N. Christou (Praticien hospitalier universitaire), M. Mathonnet (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"Chirurgia dei cancri della cistifellea","authors":"N. Christou (Praticien hospitalier universitaire), M. Mathonnet (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1283-0798(22)46909-9","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Il cancro della cistifellea, il più delle volte sotto forma di adenocarcinoma, è un tumore dell’apparato digerente la cui incidenza è in diminuzione negli ultimi due decenni ma che rimane il più frequente tra quelli delle vie biliari. Sono stati evidenziati diversi fattori di rischio come la litiasi, l’infiammazione cronica della mucosa dell’albero biliare e l’infezione cronica da <em>Helicobacter pylori</em>. La prognosi è sfavorevole con una sopravvivenza globale a 5 anni di circa il 5%. La colecistectomia laparoscopica, che è diventata una delle procedure chirurgiche più frequenti al mondo, ha permesso la scoperta fortuita dei cancri della cistifellea. In questo contesto, le caratteristiche patologiche di questi tumori si rivelano il più delle volte favorevoli (grado e stadio del tumore meno avanzati) rispetto a quelle diagnosticate sulla base di sintomi diversi. Questa scoperta intraoperatoria richiede precauzioni speciali. Se il tumore ha un aspetto limitato, deve essere eseguita una dissecazione linfonodale e questa deve accompagnare la resezione tumorale, sotto riserva delle condizioni generali del paziente. Tuttavia, a causa della sua latenza, nel 75% dei casi la diagnosi è tardiva e non è possibile eseguire alcuna escissione curativa. Solo l’insorgenza di un ittero per invasione della via biliare principale richiede un drenaggio biliare. Le procedure palliative sono attualmente dominate dalle tecniche endoscopiche e dalla radiologia interventistica.</p></div>","PeriodicalId":100456,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale","volume":"28 3","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283079822469099","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Il cancro della cistifellea, il più delle volte sotto forma di adenocarcinoma, è un tumore dell’apparato digerente la cui incidenza è in diminuzione negli ultimi due decenni ma che rimane il più frequente tra quelli delle vie biliari. Sono stati evidenziati diversi fattori di rischio come la litiasi, l’infiammazione cronica della mucosa dell’albero biliare e l’infezione cronica da Helicobacter pylori. La prognosi è sfavorevole con una sopravvivenza globale a 5 anni di circa il 5%. La colecistectomia laparoscopica, che è diventata una delle procedure chirurgiche più frequenti al mondo, ha permesso la scoperta fortuita dei cancri della cistifellea. In questo contesto, le caratteristiche patologiche di questi tumori si rivelano il più delle volte favorevoli (grado e stadio del tumore meno avanzati) rispetto a quelle diagnosticate sulla base di sintomi diversi. Questa scoperta intraoperatoria richiede precauzioni speciali. Se il tumore ha un aspetto limitato, deve essere eseguita una dissecazione linfonodale e questa deve accompagnare la resezione tumorale, sotto riserva delle condizioni generali del paziente. Tuttavia, a causa della sua latenza, nel 75% dei casi la diagnosi è tardiva e non è possibile eseguire alcuna escissione curativa. Solo l’insorgenza di un ittero per invasione della via biliare principale richiede un drenaggio biliare. Le procedure palliative sono attualmente dominate dalle tecniche endoscopiche e dalla radiologia interventistica.