A.-F. Dalmas (Praticien hospitalier) , N. Roux-Buisson (Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier) , F. Julien-Marsollier (Praticien hospitalier) , C. Bosson (Assistant hospitalo-universitaire) , B. Bruneau (Praticien hospitalier) , J.-F. Payen (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , J. Faure (Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier)
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Abstract
L’ipertermia maligna (IM) dell’anestesia è una patologia farmacogenetica che si manifesta in modo incostante con uno stato di ipermetabolismo del muscolo scheletrico in seguito all’esposizione a un agente anestetico volatile scatenante. I numerosi progressi nella fisiopatologia dell’IM hanno permesso di evidenziare il gene RYR1 principalmente implicato e l’implementazione di procedure di screening mediante test genetici o biologici. Tuttavia, forme di crisi di IM fruste o interrotte con il miglioramento del monitoraggio anestesiologico o ancora dei decessi perioperatori inspiegabili possono portare a sottovalutare l’incidenza delle manifestazioni di IM durante un’anestesia. Benché siano stati compiuti notevoli progressi negli strumenti di genetica molecolare nell’esplorazione dettagliata dei genomi degli individui, essi si accompagnano talvolta a maggiori difficoltà nella diagnosi poiché mancano ancora le correlazioni genotipo-fenotipo che consentirebbero una diagnosi di certezza. Oggi, un’organizzazione nazionale ed europea relativa all’IM ha permesso l’implementazione di raccomandazioni in tutti i settori della patologia: procedura terapeutica urgente e uso del dantrolene in caso di crisi di IM, screening e valutazione del rischio di IM in un soggetto in visita anestesiologica, rischio di IM nei parenti, precauzioni anestetiche in pazienti con un’IM o considerati a rischio e procedura per diagnosticare la suscettibilità all’IM in un paziente in corso di valutazione o nei suoi parenti.