J.-B. Chanson , F. Blanc , B. Jaulhac , J.-L. Dietemann , Y. Hansmann
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Abstract
La borreliosi di Lyme è dovuta, nella grande maggioranza dei casi, all’infezione da una delle tre specie Borrelia burgdorferi, Borrelia garinii e Borrelia afzelii, che sono trasmesse dai morsi di zecche del genere Ixodes. Altri agenti infettivi, a volte trasmessi anch’essi da queste zecche, causano danni neurologici solo eccezionalmente. La borreliosi di Lyme è, il più delle volte, limitata a un eritema migrante, ma, più raramente, può colpire le articolazioni, il sistema nervoso o il cuore. La neuroborreliosi interessa circa 450 pazienti ospedalizzati all’anno in Francia. Le presentazioni più frequenti sono la meningoradiculite e una lesione dei nervi faciali. Molto più raramente, la neuroborreliosi può manifestarsi come meningite, encefalite, mielite, vasculite o polineuropatia. La diagnosi si basa generalmente sull’associazione di una sintomatologia suggestiva, di un’ipercellulorachia e di una sintesi intratecale di anticorpi anti-Borrelia. La sierologia può essere falsamente negativa nelle neuroborreliosi precoci o restare positiva nel caso di antica infezione guarita. Il trattamento fa ora ricorso alla doxiciclina o al ceftriaxone per 14-21 giorni. Nonostante le polemiche mediatiche, a oggi non ci sono prove scientifiche della superiorità di altri metodi diagnostici né della persistenza di un’infezione clinicamente significativa dopo un trattamento appropriato. Sono comunque possibili sequele neurologiche.