un corpo liquido o solido in gas, con, schematicamente, tre componenti: l’onda d’urto, il soffio e il calore. A seconda del mezzo ambientale in cui si propaga l’onda d’urto, si distinguono blast in ambiente aereo, liquido o solido. Le esplosioni possono essere il risultato di incidenti domestici o industriali, ma sono ormai, il più delle volte, il risultato di atti di terrorismo o di guerra, con lesioni da blast all’origine di gravi lesioni fisiche e psicologiche. Le lesioni causate dall’esplosione sono divise in quattro categorie di lesioni legate a un’onda d’urto: primarie, secondarie, terziarie e quaternarie o, anche, quinquenarie. Una vittima di esplosione in prossimità della sorgente esplosiva è rimasta ustionata, in stato di shock emorragico per amputazioni degli arti, ipossica per blast polmonare o pneumotorace, vittima di lesioni perforanti multiple e di lesioni da proiezione. A distanza, i feriti possono avere solo lesioni timpaniche e da proiettili. Il pericolo di queste ultime non dipende tanto dalle dimensioni dei proiettili (pneumotorace iperteso, lesione vascolare o ferita craniocerebrale, per esempio), e vittime decedute possono, quindi, essere scoperte molto lontano dall’esplosione: la gravità della lesione ha la precedenza sul suo meccanismo. Nel caso di vittime multiple, la filiera di assistenza è spesso satura e disorganizzata nella fase iniziale a causa del massiccio afflusso di feriti, con molte vittime poco gravi: è indispensabile un adeguato triage preospedaliero.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"25 3","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2020-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Blast, lesioni da esplosione\",\"authors\":\"T. Martinez MD, M. Boye MD, N. Py MD, A. Swiech MD, M. Boutonnet MD, P. Pasquier MD, PhD\",\"doi\":\"10.1016/S1283-0771(20)44009-5\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"<div><p>Il termine “blast” è usato per indicare le lesioni anatomiche e la sindrome clinica causate dall’esposizione del corpo agli effetti di un’onda d’urto risultante da un’esplosione. 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Il termine “blast” è usato per indicare le lesioni anatomiche e la sindrome clinica causate dall’esposizione del corpo agli effetti di un’onda d’urto risultante da un’esplosione. Un’esplosione è una reazione chimica esotermica che trasforma, in brevissimo tempo, un corpo liquido o solido in gas, con, schematicamente, tre componenti: l’onda d’urto, il soffio e il calore. A seconda del mezzo ambientale in cui si propaga l’onda d’urto, si distinguono blast in ambiente aereo, liquido o solido. Le esplosioni possono essere il risultato di incidenti domestici o industriali, ma sono ormai, il più delle volte, il risultato di atti di terrorismo o di guerra, con lesioni da blast all’origine di gravi lesioni fisiche e psicologiche. Le lesioni causate dall’esplosione sono divise in quattro categorie di lesioni legate a un’onda d’urto: primarie, secondarie, terziarie e quaternarie o, anche, quinquenarie. Una vittima di esplosione in prossimità della sorgente esplosiva è rimasta ustionata, in stato di shock emorragico per amputazioni degli arti, ipossica per blast polmonare o pneumotorace, vittima di lesioni perforanti multiple e di lesioni da proiezione. A distanza, i feriti possono avere solo lesioni timpaniche e da proiettili. Il pericolo di queste ultime non dipende tanto dalle dimensioni dei proiettili (pneumotorace iperteso, lesione vascolare o ferita craniocerebrale, per esempio), e vittime decedute possono, quindi, essere scoperte molto lontano dall’esplosione: la gravità della lesione ha la precedenza sul suo meccanismo. Nel caso di vittime multiple, la filiera di assistenza è spesso satura e disorganizzata nella fase iniziale a causa del massiccio afflusso di feriti, con molte vittime poco gravi: è indispensabile un adeguato triage preospedaliero.