A. Lejay MD, PhD , E. Girsowicz MD, MSc , Y. Georg MD, MSc , C. Delay MD, MSc , B. Colvard MD, MSc , F. Heim PhD , F. Thaveau MD, PhD , N. Chakfé PD, PhD
{"title":"Sostituti vascolari","authors":"A. Lejay MD, PhD , E. Girsowicz MD, MSc , Y. Georg MD, MSc , C. Delay MD, MSc , B. Colvard MD, MSc , F. Heim PhD , F. Thaveau MD, PhD , N. Chakfé PD, PhD","doi":"10.1016/S1283-0801(16)80482-3","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La chirurgia vascolare convenzionale si basa sulla tecnica del bypass, che consiste nel cortocircuitare larteria nativa, che essa sia occlusa o aneurismatica, con un sostituto vascolare, biologico o sintetico. Tra i sostituti biologici, la vena safena autologa resta il sostituto di elezione per le arterie di piccolo calibro. Tra i sostituti sintetici, il polietilene tereftalato e il politetrafluoroetilene microporoso sono i sostituti più utilizzati. Il polietilene tereftalato è il sostituto più utilizzato per le arterie di grosso calibro, mentre il politetrafluoroetilene microporoso è utilizzato soprattutto per le arterie di piccolo calibro. Il sostituto vascolare ideale dovrebbe soddisfare contemporaneamente diversi requisiti: avere una bassa trombogenicità, permettere una guarigione con larteria nativa e lambiente circostante e presentare una resistenza allinfezione e una biostabilità adeguate. Allo stato attuale, nessun sostituto presenta tutti questi criteri. Sembra, quindi, importante realizzare unanalisi chimicofisica dei sostituti espiantati al fine di migliorare la comprensione dei meccanismi di insuccesso.</p></div>","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"21 4","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2016-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0801(16)80482-3","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283080116804823","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
Abstract
La chirurgia vascolare convenzionale si basa sulla tecnica del bypass, che consiste nel cortocircuitare larteria nativa, che essa sia occlusa o aneurismatica, con un sostituto vascolare, biologico o sintetico. Tra i sostituti biologici, la vena safena autologa resta il sostituto di elezione per le arterie di piccolo calibro. Tra i sostituti sintetici, il polietilene tereftalato e il politetrafluoroetilene microporoso sono i sostituti più utilizzati. Il polietilene tereftalato è il sostituto più utilizzato per le arterie di grosso calibro, mentre il politetrafluoroetilene microporoso è utilizzato soprattutto per le arterie di piccolo calibro. Il sostituto vascolare ideale dovrebbe soddisfare contemporaneamente diversi requisiti: avere una bassa trombogenicità, permettere una guarigione con larteria nativa e lambiente circostante e presentare una resistenza allinfezione e una biostabilità adeguate. Allo stato attuale, nessun sostituto presenta tutti questi criteri. Sembra, quindi, importante realizzare unanalisi chimicofisica dei sostituti espiantati al fine di migliorare la comprensione dei meccanismi di insuccesso.