I. Kriegel , C. Dupont , P.Y. Marcy , S. Ayadi , O. Albert (Infirmière coordinatrice cathéter) , D. Vanjak , L. Grasser
{"title":"Accessi venosi percutanei nell’adulto","authors":"I. Kriegel , C. Dupont , P.Y. Marcy , S. Ayadi , O. Albert (Infirmière coordinatrice cathéter) , D. Vanjak , L. Grasser","doi":"10.1016/S1283-0771(19)42015-X","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>I dispositivi endovenosi sono divenuti strumenti essenziali nella gestione dei pazienti e hanno notevolmente migliorato la loro qualità di vita. L’offerta di diversi tipi di dispositivi adatti a impieghi a breve, a medio o a lungo termine è aumentata negli ultimi anni. La scelta del tipo di dispositivo, che risponde a una serie di raccomandazioni, deve essere concordata tra l’equipe curante e il paziente e non deve obbedire unicamente a vincoli organizzativi. La qualità delle cure, sia per il posizionamento che per la manutenzione, è garanzia della sicurezza del paziente e del suo futuro vascolare, nonché della longevità dei dispositivi e della prevenzione del rischio di complicanze. Le strategie preventive delle complicanze, spesso comuni ai diversi tipi di dispositivi, si basano su consensi di gestione basati sull’evidenza e su una politica di formazione di caregiver e pazienti. L’antisepsi cutanea si è recentemente evoluta. Le tecniche ecografiche per il posizionamento percutaneo devono essere generalizzate e continuano a beneficiare di progressi costanti. La posizione dell’estremità distale del catetere alla giunzione tra atrio destro e vena cava superiore rimane la pietra angolare della prevenzione della trombosi. I trattamenti conservativi, così come l’uso di bloccaggi preventivi o curativi, sono oggetto di crescente interesse per evitare ablazioni inutili, traumatizzanti e costose. Le complicanze meccaniche e ostruttive, come gli stravasi, sono studiate e padroneggiate sempre meglio. La ricerca è attiva e richiede molteplici competenze nel campo dell’infezione e del biofilm, nonché nel campo della trombosi, dei materiali e delle superfici, coinvolgendo ricercatori, chimici, industriali e operatori sanitari. La cooperazione interprofessionale è in piena espansione, il che giustifica una riflessione sull’esistenza di unità ospedaliere dedicate al posizionamento e alla manutenzione dei dispositivi endovenosi.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2019-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S128307711942015X","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
I dispositivi endovenosi sono divenuti strumenti essenziali nella gestione dei pazienti e hanno notevolmente migliorato la loro qualità di vita. L’offerta di diversi tipi di dispositivi adatti a impieghi a breve, a medio o a lungo termine è aumentata negli ultimi anni. La scelta del tipo di dispositivo, che risponde a una serie di raccomandazioni, deve essere concordata tra l’equipe curante e il paziente e non deve obbedire unicamente a vincoli organizzativi. La qualità delle cure, sia per il posizionamento che per la manutenzione, è garanzia della sicurezza del paziente e del suo futuro vascolare, nonché della longevità dei dispositivi e della prevenzione del rischio di complicanze. Le strategie preventive delle complicanze, spesso comuni ai diversi tipi di dispositivi, si basano su consensi di gestione basati sull’evidenza e su una politica di formazione di caregiver e pazienti. L’antisepsi cutanea si è recentemente evoluta. Le tecniche ecografiche per il posizionamento percutaneo devono essere generalizzate e continuano a beneficiare di progressi costanti. La posizione dell’estremità distale del catetere alla giunzione tra atrio destro e vena cava superiore rimane la pietra angolare della prevenzione della trombosi. I trattamenti conservativi, così come l’uso di bloccaggi preventivi o curativi, sono oggetto di crescente interesse per evitare ablazioni inutili, traumatizzanti e costose. Le complicanze meccaniche e ostruttive, come gli stravasi, sono studiate e padroneggiate sempre meglio. La ricerca è attiva e richiede molteplici competenze nel campo dell’infezione e del biofilm, nonché nel campo della trombosi, dei materiali e delle superfici, coinvolgendo ricercatori, chimici, industriali e operatori sanitari. La cooperazione interprofessionale è in piena espansione, il che giustifica una riflessione sull’esistenza di unità ospedaliere dedicate al posizionamento e alla manutenzione dei dispositivi endovenosi.