{"title":"Trattamento chirurgico delle stenosi dell’ipofaringe e della bocca dell’esofago","authors":"A. Leon, P. Schultz","doi":"10.1016/S1292-3036(23)47921-7","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Le stenosi dell’ipofaringe e della bocca dell’esofago sono legate principalmente all’ingestione di prodotti caustici, al trattamento radioterapico per il cancro della testa e del collo o a una storia di chirurgia faringolaringea. Si manifestano con una disfagia che altera la qualità della vita dei pazienti e influenza la loro vita sociale. La gestione chirurgica è complessa, con un alto rischio di recidiva. Questo intervento viene eseguito da diversi specialisti: oto-rino-laringoiatri, chirurghi viscerali, chirurghi plastici, gastroenterologi e radiologi interventisti. Il trattamento di riferimento è la dilatazione sotto controllo endoscopico o videofluoroscopico mediante candele di Savary-Gilliard o palloncino. Può essere posizionato uno stent in caso di stenosi recidivante o di stenosi refrattaria alle dilatazioni, con un’efficacia limitata e un rischio di recidiva al momento della rimozione. Un’iniezione di tossina botulinica può essere necessaria in caso di disturbi della muscolatura cricofaringea. I trattamenti endoscopici come la miotomia dello sfintere esofageo superiore o la sezione della stenosi sono considerati in caso di stenosi persistente. Questi trattamenti possono essere ripetuti o combinati in caso di recidiva. La chirurgia faringoesofagea per via esterna viene presa in considerazione dopo il fallimento di trattamenti meno invasivi e pone il problema della ricostruzione per migliorare la deglutizione senza interferire con la fonazione e la respirazione. Sono possibili lembi fasciocutanei, muscolocutanei o viscerali. Il coinvolgimento esofageo deve essere valutato prima dell’intervento. Si tratta di interventi chirurgici importanti con un rischio significativo di complicanze dovuto alla vicinanza dei nervi ricorrenti e del torace e alla frequenza degli episodi di radioterapia.</p></div>","PeriodicalId":100453,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale","volume":"27 1","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1292303623479217","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
Abstract
Le stenosi dell’ipofaringe e della bocca dell’esofago sono legate principalmente all’ingestione di prodotti caustici, al trattamento radioterapico per il cancro della testa e del collo o a una storia di chirurgia faringolaringea. Si manifestano con una disfagia che altera la qualità della vita dei pazienti e influenza la loro vita sociale. La gestione chirurgica è complessa, con un alto rischio di recidiva. Questo intervento viene eseguito da diversi specialisti: oto-rino-laringoiatri, chirurghi viscerali, chirurghi plastici, gastroenterologi e radiologi interventisti. Il trattamento di riferimento è la dilatazione sotto controllo endoscopico o videofluoroscopico mediante candele di Savary-Gilliard o palloncino. Può essere posizionato uno stent in caso di stenosi recidivante o di stenosi refrattaria alle dilatazioni, con un’efficacia limitata e un rischio di recidiva al momento della rimozione. Un’iniezione di tossina botulinica può essere necessaria in caso di disturbi della muscolatura cricofaringea. I trattamenti endoscopici come la miotomia dello sfintere esofageo superiore o la sezione della stenosi sono considerati in caso di stenosi persistente. Questi trattamenti possono essere ripetuti o combinati in caso di recidiva. La chirurgia faringoesofagea per via esterna viene presa in considerazione dopo il fallimento di trattamenti meno invasivi e pone il problema della ricostruzione per migliorare la deglutizione senza interferire con la fonazione e la respirazione. Sono possibili lembi fasciocutanei, muscolocutanei o viscerali. Il coinvolgimento esofageo deve essere valutato prima dell’intervento. Si tratta di interventi chirurgici importanti con un rischio significativo di complicanze dovuto alla vicinanza dei nervi ricorrenti e del torace e alla frequenza degli episodi di radioterapia.