{"title":"Betalattamici","authors":"A. Hamon , F. Bastides , A. Lefort","doi":"10.1016/S1634-7358(23)47810-2","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>I betalattamici occupano un posto di rilievo nell’attuale strategia antibiotica sia in ambulatorio che in ospedale. Quattro classi compongono questa famiglia: le penicilline, le cefalosporine, i carbapenemi e i monobattami. Tutte queste molecole con spettri di attività vari permettono di trattare la maggior parte delle infezioni batteriche. Se la penicillina G è attiva sui cocchi Gram-positivi, lo spettro delle aminopenicilline si estende ad alcuni bacilli Gram-negativi. Le cefalosporine estendono ulteriormente lo spettro di attività verso i bacilli Gram-negativi mentre perdono una certa attività verso i cocchi Gram-positivi. L’uso dei carbapenemi deve essere riservato, come ultima risorsa, al trattamento delle infezioni batteriche multiresistenti, produttrici soprattutto di betalattamasi ad ampio spettro. L’aggiunta di un inibitore di betalattamasi consente di estendere l’attività dei betalattamici verso determinati batteri produttori di tali enzimi. La comparsa di batteri resistenti ha portato alla commercializzazione di nuove associazioni (ceftolozano-tazobactam, ceftazidima-avibactam) e al riposizionamento di vecchie molecole (temocillina, cefoxitina) attive contro gli enterobatteri produttori di betalattamasi ad ampio spettro. La resistenza agli antibiotici è una situazione preoccupante che richiede l’ottimizzazione della prescrizione antibiotica. Il “corretto uso antibiotico” si basa su un parsimonioso consumo di antibiotici grazie a una buona conoscenza delle indicazioni, degli spettri antibatterici e dei parametri farmacocinetici/farmacodinamici di ciascuna molecola.</p></div>","PeriodicalId":100408,"journal":{"name":"EMC - AKOS - Trattato di Medicina","volume":"25 2","pages":"Pages 1-7"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - AKOS - Trattato di Medicina","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1634735823478102","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
I betalattamici occupano un posto di rilievo nell’attuale strategia antibiotica sia in ambulatorio che in ospedale. Quattro classi compongono questa famiglia: le penicilline, le cefalosporine, i carbapenemi e i monobattami. Tutte queste molecole con spettri di attività vari permettono di trattare la maggior parte delle infezioni batteriche. Se la penicillina G è attiva sui cocchi Gram-positivi, lo spettro delle aminopenicilline si estende ad alcuni bacilli Gram-negativi. Le cefalosporine estendono ulteriormente lo spettro di attività verso i bacilli Gram-negativi mentre perdono una certa attività verso i cocchi Gram-positivi. L’uso dei carbapenemi deve essere riservato, come ultima risorsa, al trattamento delle infezioni batteriche multiresistenti, produttrici soprattutto di betalattamasi ad ampio spettro. L’aggiunta di un inibitore di betalattamasi consente di estendere l’attività dei betalattamici verso determinati batteri produttori di tali enzimi. La comparsa di batteri resistenti ha portato alla commercializzazione di nuove associazioni (ceftolozano-tazobactam, ceftazidima-avibactam) e al riposizionamento di vecchie molecole (temocillina, cefoxitina) attive contro gli enterobatteri produttori di betalattamasi ad ampio spettro. La resistenza agli antibiotici è una situazione preoccupante che richiede l’ottimizzazione della prescrizione antibiotica. Il “corretto uso antibiotico” si basa su un parsimonioso consumo di antibiotici grazie a una buona conoscenza delle indicazioni, degli spettri antibatterici e dei parametri farmacocinetici/farmacodinamici di ciascuna molecola.