{"title":"Vasculiti crioglobulinemiche","authors":"D. Saadoun","doi":"10.1016/S1634-7358(23)47520-1","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Le vasculiti crioglobulinemiche sono vasculiti sistemiche legate a depositi vascolari di immunocomplessi secondarie alla presenza di crioglobulina. Le crioglobuline sono immunoglobuline (Ig) che hanno la proprietà di precipitare al freddo e di solubilizzarsi nuovamente al caldo. A seconda del loro tipo, la loro composizione e la loro presentazione clinica differiscono. Le crioglobuline di tipo l sono composte da un’Ig monoclonale mentre le crioglobuline II e III (dette “miste”) sono composte o da un’Ig monoclonale associata a Ig policlonali (tipo II) o solo da Ig policlonali (tipo III). Le cause delle crioglobulinemie sono diverse a seconda del tipo di crioglobuline. Le crioglobuline di tipo I sono legate a un’emopatia (linfoma, mieloma) o a una <em>monoclonal gammopathy of undetermined significance</em> (MGUS). Le crioglobuline miste erano il più delle volte associate all’epatite C e sono attualmente frequentemente legate a malattie autoimmuni (lupus, sindrome di Gougerot-Sjögren) o a emopatie linfoidi (linfoma, leucemia linfatica cronica). Le principali manifestazioni cliniche comprendono segni generali (astenia, febbre, ecc.) e cutanei (porpora, sindrome di Raynaud, necrosi cutanea) e danni articolari, neurologici (polineuropatia) e renali (glomerulonefrite membranoproliferativa). I danni renali, neurologici e, più raramente, cardiaci e digestivi determinano la gravità della malattia. La gestione terapeutica delle crioglobulinemie di tipo 1 si basa essenzialmente sul trattamento della causa (trattamento del mieloma o della malattia di Waldenström, ecc.), con una crioglobulina associata a misure sintomatiche (evitare il freddo, plasmaferesi, ecc.). Le crioglobulinemie miste associate a epatite C richiedono l’eradicazione del virus, vero e proprio <em>trigger</em> della vasculite, e la somministrazione di anticorpi monoclonali anti-CD20 (rituximab) nelle forme gravi. Il trattamento della crioglobulinemia mista non infettiva si basa sulla somministrazione di anticorpi monoclonali anti-CD20 (rituximab) nelle forme gravi (renali, cardiache, digestive, neurologiche e/o cutanee gravi).</p></div>","PeriodicalId":100408,"journal":{"name":"EMC - AKOS - Trattato di Medicina","volume":"25 1","pages":"Pages 1-6"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - AKOS - Trattato di Medicina","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1634735823475201","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Le vasculiti crioglobulinemiche sono vasculiti sistemiche legate a depositi vascolari di immunocomplessi secondarie alla presenza di crioglobulina. Le crioglobuline sono immunoglobuline (Ig) che hanno la proprietà di precipitare al freddo e di solubilizzarsi nuovamente al caldo. A seconda del loro tipo, la loro composizione e la loro presentazione clinica differiscono. Le crioglobuline di tipo l sono composte da un’Ig monoclonale mentre le crioglobuline II e III (dette “miste”) sono composte o da un’Ig monoclonale associata a Ig policlonali (tipo II) o solo da Ig policlonali (tipo III). Le cause delle crioglobulinemie sono diverse a seconda del tipo di crioglobuline. Le crioglobuline di tipo I sono legate a un’emopatia (linfoma, mieloma) o a una monoclonal gammopathy of undetermined significance (MGUS). Le crioglobuline miste erano il più delle volte associate all’epatite C e sono attualmente frequentemente legate a malattie autoimmuni (lupus, sindrome di Gougerot-Sjögren) o a emopatie linfoidi (linfoma, leucemia linfatica cronica). Le principali manifestazioni cliniche comprendono segni generali (astenia, febbre, ecc.) e cutanei (porpora, sindrome di Raynaud, necrosi cutanea) e danni articolari, neurologici (polineuropatia) e renali (glomerulonefrite membranoproliferativa). I danni renali, neurologici e, più raramente, cardiaci e digestivi determinano la gravità della malattia. La gestione terapeutica delle crioglobulinemie di tipo 1 si basa essenzialmente sul trattamento della causa (trattamento del mieloma o della malattia di Waldenström, ecc.), con una crioglobulina associata a misure sintomatiche (evitare il freddo, plasmaferesi, ecc.). Le crioglobulinemie miste associate a epatite C richiedono l’eradicazione del virus, vero e proprio trigger della vasculite, e la somministrazione di anticorpi monoclonali anti-CD20 (rituximab) nelle forme gravi. Il trattamento della crioglobulinemia mista non infettiva si basa sulla somministrazione di anticorpi monoclonali anti-CD20 (rituximab) nelle forme gravi (renali, cardiache, digestive, neurologiche e/o cutanee gravi).