E. Truy , R. Hermann , A. Coudert , V. Pitiot , S. Ayari-Khalfalla
{"title":"Colesteatoma dell’orecchio medio: tecniche chirurgiche","authors":"E. Truy , R. Hermann , A. Coudert , V. Pitiot , S. Ayari-Khalfalla","doi":"10.1016/S1292-3036(20)44082-9","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>L’otite cronica colesteatomatosa rappresenta un pericolo per il paziente a causa delle complicanze infettive, anatomiche e funzionali. Solo il trattamento chirurgico è efficace. Questo deve essere pianificato aiutandosi con una radiologia preoperatoria di qualità mediante tomografia computerizzata, la quale rende possibile valutare l’estensione del tumore, con l’analisi dei criteri anatomici, funzionali e relativi al paziente e con la scoperta di possibili complicanze. Gli obiettivi sono l’eradicazione della lesione, attuare una limitazione del rischio di colesteatoma residuo e di colesteatoma ricorrente, ottenere il miglior risultato funzionale per l’udito e consentire al paziente di avere una migliore qualità della vita. Le tecniche chirurgiche si sono evolute. Esse sono schematicamente divise in tecniche cosiddette chiuse, che sono conservative della struttura ossea del condotto uditivo esterno (CUE) (<em>canal wall-up procedures</em> degli anglosassoni), e in tecniche cosiddette aperte, che la sacrificano (<em>canal wall-down procedures</em> degli anglosassoni). Le tecniche di riempimento sono state descritte da molto tempo; possono riguardare l’attico, le cavità posteriori o entrambi ed essere eseguite durante una tecnica chiusa con o senza rimozione del CUE o durante una tecnica aperta. L’uso del microscopio operatorio è classico; si sta sviluppando quello delle ottiche, che consente il controllo delle zone scure, e, talvolta, degli accessi minimamente invasivi. Infine, alcuni colesteatomi estesi o intrapetrosi richiedono tecniche operatorie specifiche, che non sono discusse qui.</p></div>","PeriodicalId":100453,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale","volume":"24 1","pages":"Pages 1-17"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2020-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1292-3036(20)44082-9","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1292303620440829","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
Abstract
L’otite cronica colesteatomatosa rappresenta un pericolo per il paziente a causa delle complicanze infettive, anatomiche e funzionali. Solo il trattamento chirurgico è efficace. Questo deve essere pianificato aiutandosi con una radiologia preoperatoria di qualità mediante tomografia computerizzata, la quale rende possibile valutare l’estensione del tumore, con l’analisi dei criteri anatomici, funzionali e relativi al paziente e con la scoperta di possibili complicanze. Gli obiettivi sono l’eradicazione della lesione, attuare una limitazione del rischio di colesteatoma residuo e di colesteatoma ricorrente, ottenere il miglior risultato funzionale per l’udito e consentire al paziente di avere una migliore qualità della vita. Le tecniche chirurgiche si sono evolute. Esse sono schematicamente divise in tecniche cosiddette chiuse, che sono conservative della struttura ossea del condotto uditivo esterno (CUE) (canal wall-up procedures degli anglosassoni), e in tecniche cosiddette aperte, che la sacrificano (canal wall-down procedures degli anglosassoni). Le tecniche di riempimento sono state descritte da molto tempo; possono riguardare l’attico, le cavità posteriori o entrambi ed essere eseguite durante una tecnica chiusa con o senza rimozione del CUE o durante una tecnica aperta. L’uso del microscopio operatorio è classico; si sta sviluppando quello delle ottiche, che consente il controllo delle zone scure, e, talvolta, degli accessi minimamente invasivi. Infine, alcuni colesteatomi estesi o intrapetrosi richiedono tecniche operatorie specifiche, che non sono discusse qui.