S. Gaujoux (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , B. Acidi (CCA, Docteur) , C. de Ponthaud (CCA, Docteur) , A. Sauvanet (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
{"title":"Pancreatectomie cefaliche e istmiche con preservazione duodenale in alternativa alla duodenopancreatectomia cefalica","authors":"S. Gaujoux (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , B. Acidi (CCA, Docteur) , C. de Ponthaud (CCA, Docteur) , A. Sauvanet (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1283-0798(22)46542-9","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La duodenopancreatectomia cefalica (DPC), una volta indicata soprattutto per tumori periampollari invasivi, è attualmente considerata un intervento talvolta eccessivo, per patologie benigne (pancreatite cronica) o tumori meno aggressivi (tumori solidi e pseudopapillari e in particolare tumori neuroendocrini) della testa del pancreas. La DPC è caratterizzata da una significativa dissecazione vascolare, da una modifica del circuito digerente con la realizzazione di tre anastomosi, da un’elevata mortalità postoperatoria (fino al 5% nei centri ad alto volume) e infine da una perdita di parenchima pancreatico funzionale significativo. Di conseguenza, la DPC è responsabile di disturbi funzionali immediati e a distanza, la gran parte dei quali (insufficienza esocrina, diarrea) è legata alla soppressione del duodeno e/o della continuità tra la testa del pancreas e il duodeno, così come all’alterazione della continuità biliodigestiva. Per superare queste complicanze inerenti alla DPC, sono state sviluppate nuove tecniche di pancreatectomia che preservano il duodeno: pancreatectomia totale o subtotale con preservazione duodenale, pancreatectomia cefalica con preservazione duodenale e pancreatectomia mediana (PM).</p></div>","PeriodicalId":100456,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale","volume":"28 2","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283079822465429","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La duodenopancreatectomia cefalica (DPC), una volta indicata soprattutto per tumori periampollari invasivi, è attualmente considerata un intervento talvolta eccessivo, per patologie benigne (pancreatite cronica) o tumori meno aggressivi (tumori solidi e pseudopapillari e in particolare tumori neuroendocrini) della testa del pancreas. La DPC è caratterizzata da una significativa dissecazione vascolare, da una modifica del circuito digerente con la realizzazione di tre anastomosi, da un’elevata mortalità postoperatoria (fino al 5% nei centri ad alto volume) e infine da una perdita di parenchima pancreatico funzionale significativo. Di conseguenza, la DPC è responsabile di disturbi funzionali immediati e a distanza, la gran parte dei quali (insufficienza esocrina, diarrea) è legata alla soppressione del duodeno e/o della continuità tra la testa del pancreas e il duodeno, così come all’alterazione della continuità biliodigestiva. Per superare queste complicanze inerenti alla DPC, sono state sviluppate nuove tecniche di pancreatectomia che preservano il duodeno: pancreatectomia totale o subtotale con preservazione duodenale, pancreatectomia cefalica con preservazione duodenale e pancreatectomia mediana (PM).