R. Malet (Dermatologue, AIHP, ACCA) , S.G. Consoli (Dermatologue, psychanalyste)
{"title":"Aspetti psicologici e socioculturali della cute e dell’aspetto esteriore utili per la gestione dei pazienti con esigenze estetiche","authors":"R. Malet (Dermatologue, AIHP, ACCA) , S.G. Consoli (Dermatologue, psychanalyste)","doi":"10.1016/S1776-0313(21)46006-5","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La cute, organo visibile della vita relazionale, si trova all’interfaccia tra l’individuo e gli altri. Partecipa, fin dall’inizio della vita, attraverso scambi tattili, alla costruzione dell’immagine di sé. La cute occupa quindi un posto privilegiato nel sentirsi belli e nell’aspetto esteriore, la cui importanza nella nostra società contemporanea non è più da dimostrare. Così, le donne e, sempre più spesso, gli uomini incontrano un dermatologo per una richiesta estetica riguardante una malattia cutanea e/o generale, un inestetismo cutaneo e/o corporeo congenito o acquisito, reale o immaginario, oppure durante periodi cruciali della vita (adolescenza o invecchiamento). Questo approccio volto a migliorare la qualità di vita dei soggetti porta il dermatologo in un campo complesso della dermatologia, dove sono all’opera numerosi fenomeni socioculturali e psicologici e dove regna sovrana la fantasia di entrambi i partner nel rapporto medico-paziente. Ciò solleva anche la questione delle richieste che ogni dermatologo può accogliere e del modo in cui l’industria usa questa nozione.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"19 1","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1776031321460065","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La cute, organo visibile della vita relazionale, si trova all’interfaccia tra l’individuo e gli altri. Partecipa, fin dall’inizio della vita, attraverso scambi tattili, alla costruzione dell’immagine di sé. La cute occupa quindi un posto privilegiato nel sentirsi belli e nell’aspetto esteriore, la cui importanza nella nostra società contemporanea non è più da dimostrare. Così, le donne e, sempre più spesso, gli uomini incontrano un dermatologo per una richiesta estetica riguardante una malattia cutanea e/o generale, un inestetismo cutaneo e/o corporeo congenito o acquisito, reale o immaginario, oppure durante periodi cruciali della vita (adolescenza o invecchiamento). Questo approccio volto a migliorare la qualità di vita dei soggetti porta il dermatologo in un campo complesso della dermatologia, dove sono all’opera numerosi fenomeni socioculturali e psicologici e dove regna sovrana la fantasia di entrambi i partner nel rapporto medico-paziente. Ciò solleva anche la questione delle richieste che ogni dermatologo può accogliere e del modo in cui l’industria usa questa nozione.