E. Pollini, Anna Maria Parini, Antonio Villa, Francesco Fanari
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Si sono confrontate le risposte in base alla professione (medici, infermieri), all’UO di appartenenza (118, PS, RIA, UTIC) e all’anzianità professionale (≤ 5 anni, 6-14 anni, ≥ 15 anni).\nRISULTATI: Il campione analizzato è costituito da 200 schede (79% infermieri, 21% medici; 52.5% operatori di PS, 27% di RIA, 15.5% di UTIC e 5% di 118; 18,5% sanitari con ≤ 5 anni di esperienza, 31,5% 6-14 anni e 50% ≥ 15 anni). Prevale l’opinione che non sia possibile far assistere i parenti a manovre rianimatorie. I medici sono meno contrari degli infermieri, mentre si evidenziano differenze tra gli operatori di RIA e quelli di UTIC. Gli operatori con meno esperienza considerano maggiormente i famigliari di intralcio e temono ripercussioni legali.\nCONCLUSIONI: Nasce l’esigenza di delineare protocolli per supportare i professionisti sanitari su come comportarsi con la richiesta dei parenti di poter assistere a manovre rianimatorie sui propri cari.\n ","PeriodicalId":206013,"journal":{"name":"Dissertation Nursing","volume":"106 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-07-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"L'esperienza vissuta dagli operatori sanitari rispetto alla presenza dei familiari durante le manovre rianimatorie: uno studio osservazionale\",\"authors\":\"E. 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L'esperienza vissuta dagli operatori sanitari rispetto alla presenza dei familiari durante le manovre rianimatorie: uno studio osservazionale
BACKGROUND: La possibilità per i familiari di assistere durante la rianimazione cardiopolmonare (RCP) suscita controversie tra i professionisti sanitari. Nonostante esistano evidenze a supporto, tale presenza nei dipartimenti di emergenza-urgenza è poco praticata.
OBIETTIVI: Misurare la percezione di medici e infermieri rispetto alla presenza dei familiari nelle UO di Pronto Soccorso (PS), Rianimazione (RIA), Unità coronarica (UTIC) e 118 di una ASST milanese.
METODI: È stato somministrato un questionario agli operatori sanitari con quesiti relativi alla possibilità di far assistere i parenti, agli effetti di tale decisione e all’opinione degli operatori rispetto a questi temi. Si sono confrontate le risposte in base alla professione (medici, infermieri), all’UO di appartenenza (118, PS, RIA, UTIC) e all’anzianità professionale (≤ 5 anni, 6-14 anni, ≥ 15 anni).
RISULTATI: Il campione analizzato è costituito da 200 schede (79% infermieri, 21% medici; 52.5% operatori di PS, 27% di RIA, 15.5% di UTIC e 5% di 118; 18,5% sanitari con ≤ 5 anni di esperienza, 31,5% 6-14 anni e 50% ≥ 15 anni). Prevale l’opinione che non sia possibile far assistere i parenti a manovre rianimatorie. I medici sono meno contrari degli infermieri, mentre si evidenziano differenze tra gli operatori di RIA e quelli di UTIC. Gli operatori con meno esperienza considerano maggiormente i famigliari di intralcio e temono ripercussioni legali.
CONCLUSIONI: Nasce l’esigenza di delineare protocolli per supportare i professionisti sanitari su come comportarsi con la richiesta dei parenti di poter assistere a manovre rianimatorie sui propri cari.