J.-C. Talmant (Ancien assistant-chef de clinique des Hôpitaux de Nantes, ancien attaché consultant de chirurgie plastique du CHU, chirurgie plastique reconstructrice et esthétique, coordinateur des centres de compétence des Pays de Loire pour le traitement des fentes labiopalatines), J.-C. Talmant (Ancien assistant-chef de clinique des Hôpitaux de Strasbourg, chirurgie plastique reconstructrice et esthétique), J.-P. Lumineau (Ancien attaché de chirurgie maxillofaciale du CHU, stomatologie et chirurgie maxillofaciale)
{"title":"阴唇-肺泡-腭骨的二次外科治疗","authors":"J.-C. Talmant (Ancien assistant-chef de clinique des Hôpitaux de Nantes, ancien attaché consultant de chirurgie plastique du CHU, chirurgie plastique reconstructrice et esthétique, coordinateur des centres de compétence des Pays de Loire pour le traitement des fentes labiopalatines), J.-C. Talmant (Ancien assistant-chef de clinique des Hôpitaux de Strasbourg, chirurgie plastique reconstructrice et esthétique), J.-P. Lumineau (Ancien attaché de chirurgie maxillofaciale du CHU, stomatologie et chirurgie maxillofaciale)","doi":"10.1016/S1769-6704(12)62055-5","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La prima causa delle sequele è la chirurgia. La loro prevenzione, come il loro trattamento, si basa su una buona conoscenza della chirurgia primaria e su una visione globale del paziente che dilata le frontiere delle specialità. Sono interessate tutte le funzioni orofacciali, compreso l’aspetto, che è una funzione sociale di prim’ordine. Le loro influenze reciproche sono talmente intricate che una disfunzione ne provoca un’altra e che esse si uniscono per condurre a dei dismorfismi spesso gravi. Nelle loro ripercussioni sulla crescita facciale, si evidenzia una gerarchia delle funzioni, che conferisce un ruolo preponderante alla ventilazione nasale, seguita da vicino dalla masticazione. Il chirurgo deve saper individuare molto precocemente i difetti di ventilazione e i disturbi dell’occlusione che aggraveranno progressivamente le deformità delle basi ossee. Egli deve saper ricorrere all’ortodonzia e all’ortopedia per prevenire e trattare le sequele con maggiore efficacia. Ecco perché un paragrafo dedicato all’ortopedia e all’ortodonzia figura nel trattamento chirurgico secondario delle schisi labio-maxillo-palatine accanto alla chirurgia ortognatica. Le sequele labionarinarie e settali sono spesso corrette meglio con una ripresa globale associata a una chiusura contemporanea delle fistole alveolari e palatine anteriori con innesto osseo. Il bilancio clinico molto completo di queste sequele funzionali ed estetiche e la comprensione della loro origine porta a un piano di trattamento razionale e sicuro. Molto ispirato dalle tecniche della chirurgia primaria, il trattamento delle sequele labionasali ricorre al riposizionamento delle strutture presenti sui due margini della schisi e, salvo casi eccezionali, non richiede innesti di cartilagine né un accesso nasale esterno. Per contro, il controllo dei fenomeni cicatriziali con una conformazione nasale prolungata trasforma radicalmente i risultati di questa chirurgia. Anche nel campo del linguaggio, la migliore chirurgia primaria riduce in proporzioni notevoli il ricorso alla chirurgia secondaria. Questa evolve parallelamente alla comparsa delle nuove tecniche, con una forte esigenza funzionale che cerca di conservare la ventilazione nasale pur correggendo la perdita nasale. La faringoplastica, metodo piuttosto radicale, non è più la sola risposta, anche se conserva delle indicazioni. La revisione del velo mediante veloplastica intravelare, la lipostruttura della faringe e le sfinteroplastiche sono delle opzioni più rispettose dell’insieme delle funzioni. Gli ultimi affinamenti estetici sono sempre utili, ma molti tra questi pazienti beneficiano fin dalla più giovane età dei progressi di una chirurgia primaria che eviterà loro queste preoccupazioni.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? 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Trattamento chirurgico secondario delle schisi labio-alveolo-palatine
La prima causa delle sequele è la chirurgia. La loro prevenzione, come il loro trattamento, si basa su una buona conoscenza della chirurgia primaria e su una visione globale del paziente che dilata le frontiere delle specialità. Sono interessate tutte le funzioni orofacciali, compreso l’aspetto, che è una funzione sociale di prim’ordine. Le loro influenze reciproche sono talmente intricate che una disfunzione ne provoca un’altra e che esse si uniscono per condurre a dei dismorfismi spesso gravi. Nelle loro ripercussioni sulla crescita facciale, si evidenzia una gerarchia delle funzioni, che conferisce un ruolo preponderante alla ventilazione nasale, seguita da vicino dalla masticazione. Il chirurgo deve saper individuare molto precocemente i difetti di ventilazione e i disturbi dell’occlusione che aggraveranno progressivamente le deformità delle basi ossee. Egli deve saper ricorrere all’ortodonzia e all’ortopedia per prevenire e trattare le sequele con maggiore efficacia. Ecco perché un paragrafo dedicato all’ortopedia e all’ortodonzia figura nel trattamento chirurgico secondario delle schisi labio-maxillo-palatine accanto alla chirurgia ortognatica. Le sequele labionarinarie e settali sono spesso corrette meglio con una ripresa globale associata a una chiusura contemporanea delle fistole alveolari e palatine anteriori con innesto osseo. Il bilancio clinico molto completo di queste sequele funzionali ed estetiche e la comprensione della loro origine porta a un piano di trattamento razionale e sicuro. Molto ispirato dalle tecniche della chirurgia primaria, il trattamento delle sequele labionasali ricorre al riposizionamento delle strutture presenti sui due margini della schisi e, salvo casi eccezionali, non richiede innesti di cartilagine né un accesso nasale esterno. Per contro, il controllo dei fenomeni cicatriziali con una conformazione nasale prolungata trasforma radicalmente i risultati di questa chirurgia. Anche nel campo del linguaggio, la migliore chirurgia primaria riduce in proporzioni notevoli il ricorso alla chirurgia secondaria. Questa evolve parallelamente alla comparsa delle nuove tecniche, con una forte esigenza funzionale che cerca di conservare la ventilazione nasale pur correggendo la perdita nasale. La faringoplastica, metodo piuttosto radicale, non è più la sola risposta, anche se conserva delle indicazioni. La revisione del velo mediante veloplastica intravelare, la lipostruttura della faringe e le sfinteroplastiche sono delle opzioni più rispettose dell’insieme delle funzioni. Gli ultimi affinamenti estetici sono sempre utili, ma molti tra questi pazienti beneficiano fin dalla più giovane età dei progressi di una chirurgia primaria che eviterà loro queste preoccupazioni.