{"title":"Traumi chiusi del fegato. Principi di tecnica e di tattica chirurgiche","authors":"C. Létoublon , C. Julien , J. Abba , C. Arvieux","doi":"10.1016/S1283-0798(20)44288-3","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La stragrande maggioranza dei traumi epatici in Francia si verifica durante contusioni chiuse dell’addome. I progressi compiuti negli ultimi 20 anni, che hanno visto la mortalità globale dimezzata, derivano da diversi cambiamenti di atteggiamento. In primo luogo, l’opzione non operatoria è preferita in oltre l’80% dei casi, grazie a un monitoraggio stretto ed essenzialmente clinico e al supporto considerevole della tomografia computerizzata e dell’embolizzazione arteriosa. L’indicazione secondaria di laparotomia o laparoscopia (celiotomia differita) rappresenta un concetto che si inserisce nella strategia dell’opzione non operatoria iniziale. Inoltre, la tecnica a cielo aperto di trattamento delle lesioni emorragiche attive è diventata decisamente conservativa, non appena si riscontrano segni di gravità riguardanti le lesioni epatiche stesse o le condizioni dell’infortunato. Una rianimazione molto attiva e una radiologia interventistica aggressiva (embolizzazione arteriosa) devono rientrare in questo tipo di cure. La conoscenza delle emorragie “non chirurgiche”, dovute alla combinazione di acidosi-ipotermia-coagulopatia, ha fatto applicare ai traumi chiusi del fegato il concetto di laparotomia accorciata con reintervento ulteriore. Il tamponamento periepatico precocemente deciso e correttamente realizzato ha costituito un progresso tecnico decisivo in questo contesto.</p></div>","PeriodicalId":100456,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale","volume":"26 4","pages":"Pages 1-19"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2020-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283079820442883","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La stragrande maggioranza dei traumi epatici in Francia si verifica durante contusioni chiuse dell’addome. I progressi compiuti negli ultimi 20 anni, che hanno visto la mortalità globale dimezzata, derivano da diversi cambiamenti di atteggiamento. In primo luogo, l’opzione non operatoria è preferita in oltre l’80% dei casi, grazie a un monitoraggio stretto ed essenzialmente clinico e al supporto considerevole della tomografia computerizzata e dell’embolizzazione arteriosa. L’indicazione secondaria di laparotomia o laparoscopia (celiotomia differita) rappresenta un concetto che si inserisce nella strategia dell’opzione non operatoria iniziale. Inoltre, la tecnica a cielo aperto di trattamento delle lesioni emorragiche attive è diventata decisamente conservativa, non appena si riscontrano segni di gravità riguardanti le lesioni epatiche stesse o le condizioni dell’infortunato. Una rianimazione molto attiva e una radiologia interventistica aggressiva (embolizzazione arteriosa) devono rientrare in questo tipo di cure. La conoscenza delle emorragie “non chirurgiche”, dovute alla combinazione di acidosi-ipotermia-coagulopatia, ha fatto applicare ai traumi chiusi del fegato il concetto di laparotomia accorciata con reintervento ulteriore. Il tamponamento periepatico precocemente deciso e correttamente realizzato ha costituito un progresso tecnico decisivo in questo contesto.