M. Cazaux, P. Rabinel, L. Solovei, C. Renaud, J. Berjaud, M. Dahan, L. Brouchet
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Abstract
Lo pneumotorace spontaneo, definito dalla presenza di aria tra i due foglietti pleurici, può essere primario se insorge su un polmone sano, secondario a una patologia polmonare sottostante o catameniale nelle donne con endometriosi toracica. La sua prognosi è essenzialmente legata alla sua capacità di recidivare e al terreno del paziente, talvolta precario quando è secondario. Si tratta di una patologia frequente la cui gestione multidisciplinare è, oggi, ben codificata. Il trattamento chirurgico è indicato per gli pneumotoraci spontanei primari fin dalla prima recidiva, in caso di pneumotorace bilaterale e in un primo episodio con gorgogliamento prolungato (oltre cinque giorni) o per imperativi socioprofessionali. L’intervento consiste nell’esplorazione della cavità toracica e, se necessario, nella resezione delle bolle parenchimali e nella realizzazione di una sinfisi pleurica o pleurodesi. Si realizza in prima intenzione una chirurgia videoassistita per lo pneumotorace spontaneo primario, via d’accesso meno invasiva della toracotomia, con un tasso di recidiva più alto ma accettabile (4%). Tuttavia, non esiste un consenso riguardo alla tecnica di pleurodesi, che varia a seconda delle equipe: può essere meccanica (pleurectomia apicale o abrasione) o chimica (talcaggio o nitrato d’argento). Per quanto riguarda lo pneumotorace secondario, l’indicazione chirurgica, la via d’accesso e la tecnica di pleurodesi sono decise caso per caso a seconda dello stato respiratorio del paziente. Il tasso di mortalità postoperatoria è basso (inferiore all’1%) e le complicanze più frequenti sono il gorgogliamento prolungato con o senza difetto di accollamento, l’emotorace, il versamento pleurico sieroso residuo e la recidiva. Lo svezzamento dal tabacco è importante perché si tratta dell’unico fattore di rischio di recidiva modificabile.